I giocatori più decisivi nella storia degli ottavi di Champions
Chi è il giocatore più decisivo in Europa?
Gli ottavi di Champions League rappresentano sempre il primo grande scoglio che si para davanti nella corsa verso la finalissima.
L’eliminazione diretta porta con sé un enorme dispendio di energie mentali e fisiche, per questo motivo arrivare a febbraio al top della condizione risulta fondamentale per affrontare al meglio il turno.
In questa stagione, inoltre, è stato azzerato il divario casa-trasferta, con l’annullamento della regola dei gol fuori casa.
Vince, dunque, chi segna di più, attacca di più, pressa di più.
Dall’istituzione degli ottavi di finale, nel 2003, le 16 migliori squadre d’Europa hanno dato vita a incontri memorabili, rimonte clamorose, partite entrate nell’immaginario collettivo e mai più dimenticate.
Riviviamo però qua i giocatori più decisivi, quelli in grado di risolvere da soli il discorso qualificazione a suon di gol e prestazioni marziane.
Lionel Messi
33 gol (record) in 29 presenze negli ottavi di Champions League.
Una vita nel Barcellona, che con lui in campo non ha mai mancato l’appuntamento con la seconda fase della competizione.
17 partecipazioni, 14 qualificazioni ai quarti (record) e 21 vittorie in partita singola (record), tra cui la più incredibile delle rimonte, in quel 6-1 rifilato al PSG dopo aver perso 4-0 l’andata.
Il Triplete con Guardiola e poi quello con Luis Enrique, 4 Champions League conquistate e valanghe su valanghe di reti messe a referto.
Come le 5 segnate in un’unica partita al Bayern Leverkusen (primo giocatore di sempre a riuscirci), malcapitato avversario che il 7 marzo 2012 si trovò malauguratamente sul cammino dei blaugrana.
Pallonetto delizioso, mancino preciso all’angolino dopo aver dribblato due avversari, ancora uno scavetto con il piede “debole”, furbizia nell’avventarsi per primo sulla cortissima respinta di Leno e per finire altro sinistro imparabile.
Una cinquina leggendaria, l’ennesima pagina sportiva scritta da uno dei più grandi giocatori di sempre.
Poi gli anni passano, come per tutti, e dopo qualche stagione appannata arriva quell’addio al quale mai nessuno avrebbe voluto assistere.
Nell’estate 2021 Messi saluta Barcellona e sceglie Parigi.
La maglia numero 10 viene sostituita dalla 30, quasi come un ritorno alle origini, e le prestazioni calano vistosamente.
Il Paris arriva agli ottavi, ma a prendersi le luci della ribalta è Mbappe, il quale nel match di andata si è inventato da solo il gol che ha deciso la sfida con il Real Madrid.
Per Messi, ipnotizzato da Courtois dagli 11 metri una ventina di minuti prima, una partita incolore, ma siamo sicuri che al ritorno non metta nuovamente un sigillo contro i rivali di sempre?
Cristiano Ronaldo
Dopo Messi c’è Cristiano.
L’alter ego, la nemesi perfetta.
I due extraterrestri che per 15 anni si sono condivisi riconoscimenti individuali e di squadra, triturando tutti i record apparentemente irraggiungibili.
CR7, proprio come la Pulga, non ha certo bisogno di presentazioni.
Basti pensare che, ragionando solo sugli ottavi di Champions League, il portoghese è il migliore in assoluto in termini di presenze (34, le quali diventeranno 36 con le due di questa stagione in maglia United) e secondo in quanto a reti messe a segno: 25.
Più la competizione si fa feroce, più esce il campione.
Decisivo e risolutore come pochi altri nella storia, sono innumerevoli i momenti “clutch” in cui Cristiano Ronaldo ha scelto di scendere dalla navicella per trascinare i compagni alla vittoria finale.
