I Grandi Ex di Milan-Juventus
Chi vincerà il big match post-Champions?
San Siro si fa bella per una grande notte: è già tempo di Milan-Juventus, una delle partite più importanti del calcio italiano.
Max Allegri e Stefano Pioli arrivano con due morali diametralmente opposti: da una parte la Juventus, ritrovatasi in settimana con il doppio successo contro Bologna e Maccabi Haifa, arrivati grazie al ritorno al gol di Vlahovic ed uno spettacolare Di Maria. Dall’altra il Milan, una rosa incerottata e colpita dagli infortuni che arriva dalla pesante sconfitta in casa del Chelsea, un 3-0 senza repliche. Siamo soltanto ad ottobre, ma è già decisiva per quello che sarà il percorso delle due squadre.
Pile di trofei, riconoscimenti e tradizione si mescolano perfettamente tra il bianco ed il rosso, intervallate dal nero.
Una lunga rivalità sfociata spesso in confronti leggendari, battaglie per lo Scudetto e gesti iconici quanto memorabili. Diavolo e Vecchia Signora, squadre più titolate d’Italia, nuovamente una di fronte all’altra per il predominio nazionale. 175 confronti nella sola Serie A (ed una finale di Champions) ed un libro di storia ricco di giocatori, fuoriclasse e no, passati da entrambe le maglie, spesso non senza conseguenze.
Riviviamo ora alcuni grandi ex del passato, e del presente:
I giocatori ancora in attività
Da una parte Zlatan Ibrahimovic, dall’altra De Sciglio e Bonucci.
La storia dello svedese la conosciamo: l’ex Ajax arriva giovanissimo in Italia grazie ad un’intuizione di Luciano Moggi, e fin dall’inizio si impone in attacco al fianco di mostri sacri come Trezeguet e Del Piero. Ibra, uno a cui certo non mancava la personalità, si dimostra subito un fuoriclasse, pur faticando inizialmente con Capello al timone. Vince due campionati (revocati), Calciopoli lo allontana dalla Juventus: passa all’Inter prima ed al Barcellona poi, arrivando al Milan nel 2010 per riportare lo Scudetto. Tornerà ai rossoneri nel dicembre 2019 e, nemmeno a dirlo, rivincerà il titolo nel maggio 2022. Al momento è ancora fermo ai box, con la speranza di rientrare nel gennaio prossimo.
Mattia De Sciglio è il “figlioccio” di Allegri: Max lo fa esordire con il Diavolo da ragazzino prodigio nel 2011 (poi 110 presenze) e lo porta con sé alla Juve, sei anni più tardi.
La parentesi rossonera di Leonardo Bonucci è molto breve, presentato in pompa magna dal dynamic duo Fassone-Mirabelli come acquisto più caro del mercato e capitano de nuovo corso che, nel 2017, era startato con un investimento superiore ai 250 milioni sul mercato. Un solo anno, molte ombre e poche luci, e subito il ritorno alla Juventus con tanto di scuse.
Ma tra gli ex che saranno regolarmente in campo ritroviamo anche Manuel Locatelli, già decisivo in un Milan-Juventus 1-0 dell’ottobre 2016: allora fu una sua conclusione a superare Buffon e regalare ai rossoneri un successo che mancava da 4 anni. Seconda stagione per lui in bianconero.
I fuoriclasse del passato
E qui la lista si allunga notevolmente.
Da Christian Abbiati (“parcheggiato” alla Juventus dopo l’infortunio di Buffon nel trofeo Berlusconi 2005) a Zambrotta, Legrottaglie e Vierchwood, passando per mastini del centrocampo come Davids e Viera, non tutti hanno lasciato un segno indelebile in entrambe le squadre, distinguendosi per prestazioni solo in una piuttosto che nell’altra.
Menzione speciale per Andrea Pirlo, icona del vincente Milan di Ancelotti e altrettanto leggendario nella Juve di Conte prima ed Allegri poi, con i quali è arrivato a sfiorare la conquista della Champions League. Il Maestro, scaricato proprio da Max al Milan dopo anni di gioie nazionali e continentali, riparti dalla Juventus, contribuendo in modo eccezionale alla risalita italiana della Vecchia Signora, tornata in vetta dopo anni davvero complicati. Ma è nel reparto avanzato che le maglie di Milan e Juventus si sono intrecciate nella storia di svariati campioni di questo sport.
Altafini e Paolo Rossi, Virdis ed Aldo Serena, Baggio, Inzaghi e Vieri. Alcuni di essi riuscirono nel non facile intento di farsi amare da entrambe le tifoserie, vincendo titoli personali e di squadra.
Il Divin Codino, ad esempio, vinse il Pallone d’Oro con la Juventus e lo Scudetto con entrambe, Inzaghi fece lo stesso, arricchendo la propria bacheca europea conquistando qualsiasi cosa (da enorme protagonista) negli anni al Milan. Vieri esplose a Torino ed arrivò, scarico, 10 anni dopo nella Milano rossonera. Già detto di Ibra, il parco attaccanti si completa con Borriello e Matri, campioni d’Italia con la Juventus di Antonio Conte, e Gonzalo Higuain, centravanti d’oro ai servigi di Max Allegri e nervoso e poco decisivo nella brevissima parentesi rossonera, arrivata dopo che alla Continassa si decise di fare spazio a Cristiano Ronaldo.
Gli allenatori
Trapattoni, poi Capello e Ancelotti, top class di livello assoluto.
Don Fabio, anni Settanta, gioca in entrambe: le allenerà anche, vincendo tutto con il Milan e conquistando due Scudetti su due alla Juventus, poi revocati da Calciopoli.
Sir Carlo milita da onesto mestierante di centrocampo nel Milan di Sacchi, quello più forte della storia. Allena la Vecchia Signora, due stagioni tribolate e quel diluvio di Perugia mai mandato giù dai tifosi bianconeri. Si rifarà qualche anno seguente al Milan, inaugurando e conducendo un ciclo stellare che regaleranno alla bacheca del Diavolo due Champions (più una terza rocambolescamente persa). La vittoria di Manchester, proprio contro la Juventus, una piccola rivincita personale.
E adesso? Due ex siedono ancora sulla panchina.
Max Allegri, 3 anni e mezzo in rossonero con uno Scudetto vinto ed un ciclo vincente alla Juventus con un filotto di 5 primi posti. Tornato nella passata stagione per riprendere il timone, ha incontrato un mare in burrasca, il quale fatica tutt’oggi a diventare definitivamente calmo.
E Stefano Pioli? Si, molti potrebbero non esserne a conoscenza, ma il protagonista di “Pioli is on fire” e splendido condottiero dello Scudetto vinto a Reggio Emilia nel maggio scorso, è l’insospettabile ex della partita, essendo stato in passato un giocatore della Juventus. Tre stagioni tra il 1984 ed il 1987, 58 presenze ed 1 gol, con però una Coppa Campioni ed una Coppa Intercontinentale messe in saccoccia.