I 5 Episodi Arbitrali più Ignoranti di Sempre

Calciatori Ignoranti

Scopri gli episodi arbitrali più ignoranti di sempre!

Calciatori Ignoranti14 Oct 2022

Iniziamo con una premessa doverosa: il mestiere dell’arbitro è spesso molto difficile, sottoposto ad una serie infinita di pressioni non soltanto sul terreno di gioco ma soprattutto fuori, dove una decisione ritenuta quantomeno “dubbia” dalla tifoseria presente allo stadio può sfociare in una grandinata di fischi ed insulti ad ogni decisione presa. Grandi prestazioni della terna hanno fatto così da contraltare ad errori grossolani, sviste clamorose passate alla storia sul versante sbagliato.

Poi però c’è chi è andato oltre, lasciando passare il proprio errore e continuando imperterrito a sbagliare. Direttori di gara sopra le righe, talvolta arroganti ed eccentrici, altre volte semplicemente distratti, capaci di essere ricordati per alcune “gesta” entrate nell’immaginario collettivo. Scopriamone cinque ricordati, anche se non sempre questo vale come accezione positiva.

Byron Moreno (Corea del Sud-Italia, 2002)

Partiamo dal più conosciuto e odiato ed allo stesso tempo dal meno idolatrato: Byron Moreno, la causa degli esaurimenti nervosi di molti italiani in quel lontano pomeriggio di Corea-Italia, Mondiali 2002.

Un rigore “generoso”, un fuorigioco inesistente segnalato a Tommasi che ci avrebbe qualificato, l’inconcepibile doppia ammonizione di Totti ed una serie molto lunga di interventi piuttosto duri dei coreani non puniti dal cartellino.
Insomma, una direzione di gara unidirezionale e talvolta arrogante che destò fortissime critiche in Italia. Non soltanto, perché la carriera ignorante di Byron Moreno non si è di certo arrestata in quel frangente.
Nel settembre 2002, in patria, venne accusato di aver combinato un Barcellona-Liga Quito, terminato con il punteggio di 3-4 dopo che gli ospiti erano stati in svantaggio per 3-2 fino a poco prima del 90’. Un rigore inesistente, nessun tipo di intervento sui falli e 13 minuti di recupero effettivi giocati sui 6 decretati. L’accusa, considerando che lo stesso direttore di gara era candidato a Quito, cadde alla sua non elezione.
L’anno successivo si presentò alla Rai affermando che la colpa dell’eliminazione non era certo da attribuire a lui: un eccesso di protagonismo che gli costò la carriera, con la federazione dell’Ecuador che decise di non permettergli più di arbitrare.
Una brutta fine alla quale si è aggiunto, nel 2010, l’arresto per possesso di stupefacenti e l’indagine per evasione fiscale (2 anni dopo) in patria.

Tom Ovrebo (Chelsea-Barcellona, 2009)

Chelsea-Barcellona, semifinale di Champions League 2009. È il match di ritorno dopo lo 0-0 dell’andata, ed a Stamford Bridge succede di tutto. Protagonista, suo malgrado, è il direttore di gara Ovrebo, vistosamente accusato dai londinesi per aver, a detta loro, favorito i blaugrana attraverso una serie di decisioni alquanto dubbie.

Essien porta comunque in vantaggio i Blues (ripresi ed eliminati da Iniesta al 93’) ma è quello che succede nel durante a scatenare l’ira dei giocatori in campo. All’allora formazione allenata da Hiddink non vengono fischiati ben 4 rigori, di cui due per falli di mano abbastanza netti di Pique ed Eto’o. Ed è proprio quest’ultimo a far traboccare il vaso: Ballack sfuria verbalmente all’indirizzo del “referee”, inseguendolo con fare minaccioso il norvegese Ovrebo per tutto il campo. Una scena comica e decisamente antisportiva a cui farà seguito il “terzo tempo” della sfida, quando a fine partita più giocatori del Chelsea finiranno a muso duro con il direttore di gara, tra cui proprio Drogba, allontanato dagli steward.
Urla e nervosismo che costeranno una deludentissima eliminazione. Diversi anni più tardi, lo stesso Ovrebo ammetterà il danno commesso, un modo seppur parziale di farsi perdonare. L’avranno fatto i tifosi Blues? Difficile crederlo.

