Le curiosità di Manchester City-Inter
È la notte dei sogni, illusioni e ossessioni: Manchester City o Inter, Guardiola o Inzaghi, Haaland o Lautaro
L'ultimissimo atto della stagione 2022/23 va in scena a Istanbul, Turchia. Sul prato dell'Atatürk Olympic Stadium, poco distante dalle linee che delimitano il campo, una coppa dalle grandi orecchie attende il suo padrone. È la notte dei sogni, illusioni o ossessioni: Manchester City o Inter, Guardiola o Simone Inzaghi, Haaland o Lautaro Martinez. Sfida nella sfida in un palcoscenico di star, desiderose di esultare al triplice fischio dell'arbitro Marciniak. Per arrivare pronti, ma proprio pronti, vi lasciamo una serie di curiosità sulla finalissima della UEFA Champions League:
Una partita inedita
Se siete amanti delle statistiche e vi è capitato, in queste settimane, di dare un occhio agli almanacchi per ritrovare qualche precedente, rimarrete delusi. Inter e Manchester City non si sono mai affrontate in competizioni ufficiali e, per ritrovare un passaggio congiunto sul rettangolo verde, dobbiamo fare riferimento alle uniche due amichevoli estive disputate nel 2010 e 2011. Il 31 luglio post Triplete, a Baltimora (USA), a prevalere furono i nerazzurri per 3-0, con due reti di Obinna e sigillo finale di un giovane Biraghi. L'anno seguente toccò ai Citizens vincere a Dublino con il medesimo risultato targato Balotelli, Dzeko e Johnson.
Ulteriore chicca a margine: per l'Inter sarà la prima finale europea (comprese quindi anche quelle di Coppa UEFA/Europa League) in assoluto contro una squadra inglese.
La "Benedizione Croata"
Tra riti scaramantici e profezie più o meno esatte, un dato sicuramente curioso riguarda la presenza in campo o in rosa di un calciatore croato. Dal 2012/13, infatti, la Champions è sempre stata vinta da una squadra che ne disponesse almeno uno tra le proprie fila. Il tutto è iniziato con il Bayern (Mandzukic), proseguendo poi con Modric per il Real, Rakitic per il Barcellona nel 2015, ancora Modric e Kovacic nei tre anni di dominio Merengue, Lovren nel 2019 per il Liverpool, Perisic per i bavaresi la stagione seguente e infine ancora Kovacic (Chelsea) e Modric (Real Madrid).
La striscia vincente potrebbe continuare con Brozovic, talismano nerazzurro, mentre si interromperebbe con il City, che non ha nessun nazionale croato in rosa.
Un cigno come "ex"
Rimanendo in tema di corsi e ricorsi storici, impossibile non citare Edin Dzeko, ora all'Inter ma in passato capace di lasciare un gran bel ricordo nella sponda blu di Manchester. Nelle quattro stagioni e mezzo in Inghilterra (tra il gennaio 2011 ed il giugno 2015), il bosniaco ha messo a referto 72 gol in 189 presenze, contribuendo in maniera importante ai primi trofei del nuovo corso City: due titoli d'Inghilterra, una Coppa d'Inghilterra, una Coppa di Lega ed un Commmunity Shield. Decisivo, implacabile ed estremamente efficace anche oggi: arrivato in sordina all'Inter, in due anni gran parte dei gol più pesanti dei nerazzurri sono stati siglati da lui, ultima la rete che ha sbloccato la semifinale di Champions contro i cugini del Milan.
Ripartirà probabilmente ancora da lui Simone Inzaghi: obiettivo scardinare la retroguardia di Guardiola e riportare la Coppa a Milano.
La superpotenza Manchester City
12 partite di Champions giocate quest'anno, 7 vittorie e 5 pareggi. 31 gol fatti, più di tutti, dominando il gioco con una media del 60% di possesso palla e oltre il 90% nella precisione dipassaggi. Uno spirito spiccatamente votato all'attacco, ma che ha saputo anche soffrire e rintanarsi nei momenti clutch del match: sono infatti 7 i clean sheet di Ederson e soci. Ciliegina sulla torta di una formazione già straordinariamente forte (e costosa) è stato senza dubbio l'innesto di Erling Haaland, l'ultimo tassello di un puzzle che ora pare perfetto. Troppo facile enunciare numeri e statistiche del norvegese, con 12 centri in Champions e 36 in campionato (record).
Ricordiamo, infine, che dopo aver spazzato via il Real in semifinale con un roboante 4-0, il City giunge alla finale per la seconda volta nella sua storia, dopo aver perso quella del 2021 contro il Chelsea per 1-0. Dopo Premier e FA Cup, il motto dei tifosi è "one more, one more".
Guardiola vs Inzaghi
Se sul rettangolo verde il talento si spreca (da De Bruyne a Lukaku, passando per Bernardo Silva e Barella e Lautaro) per una volta vogliamo porre l'accento sui due fenomeni in panchina. Uno, Guardiola, non ha bisogno di grandi presentazioni: allena una squadra di marziani e insegue la terza Champions League della sua carriera da allenatore, dopo averla ripetutamente sfiorata lontano da Barcellona.
L'altro, Simone Inzaghi, è al primo grande evento internazionale della sua carriera, ma si porta dietro la nomea non indifferente di "esperto delle finali". Sì, perché il tecnico dell'Inter le vince tutte in Italia, e quest'anno si è fregiato già di Coppa Italia e Supercoppa Italiana, arrivando a 7 titoli consecutivi ottenuti. Finito sulla graticola per diversi mesi, ha saputo rialzarsi e rivitalizzare una squadra che sembrava essersi smarrita, portandola al terzo posto e vincendo 11 degli ultimi 12 incontri in tutte le competizioni.
Se per molti il Manchester City è favorito, mai dare per spacciata un'Inter che ha saputo più volte vendere cara la pelle.