I presidenti della Serie A più vincenti di sempre

Calciatori Ignoranti

Qual è il Presidente più iconico della storia della Serie A?

Calciatori Ignoranti20 Oct 2022

Il patron, come si diceva una volta, proprietario di un club perché innamorato di quei colori, o semplice investitore dedito a rimpinguare il suo portafoglio e poi vendere. C’era un tempo in cui la Serie A era dominata da imprenditori italiani, tifosi di calcio in primis che destinavano le proprie risorse per far felice il pubblico. Uomini rispettati, personaggi illustri di questo o quel settore che in un pallone che rotolava sul campo trovavano ristoro dallo stress del business (o della politica). Dalle famiglie Agnelli e Moratti a Silvio Berlusconi, passando per i Sensi alla Roma, Della Valle alla Viola e Cragnotti prima e Lotito poi. Andiamo qui a scoprire qui i presidenti più vincenti in ambito nazionale ed internazionale:

Giampiero Boniperti: 16 trofei

469 presenze e 188 reti in maglia bianconera. 5 scudetti e 2 Coppe Italia vinte a cavallo degli anni ‘50 e ‘60.

Considerato dalla stessa Juventus come il calciatore più rappresentativo nella storia della società, m non soltanto per i trionfi sul campo ma soprattutto per quelli dietro la scrivania. Appesi gli scarpini al chiodo, infatti, la famiglia Agnelli gli affida immediatamente un ruolo dirigenziale nella Vecchia Signora, con lo stesso Boniperti divenuto poi Presidente nel 1971 (carica che manterrà fino al 1990). Al timone della società sarà l’artefice di uno dei cicli più duraturi e vincenti della storia. Una macchina perfetta costruita ad arte, guidata in panchina da Giovanni Trapattoni che tra la seconda metà degli anni ‘70 e primi anni ‘80 portò nella bacheca bianconera ben nove Scudetti, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Uefa ed una Coppa delle Coppe, per un totale di 16 titoli che fecero di Giampiero Boniperti il dirigente più titolato della storia.

Il sodalizio terminò poi nel febbraio 1990 con le dimissioni, figlie probabilmente dei movimenti ai vertici manageriali ed a un generale cambiamento del mondo del calcio.

Vittorio Caissotti di Chiusano: 16 trofei

Al posto di Boniperti subentro Vittorio Chiusano, noto avvocato e politico facente parte del Consiglio Comunale di Torino di fine anni 80.

Già consigliere di amministrazione prima e vicepresidente poi, rimase in carica fino alla scomparsa, avvenuta nell’estate 2003, poco prima di conquistare un’ultima Supercoppa Italiana, a lui dedicata. Modi gentili, passione smodata per i colori bianconeri e tanto rispetto ed educazione, ingredienti essenziali per avviare un nuovo ciclo vincente: e così fu. 13 anni di successi, internazionali e nazionali, arricchirono ulteriormente il palmares della Vecchia Signora con 16 trofei totali. La Juventus, nel suo cuore da sempre, gli restò accanto fino alla fine dei suoi giorni.

Un amore incredibile tutt’ora mai dimenticato. 

Massimo Moratti: 16 trofei

Amore, famiglia, fede, portafoglio.

Massimo Moratti è stato il Presidente più vincente della storia dell’Inter, superando di gran lunga il padre Angelo, in carica ai tempi della grande Inter degli anni ‘60. È il 1995 quando Moratti junior diventa il numero 1 della società, promettendo di rilanciare l’Inter ai vertici del calcio europeo. Fin dall’inizio un netto esborso di miliardi di lire favorirà l’arrivo di numerosi giocatori, primo tra tutti Ronaldo il Fenomeno, strappato al Barcellona per 48 miliardi di lire nel giugno 1997, una cifra astronomica che corrispondeva alla sua clausola rescissoria, pagata senza badare a spese dal neopresidente. Il primo squillo in bacheca è la Coppa UEFA, arrivata l’anno dopo, poi anni di magra, dove le feroci critiche faranno da contraltare agli investimenti sul mercato, spesso sbagliati ed oggetti di scherno. Con Roberto Mancini, nel 2005, arriva la Coppa Italia e, complice Calciopoli, lo Scudetto. La lunga attesa sarà così ripagata da una lunga serie di successi, che fino al 2010 vedranno l’Inter di nuovo al centro dei riflettori. Il culmine, tuttavia, giunge il 22 maggio 2010, quando al Santiago Bernabeu l’Inter conquista la sua terza Champions League, 45 anni dopo l’ultima, coronando con il Triplete una stagione incredibile e, per certi versi, irripetibile. È il giorno in cui Massimo Moratti entra definitivamente nella leggenda, consolidando la propria leadership con la vittoria del Mondiale per Club nel dicembre seguente.

In tutto saranno 16 i titoli conquistati fino al novembre 2013, quando l’Assemblea dei Soci dell’Inter eleggerà come nuovo Presidente Erik Thoir. Rimarrà comunque presidente onorario fino al 2014 e azionista fino al 2016, anno in cui lascerà definitivamente l’Inter.

Andrea Agnelli: 19 trofei

Il quarto Agnelli a ricoprire la carica di Presidente, dopo il nonno Eduardo, lo zio Gianni ed il padre Umberto, è Andrea, divenuto numero uno nel 2010.

Il suo mandato è storico perché incredibilmente vincente sul versante sportivo (19 trofei di cui 9 Scudetti consecutivi) e redditizio sul piano economico e di investimenti. Un virtuoso processo di rinnovamento investe infatti la società Juventus, viene costruito il nuovo stadio di proprietà e migliorati i servizi ad esso connessi, dal J-Village al J-Museum, passando per il centro sportivo. Non solo, viene istituita la seconda squadra maschile e la prima femminile, già vincente e plurititolata sia a livello individuale che di squadra. Alla Juventus arriva Cristiano Ronaldo, sinonimo di enorme forza commerciale anche a livello internazionale, ma non riuscirà a riportare la coppa dalle grandi orecchie a Torino.

Nonostante qualche momento difficile, le finali perse in Champions così come il favoreggiamento fallimentare del progetto Superlega, Andrea Agnelli rimane per il momento saldo al timone della Vecchia Signora, forte del fatto di essere riuscito a condurre il club in tempi difficili verso un futuro internazionale e, come i tifosi sperano, di successo.

Silvio Berlusconi: 26 trofei

È il 20 febbraio 1986 quando cambia ufficialmente la storia del Milan.

Un rampante Silvio Berlusconi, già leader nel campo di editoria e televisioni ed in procinto di entrare in politica, si invaghisce del Diavolo e sceglie di puntare sul cavallo rossonero. Quella che ne nascerà sarà l’epopea calcistica più vincente del calcio italiano e tra le più importanti di quello internazionale. 31 anni e 29 trofei (3 in meno se escludiamo il periodo 2004-2006 e 2008-2011 in cui la carica è stata formalmente vacante a causa di una legge sul conflitto d’interessi quando il Cavaliere era Presidente del Consiglio), una storia leggendaria che rese il Milan, per un periodo, club più titolato al mondo. Dalla prima Champions vinta a Barcelona, davanti a 90 mila rossoneri nell’88, a quella di Atene con Ancelotti e Inzaghi immensi protagonisti, passando per Scudetti, Coppe Intercontinentali e Supercoppe.

Con Adriano Galliani ha rappresentato una coppia straordinariamente affiatata, colma di passione e amore che è riuscita a scrivere capitoli indimenticabili di calcio non soltanto col Milan, ma ad oggi anche con il Monza, squadra di “casa” condotta per la prima volta in Serie A.