Le 5 incredibili sorprese negli Ottavi di Champions League

Calciatori Ignoranti

Ottavi di Champions: quale sarà la sorpresa di questa stagione?

Calciatori Ignoranti16 Feb 2022

Il momento tanto atteso è finalmente giunto.
Il pallone comincia a scottare, ogni scelta può risultare decisiva per la propria e l’altrui sorte.
Una dolce melodia fa da preludio alla battaglia tra le migliori 16 squadre del continente e la strada verso la finalissima e l’agognato trofeo imbocca la via principale.
È la fase ad eliminazione diretta: gli ottavi di Champions League, dove sbagliare non è più concesso ed un passo falso può gettare alle ortiche una stagione intera.
Come per ogni competizione, arrivati a questo punto, “favorite” e “outsider” si intrecciano nel predominio del campo e l’unico verdetto è dato dal rettangolo verde. No, non c’è più spazio per le chiacchiere.
Con l’allargamento a più squadre nel corso degli anni, e specialmente negli ultimi, abbiamo assistito a veri e propri exploit, Davide a sconfiggere Golia o nuovi team, all’esordio assoluto, spinti oltre i propri limiti.
Come sempre, al centro dell’argomento, è stato il pallone a far parlare di sé, ma cinque grandi ottavi di finale, con risultati apparentemente inaspettati, non ce li siamo proprio dimenticati.
Eccoli

Atalanta-Valencia (2019/2020)

19 febbraio 2020: aldilà di quanto accaduto fuori dal campo, le indagini e le ripercussioni, quello ammirato in un’inedita Scala del Calcio a forte trazione bergamasca è stato uno spettacolo unico.
È l’Atalanta di Gasperini che, all’esordio assoluto nella massima competizione europea, prima strappa la qualificazione in un girone complicato (con le ben più accreditate City e Shakhtar) dopo un inizio thriller (0 punti nelle prime tre giornate) e dopodiché, senza alcuna paura o timore referenziale, si presenta agli ottavi di finale tirata a lucido, rifilando 8 gol tra andata e ritorno al Valencia.
A San Siro è un carro armato: segnano Hateboer (2 volte), Ilicic e Freuler, con parziale festa rovinata dal gol della bandiera finale firmato Cheryshev.
Un furore agonistico mai visto, capace di destabilizzare gli uomini di Celades con intensità, pressing e velocità.
Una notte da sogno che verrà replicata poi 20 giorni dopo al Mestalla, quando sarà l’uragano Ilicic ad abbattersi sugli spagnoli.
2 volte dagli undici metri, poi con il mancino, serata da incorniciare per lo sloveno che in un colpo solo diverrà il giocatore più anziano di sempre a segnare una tripletta in una trasferta di Champions League ed il primo a mettere a referto 4 gol lontano dalle mura amiche in una partita ad eliminazione diretta.
Il sogno nerazzurro si spezzerà qualche mese più tardi quando la Champions tornerà a bussare nonostante la pandemia.
Nelle Final Eight di Lisbona, al cospetto del lanciatissimo PSG, l’iniziale vantaggio di Pasalic sembra illudere fino al momento della beffa, quando Marquinhos e Choupo-Moting ribaltano la partita negli ultimissimi minuti di partita.
La Dea uscirà così a testa altissima dalla competizione, riconfermandosi tuttavia l’anno successivo come una grande del nostro calcio, stabilmente nelle prime posizioni della Serie A.

Ajax-Real Madrid (2018-2019)

Ammirare un Real Madrid sulle gambe davanti ad un Bernabeu gremito è cosa non comune.
Ancora più rara se pensiamo che il club più titolato d’Europa viene da 3 anni consecutivi di dominio in Champions League, con 4 Coppe solvevate negli ultimi 6 anni.
Certo, in estate è andato via un signore che con la numero 7 aveva segnato qualcosa come 450 gol in 438 partite, collaborando in maniera più che attiva ai successi del club, però questo non giustifica quanto accade il 5 marzo 2019, ottavi di finale.
Al Bernabeu, dicevamo, arriva l’Ajax, un insieme di “ragazzi” pimpanti che col pallone tra i piedi ci sanno fare, e non poco.
All’andata hanno fatto intravedere qualità non indifferenti, ma l’esperienza dei Blancos l’ha fatta da padrone, prevalendo.
Risultato: 2-1 firmato Benzema-Asensio e qualificazione già praticamente in tasca.
Già, “praticamente”.
Perché a Madrid accade l’irreparabile.
È uno show olandese: la palla viaggia velocissima sul prato madridista ed i pluri-campioni uscenti non la vedono mai.
Tadic dirige l’orchestra offensiva, aprendo in due la difesa già dopo 7 minuti, imbeccando splendidamente Ziyech che fa 1-0.
Altro assist a Neres, poi si mette in proprio per la firma del 3-0.
Lo stadio rinsavisce con Asensio, ma è un fuoco di paglia.
Una magica punizione di Schone fissa il punteggio sul 4-1, qualificando l’Ajax ai quarti di finale.
Piovono fischi dalle gradinate, un Bernabeu impietrito che mai aveva assistito ad una sconfitta con 3 reti di scarto nella fase ad eliminazione diretta della Coppa più importante d’Europa.
Un’umiliazione pesantissima, bruciante, la quale di fatto metterà fine all’impero madridista in Champions League. 