Paolo Tagliavento (Milan-Juventus, 2012)

A distanza di ormai più di 10 anni, uno dei gol fantasma più famosi del nostro calcio riecheggia con vigore ad ogni Milan-Juventus a San Siro.

Era il 25 febbraio 2012 e Sulley Muntari, di testa, inchiodava la palla alle spalle della linea di porta, nonostante il tentativo finale di Buffon di liberare la porta. Il gol, evidente, non venne visto da Paolo Tagliavento e la sua terna, i quali fecero proseguire il gioco senza proferire fischio.
Dieci anni fa, la sfida tra Antonio Conte e Max Allegri valeva una grossa fetta di titolo, e dal possibile 2-0 Milan si arrivò al pari, 1-1, con i bianconeri Campioni d’Italia. Un errore grossolano che macchiò in modo indelebile il campionato, destando polemiche su polemiche.

Janny Sikawze (Tunisia-Mali, 2022)

Ci trasferiamo in Africa per commentare le assai poco nobili gesta di Janny Sikawze, protagonista dello scandalo di Tunisia-Mali della scorsa Coppa d’Africa.

Match di apertura del gruppo F, punteggio sullo 0-1 e minuto 85 di gioco: lo zambiano direttore di gara fischia, inspiegabilmente la fine. Un errore nell’impostazione del cronometro del match affermerà successivamente. Fatto sta che, resosi conto della clamorosa gaffe, proporrà alle due squadre di giocare il restante tempo, salvo poi fischiare nuovamente una seconda (sbagliata) fine partita all’89’, ben prima dei 6 minuti di recupero promessi dopo le 6 sostituzioni, 3 richiami VAR, un rosso e due rigori. Un disastro reiterato in larga scala che si concluderà con una scorta ad accompagnarlo fuori dal terreno di gioco, invaso da proteste e violenti faccia a faccia tra le due compagini e chi cercava giustizia dando la caccia al povero Janny.
Nel post-partita, oltre a parlare di “errore tecnico”, si è discusso molto sul motivo, il quale abbia portato l’arbitro a compiere una serie di iniziative davvero grossolane. Da chi parlava di “colpo di sole” dovuto all’eccessivo calore, prontamente è arrivata la dichiarazione dell’interessato, che affermò di essere stato mosso da Dio nella scelta di fischiare anticipatamente, evitando così di morire.
Giustificazione altrettanto strana, che ancora di più ha fatto aumentare le polemiche e la delusione dei tunisini.

Mario Vanna (Svizzera-Italia, 1954)

L’inizio non fu certo promettente: Mario Vanna, anno di nascita 1902, iniziò la professione di arbitro a seguito di una scommessa. Duro, aggressivo, in campo si faceva rispettare, tanto da essere rispettato e temuto da tutti.

Nel 1947, durante un Flamengo-Botafogo, mandò sotto la doccia due giocatori, per protesta gli lanciarono addosso una bottiglietta e lui gliela restituì allo stesso modo, senza badare troppo all’educazione, scaturendo una reazione clamorosa dei tifosi, i quali invasero il campo cercando di aggredirlo e picchiarlo. La polizia tentò a proteggerlo, ma lui rimase in campo e fu portato fuori a forza.
Da sempre protagonista in Brasile, nel 1954 fece il suo grande esordio internazionale in occasione di uno Svizzera-Italia dei Mondiali. Partecipa al ritiro dei rossocrociati, ed in campo lì aiuta palesemente: fischia un fuorigioco inesistente agli azzurri, provocando una rissa, ne assegna uno irregolare alla Svizzera e, durante le proteste, tira un gancio destro a Boniperti. A fine gara prende letteralmente dei calci nel tunnel dai giocatori azzurri, ma non lo scrive nel referto.
La sua carriera terminò poco più tardi, quando in poltrona di telecronaca su Radio Globo durante Ungheria-Brasile (vinta dai magiari 4-2) diede all’arbitro del comunista ed alla Fifa “una cricca di ladri”. Un personaggio indiscusso.