La Top XI dei Mondiali 2022

Calciatori Ignoranti

Questo Qatar 2022 ci ha regalato emozioni, mettendo sotto le luci della ribalta piacevoli sorprese e gratite conferme

La Redazione20 Dec 2022

Al Lusail Stadium l'Argentina e Leo Messi hanno coronato un percorso magico con la vittoria della Coppa del Mondo, dopo una partita indimenticabile, e sicuramente già entrata negli annali del calcio, contro la Francia, arresasi solo ai calci di rigore. Un 3-3 spettacolare, il quale ha visto non solo la battaglia tra le due compagini, ma ha messo in luce soprattutto la rivalità tra Messi e Mbappe, alieni del pallone che, come due pugili, si sono ribattuti colpo su colpo per tutti i 120 minuti del match.
L'extraterrestre francese, nonostante la tripletta, è uscito sconfitto, mentre per la Pulga si sono aperte le porte dell'Olimpo con un titolo che lo affianca definitivamente a Maradona nel novero dei più grandi di sempre. Il 10 Albiceleste, come se non bastasse, è stato nominato MVP del Mondiale, bissando il successo del 2014. Ma in Qatar, nonostante la fortissima impronta di Francia e Argentina, si sono potute ammirare diverse realtà, con piacevoli sorprese, gradite conferme e qualche flop decisamente illustre. Andiamo qui a scoprire, con una formazione tipo 4-4-2, la Top XI di questi Mondiali in Qatar.

Portiere: Yassine Bounou (Marocco)

Se il Marocco è diventata la prima nazionale africana della storia a raggiungere le semifinali, concludendo poi ai piedi del podio, gran parte del merito lo si deve al suo portierone "Bono", diventato un idolo in patria dopo aver neutralizzato la Spagna ai rigori e aver mantenuto la porta inviolata in 4 occasioni, eliminando - tra gli altri - squadroni come Belgio e Portogallo. È il vincitore morale del premio di miglior portiere (poi andato ad Emiliano Martinez), contraddistintosi per riflessi, reazione e agilità da gatto tra i pali.
L'estremo difensore del Siviglia, classe '91, ha stregato tutti, tanto da finire molto rapidamente nel taccuino di alcune tra le migliori squadre d'Europa, Bayern su tutti.

Difensori: Theo Hernandez (Francia), Joško Gvardiol (Croazia), Cristian Romero (Argentina), Achraf Hakimi (Marocco)

Esperienza, velocità, tecnica e gioventù si amalgamano benissimo nella retroguardia migliore di Qatar 2022.

Sulle fasce confermiamo il duo più esplosivo, Theo Hernandez e Hakimi. Il terzino rossonero inizia il suo Mondiale come riserva del fratello, sostituendolo dopo pochissimi minuti dal fischio d'inizio dell'esordio causa grave infortunio. È la svolta per la Francia, sotto 1-0 con l'Australia e capace di rimontare e volare nuovamente fino alla finale. Theo, più bloccato rispetto alle sgroppate in maglia Milan, si rende comunque protagonista, confezionando due assist (di cui uno a Giroud) e trovando la rete che sblocca la semifinale contro il Marocco. Non male affatto.
Hakimi è, invece, l'anima del Marocco, il motore a propulsione che ha guidato le offensive della Nazionale, capace di spingersi oltre vette inesplorate per una formazione africana, segnando un rigore decisivo agli ottavi con tanto di cucchiaio e concludendo con insulti e minacce ad Infantino. Protagonista.
Al centro della difesa premiamo Cristian Romero, un gigante per tutto l'arco della rassegna iridata, e Gvardiol, il croato che, se non fosse stato ubriacato da Messi in semifinale, si sarebbe probabilmente aggiudicato il premio di miglior giovane del torneo. Menzione d'onore dunque per il croato, possente mascherato capace di annullare ogni centravanti trovato sulla strada.

Centrocampisti: Sofyan Amrabat (Marocco), Luka Modric (Croazia), Jude Bellingham (Inghilterra), Enzo Fernandez (Argentina)

Amrabat ha recuperato tutto, anche noi, in questi Mondiali. Il cuore pulsante del centrocampo marocchino ha triplicato la sua valutazione, giganteggiando a centrocampo, polmone infinito capace di intercettare miriadi di palloni: impossibile non inserirlo in questa best XI.
Al suo fianco andiamo invece a premiare Enzo Fernandez, miglior giovane del torneo. L'argentino è partito in sordina, riserva di Paredes, salvo poi rientrare immediatamente nell'undici di Scaloni cambiando totalmente volto alla Seleccion. Talento, tecnica, cuore, garra.
Con caratteristiche simili ai due sopra menzionati ecco Luka Modric, anima e leader di una stoica Croazia, ancora una volta sul podio del torneo dopo il 1998 ed il secondo posto in Russia. All'ultimo Mondiale disputato, a 37 anni compiuti, il numero 10 ha saputo ancora una volta regalare spettacolo al pubblico, caricandosi sulle spalle la Nazionale a suon di giocate visionarie, confermandosi uno dei più forti giocatori della sua generazione.
E, a proposito di generazioni, chiudiamo il cerchio con Jude Bellingham, che con l'Inghilterra si è messo in luce dinanzi al mondo sfoderando classe, eleganza e personalità non indifferenti. La carta d'identità recita "19 anni" ma, sul campo, questo possibile punto di debolezza (inesperienza, primo Mondiale) si è trasformato in forza. In gol all'esordio contro l'Iran, poi ottime prestazioni in serie fino all'eliminazione ai quarti contro la Francia, dove è stato il primo a consolare Kane dopo l'errore dal dischetto. Prove tecniche di leadership per il futuro che verrà, mentre ci godiamo il presente.

Attaccanti: Lionel Messi (Argentina); Kylian Mbappe (Francia)

Sopra tutto e sopra tutti. I due marziani tre gradini sopra gli altri giocatori si sono contesi la Coppa del Mondo offrendo prestazioni divine fino ad una finale giocata in maniera suprema. Messi e Mbappe, Mbappe e Messi.
Gli uomini più attesi di tutto il Mondiale non hanno tradito le attese, riuscendo di andare persino oltre le altissime aspettative che il popolo francese e argentino riversava in loro. 15 gol in due, di cui 5 nel solo ultimo atto. Fortunati noi ad assistere ad uno dei duelli più belli della storia, concluso forse nella maniera più romantica possibile (perché in fondo sappiamo che per Kylian questa non è stata certo l'ultima finale, e avrà modo di rifarsi).
Difficile aggiungere altro, quello che abbiamo visto rimarrà sicuramente impresso negli annali ed impossibile non menzionare entrambi. Con un Mbappe mai domo che da solo stava ribaltando una finale fatta, ed un Messi Maradoneggiante capace di respingere tutte le etichette e trascinare con carattere e leggiadria una squadra sicuramente inferiore sul tetto più alto del Mondo.

Leggendari.