Come non dimenticare, ad esempio, l’incredibile tripletta con cui ha ribaltato completamente da solo l’Atletico Madrid al suo primo anno di Juventus.
Una prestazione gigante, per mentalità e forza, sotto l’ovazione di uno Stadium in visibilio, che sembrava fare da apripista ad una positiva campagna europea per i bianconeri.
Dallo United di Sir Alex al Real Madrid, dalla Vecchia Signora tornando poi in estate ai Red Devils, dove in Europa ha già risolto nei minuti finali 3 partite su 6, trascinando il Manchester agli ottavi.
Robert Lewandowski
Se dovessimo catalogare il Bayern Monaco di questi ultimi anni diremmo, quasi all’unanimità, che si tratta senza dubbio di una macchina perfetta.
Un meccanismo ben oliato, dove ogni ingranaggio si muove in maniera estremamente funzionale.
Quando il club tedesco agisce in zona offensiva, sa di poter fare riferimento su colui che il termine “perfezione” lo incarna nel proprio modo di essere.
Si, perché Robert Lewandowski è ormai diventato un cyborg del gol.
Infallibile, immarcabile, incontenibile.
Uno status raggiunto con il costante lavoro su sé stesso, una scalata verso l’eccellenza calcistica ed un Pallone d’Oro mancato ma che avrebbe certamente meritato.
Forse il numero 9 più forte al mondo, sicuramente quello che, per numeri, tiene testa, anzi fa addirittura meglio, ai due sopra menzionati.
I gol agli ottavi di Champions League sono 14, il suo rullino di marcia recitava fino alla sfida con il Salisburgo di mercoledì scorso 5 reti nelle ultime 4 partite giocate (contro Lazio e Chelsea).
La partita d’andata ha spezzato la striscia, ma siamo certi che all’Allianz Arena sarà tutta un’altra storia.
Thomas Müller
Quando citiamo il termine “ingranaggio” in relazione al Bayern Monaco, il primo giocatore a saltarci subito in mente è proprio Thomas Müller.
Duttile ma estremamente efficace, un jolly offensivo che se pescato cambierà le carte in tavola a favore dei bavaresi.
Lui è così, determinante e decisivo quando è richiesto.
Freddo, calcolatore, poco avvezzo alla tecnica ma punto di riferimento mentale nel momento in cui si tratta di buttare la palla in fondo al sacco.
Non è un caso, per questo motivo, notare come sia proprio la corazzata tedesca la squadra con il maggior numero di gol segnati negli ottavi di finale: ben 89, 14 in più del Barcellona e ben 29 in più del Real Madrid.
Tornando a Müller, l’appuntamento con il gol in questo turno manca, causa assenze e squalifiche, dalla stagione 2017/2018, mentre prima di allora lo score recitava 12 centri.
Classe ‘89 e ancora tantissima voglia di portare a casa nuovi riconoscimenti.
Thomas Müller è il Bayern Monaco e siamo certi farà di tutto per arrivare fino in fondo e sollevare al cielo la terza Champions League.
Karim Benzema
Il 9 più 10 del mondo.
Se amanti di questo meraviglioso sport, vedere giocare Karim Benzema non potrà far altro che estasiare ulteriormente gli occhi.
Da “partner in crime” con Cristiano Ronaldo fino a diventare l’assoluto e unico protagonista delle folate offensive dei Blancos.
Lo scettro del potere passatogli dal portoghese l’ha reso, se possibile, ancora più forte, capace di trascinare il Madrid in patria ed in Europa a suon di gol.
In stagione, con la fascia di capitano al braccio orfana di Sergio Ramos, sono 24 in 29 presenze, con 9 assist: praticamente con lui in campo è già 1-0.
Negli ottavi di Champions sono 12 invece le marcature messe a referto, mancata però quella contro il Paris Saint Germain nel match di andata.
Comunque tutto aperto per la sfida del Bernabeu, dove “The Dream” è intenzionato a lasciare, ancora una volta, il segno.