Le 3 Curiosità che non sapevi su Porto-Inter
Il Do Dragão sempre, nella storia recente, carnefice delle italiane nelle coppe europee
Dopo l'1-0 dell'andata firmato Romelu Lukaku, l'Inter vola in Portogallo per giocarsi l'accesso ai quarti di finale, un risultato che in casa nerazzurra manca da 12 lunghi anni. Al Do Dragão il Porto di Sergio Conceiçao, nel suo recentissimo passato, già più volte è stato ostacolo europeo insormontabile per le italiane. Dopo il Milan, avere una seconda italiana (aspettando il Napoli) tra le migliori 8 sarebbe un grandissimo risultato per il nsotro movimento.
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I precedenti
Curiosità vuole che tutti gli Inter-Porto della storia del calcio si siano giocati nel 2005. Il fato, a quel tempo, sorrise ai nerazzurri, con il doppio confronto negli ottavi di Champions League 2004/05 giocati a marzo che videro sorte favorevole per l'allora Inter allenata da Roberto Mancini. L'andata si concluse 1-1 (con rete di Obafemi Martins per il Biscione), mentre a San Siro, nel match di ritorno, l'uragano Adriano scagliò i portoghesi fuori dalla competizione. Un sinistro in diagonale (deviato) a zittire le telecamere per iniziare, poi una "puntata" davanti al portiere ed infine dribbling e conclusione all'angolino per sigillare il passaggio del turno dopo il momentaneo gol del 2-1. Quella notte, 15 marzo 2005, alla Scala del Calcio, l'esibizione perfetta dell'Imperatore brasiliano con la 10 sulle spalle.
Passa qualche mese e l'Inter ritrova sul proprio cammino, nella fase a gironi della Champions successiva, ancora il Porto. Non va benissimo al Do Dragão, con una netta sconfitta per 2-0 causata anche dall'autogol di Marco Materazzi, mentre a Milano ci pensa una doppietta di Julio Cruz, in un Meazza vuoto a causa degli incidenti occorsi nell'euroderby con il Milan, a consegnare i tre punti all'Inter dopo l'iniziale rete portoghese di Hugo Almeida.
Tornando al presente Big Rom, ad una manciata di minuti dalla fine, ha griffato la sfida di andata, confermando un trend comunque positivo, ma ora arriva la sfida più difficile, con l'Inter ancora mai vittoriosa ad Oporto.
"Veni, vidi… perdi"
L'abbiamo anticipato all'inizio, in Europa, nelle ultime stagioni, il Porto è stato un tabù per le italiane che hanno provato a sfidarlo. Un esame da quasi certa bocciatura, un incubo duro da dimenticare. Sergio Conceiçao, allenatore del Porto con più vittorie in Champions, ha ad esempio eliminato il Milan nella scorsa fase a gironi, vincendo 1-0 in casa e pareggiando a San Siro, una "X" costata carissima ai rossoneri. Solo l'anno prima, nel 2021, era riuscito invece nella non facile impresa di estromettere dalla competizione, agli ottavi di finale, la Juventus di Cristiano Ronaldo, anche in quel caso con un 1-0 al Do Dragão ed una "dolce" sconfitta a Torino per 3-2, passando per la regola dei gol in trasferta.
Ma catapultandoci indietro di due primavere ritroviamo un'altra vittima italiana: la Roma. Il contesto è lo stesso della Vecchia Signora, ed anche lo svolgimento thrilling dei 180 minuti della doppia sfida. Uno straordinario Zaniolo trascina la Roma all'Olimpico segnando una doppietta, in una serata magica condizionata dalla rete del parziale di Adriàn Lopez. In Portogallo, tuttavia, la musica cambia: Soares la sblocca, De Rossi pareggia ma Marega sfrutta la sonnolenza difensiva dei giallorossi per prolungare la partita di altri 30 minuti. A pochi istanti dal triplice fischio che vorrebbe dire rigori, Florenzi provoca un penalty discutibile, ed evitabile, segnato poi da Alex Telles: 3-1 ed eliminazione.
Usciamo invece dalla Champions e torniamo al 2014, in Europa League, quando anche il Napoli cadde a causa della "maledizione Porto". È una stagione già sfortunata per gli uomini di Benitez, eliminati dalla fase a gironi della Champions nonostante 12 punti ed una peggior differenza reti delle avversarie, ed agli ottavi della ex Coppa Uefa si confeziona l'ennesima delusione: sconfitta nel fortino portoghese (1-0) e pari ininfluente al San paolo (2-2).
L'Inter, nel 2005, è stata l'unica italiana a qualificarsi (anche la Lazio uscì due anni prima) e superare l'ostacolo Dragoes: farcela nuovamente è quello che tutti noi auspichiamo.
Storie di allenatori: l'amicizia Inzaghi-Conceiçao
Correva l'anno 2000 quando nella Roma biancoceleste si stava festeggiando uno storico Scudetto, tanto agognato quanto atteso, dopo un lungo duello con la Juventus. Era la Lazio guidata da Sven Foran Erikkson, trascinata in campo dai vari Nesta, Simeone, Veron, Nedved, sorretta dai gol di Simone Inzagghi e Salas e guidata a centrocampo da classe e interdizione di Segio Conceiçao. Esatto, proprio i due attuali tecnici di Inter e Porto che, per tre anni, hanno militato insieme nella Capitale, conquistando titoli sul rettangolo verde e rimanendo amici anche fuori dal campo negli anni a venire. Lo stesso portoghese ha inoltre giocato coi nerazzurri lo spezzone successivo della sua carriera (dopo l'intermezzo di Parma) collezionando 42 presenze complessive.
Amici, colleghi, ora rivali; vincere ora è quello che conta.