Roma-Real Madrid (2007-2008)

Rendere possibile l’impossibile è la missione dei gladiatori romani al cospetto del Real Madrid.
L’ultima partita della Lupa in un dentro o fuori europeo è stato un disastro: Ronaldo e Rooney l’hanno completamente ammattita, denigrandola con il punteggio di 7-1.
Non deve ricapitare, benché complice qualche passo falso in campionato il periodo non sia dei più brillanti.
19 febbraio 2008: lo Stadio Olimpico è un fiume di persone, quasi 70 mila.
Totti e De Rossi, nonostante qualche acciacco, ci sono.
Raul apre subito, ed a Van Nistelrooy non viene convalidato per fuorigioco il possibile 2-0.
La Roma barcolla, tiene a fatica le redini del campo, ma stringe i denti e trova il pari con Pizarro.
Nella ripresa Totti inventa, manda a vuoto Heinze e becca Mancini che scarta Casillas e fa 2-1.
Finisce così, come l’anno precedente con lo United prima della debacle nel ritorno.
Ma questa volta non va così.
Al Bernabeu Pepe viene espulso, Taddei segna al 71’ e Vucinic la chiude al 90’, dopo il momentaneo pari ancora firmato Raul.
È tripudio giallorosso a Madrid, e varrà l’accesso ai quarti, unica squadra italiana a riuscirci in quella stagione.  

Monaco-Manchester City (2016/2017)

Se cercate la parola “spettacolo” sul dizionario, troverete probabilmente una foto risalente al doppio confronto tra Monaco e City.
Mbappe si chiama ancora “Lottin” su Fifa, ma da queste due partite verrà notato ufficialmente da tutto il mondo.
I Citizens di Guardiola, nemmeno a dirlo, partono con i favori del pronostico non solo per il passaggio del turno, ma anche per la vittoria finale, ma non fanno i conti con i monegaschi.
L’andata è uno spettacolo pirotecnico: all’Etihad pochissimo spazio è riservato alla tattica, si gioca a ritmi vertiginosi e le emozioni sono davvero ricche.
“El Tigre” Falcao e proprio Mbappe spaventano Guardiola nel primo tempo, salvato da una doppietta di Aguero e dai gol di Stones e Sanè nella ripresa. È 5-3, tutto apertissimo per il ritorno. Il Lous II fornisce a tutti il proprio verdetto: nel Principato passa proprio il Monaco, trascinato da Kylian e salvato da Bakayoko a 13’ dalla fine.
Punteggio finale: 3-1, che con la regola dei gol in trasferta vale oro per i francesi, bravi a giocare senza timore contro i più quotati inglesi e vincere grazie alle proprie immense qualità.
Pep Guardiola esce per la prima volta in carriera agli ottavi di finale ed il suo City manca ancora l’appuntamento con la storia.  

Lione-Juventus (2019-2020)

Una pandemia di mezzo, quasi 6 mesi di differenza tra i due confronti ed un’unica grande delusione a tinte bianconere.
La Juventus di Maurizio Sarri e Cristiano Ronaldo manca, abbastanza clamorosamente, l’accesso alle Final Eight non rimontando lo svantaggio di 1-0 nella partita d’andata, risultato che costerà poi l’esonero al tecnico toscano.
È un insolito 7 agosto a Torino, la Vecchia Signora ha appena festeggiato lo Scudetto dopo la ripresa dei campionati a seguito dello scoppio del Coronavirus e ha avuto il tempo necessario per preparare al meglio la sfida di Champions League.
In uno Stadium deserto, Bernardeschi fa fallo dopo appena 10 minuti su Aouar, consentendo a Depay di aprire subito le marcature.
Lo stesso olandese devierà col braccio una punizione di Pjanic, permettendo a Ronaldo su rigore di pareggiare alla chiusura della prima frazione.
Allo scoccare dell’ora di gioco il portoghese si prende ancora sulle spalle la Juventus, segnando dalla distanza con una gran botta col sinistro.
L’assalto bianconero al castello dell’Olympique nell’ultima mezz’ora risulterà vano, eliminando di fatto la Juventus per la prima volta per mano di una squadra francese.