I 5 Rigori più Ignoranti di Sempre
Le emozioni, sempre contrastanti, del tiro dagli 11 metri
Da sempre e per sempre il tiro dagli 11 metri risulta essere un catalizzatore di emozioni contrastanti. Battere un calcio di rigore sembra facile, eppure spesso così complicato. La sfera è ferma, posizionata con certosina precisione sul dischetto: stadio e giocatori ti osservano mentre tu, in attesa del fischio d'inizio, provi a liberare la mente da pensieri ed emozioni, concentrandoti solo sul lato dove infilare il pallone.
I rigori sono spesso stati testimoni di grandi gioie ed incredibili fallimenti, l'ultimo passo prima della gloria eterna o della triste debacle. Di collo o di piattone, sotto l'incrocio o all'angolino, negli anni li abbiamo visti battuti in ogni modo. Eppure, c'è qualcuno che è andato sopra le righe, sfidando il destino con supponenza e goliardia, non sempre con esito positivo. Andiamo a scoprire chi:
Francesco Totti, Italia-Olanda (Euro 2000)
Quel "Mo' je faccio er cucchiaio" sussurrato a Di Biagio e Maldini prima di presentarsi al capezzale di Van Der Sar rimarrà negli annali della storia della Nazionale Italiana.
Siamo in finale di un Europeo, 6 mesi dallo scocco del nuovo millennio, Italia contro Olanda ed una sequenza di rigori che ci sta dicendo bene anche grazie al miracolo di Toldo su De Boer e l'errore di Stam. Davanti ad un Amsterdam Arena gremita di tifosi Orange si presenta dunque Francesco Totti per andare sul 3-0. Il dieci della Roma, al fischio di Merk, stupisce il mondo "scavando" il pallone ed insaccandolo al centro della porta. Freddezza e personalità che si mischiano ad una tranquillità olimpica nel giocarsi l'approdo in finale con un cucchiaio incredibile. Il fato è benevolo, l'Italia volta all'ultimo atto ed il Pupone entra definitivamente nella memoria di tutti gli italiani.
Peccato poi Wiltord e Trezeguet…
Maicosuel, Udinese-Braga (playoff Champions)
Quando l'ordinaria follia supera il talento e travalica i confini della fortuna, succede l'imponderabile. È questo quanto accaduto a Maicosuel, discreto mestierante che nel lontano agosto del 2012 ha scelto di sfidare la fortuna, perdendo malamente.
La sua Udinese è nuovamente chiamata all'appuntamento Champions in un playoff complicato ma sicuramente non proibitivo contro il Braga. La partita è sporca, difficile, si vede da qualche segnale che non sarà una serata gioiosa. Armero la sblocca, Micael pareggia nella ripresa. Si va ai supplementari, ma non bastano.
Ecco allora giungere come una sentenza la sequenza dei calci di rigore, la quale bene non dirà ai bianconeri. Brkix, estremo difensore dell'Udinese, dopo 90 minuti spettacolari non riesce a ripetersi, non opponendosi mai alle conclusioni avversarie dagli 11 metri. Ne sbaglierà solo uno l'Udinese, il più amaro. È il brasiliano Maicosuel il terzo incaricato a calciare dal dischetto. Con una sfacciataggine che forse non gli compete prova il cucchiaio, colpendo malissimo. Il pallone, molle e centrale, finisce senza alcun patema tra le braccia del portere del Braga Beto, rimasto fermo ed immobile ad attendere la sfera.
Occasione Europa fallita miseramente, e nel peggiore dei modi. Uno scavetto orrendo che, negli anni a venire, verrà usato come metro di paragone per giudicare i rigori più brutti.
Simone Zaza, Italia-Germania (Euro 2016)
La rincorsa peggiore di tutti i tempi porta la firma dell'ex centravanti di Juve e Toro Simone Zaza, il quale nel lontano 2016, durante il quarto di finale dell'Europeo contro i tedeschi, sfidò Neuer dopo essere entrato al 120° solo per calciare il penalty. La Zaza Dance, ribattezzata così sui social dove diventò un vero cult, parte da una rincorsa non molto lunga e centrale rispetto al pallone. Passettini corti uno dopo l'altro, poi una sorta di skip velocissimi ad un centimetro dalla sfera e calcio.
Risultato: altissimo.
Un epilogo ancora più improponibile che diede, di fatto, il via alla sconfitta, facendo tuttavia di Zaza un fenomeno virale su Facebook e Instagram, con meme e video parodia i quali, nella tristezza, ci fecero divertire per tutta l'estate.
Graziano Pellè, Italia-Germania (Euro 2016)
Il teatro del grottesco raggiunge il suo apice poco dopo il rigore di Zaza. Con Maicosuel parlavamo di sfacciataggine, qui tocchiamo invece vette decisamente superiori. Contestualizziamo prima: Barzagli ci ha portato in vantaggio 2-1 nella sequenza dei rigori, mentre Ozil ha colpito il palo. Quale miglior occasione, dunque, per portarci avanti di due lunghezze ed indirizzare il risultato?
Ecco allora che dagli 11 metri si presenta Graziano Pellè, tra i migliori della serata e di tutta la rassegna azzurra in Francia. Al cospetto di Neuer, ingaggia fin da subito una battaglia psicologica, anticipandogli che l'avrebbe superato mimando il gesto del cucchiaio. Sfrontato, direte voi, ma tremendamente inefficace.
La conclusione di poco seguente è una tristissima mozzarella calciata col destro, che si spegnerà miseramente sul fondo, non inquadrando nemmeno la porta. Una figuraccia di proporzioni bibliche che costerà caro agli azzurri, i quali dopo l'errore di Darmian abdicheranno definitivamente.
Robert Pires-Thierry Henry, Arsenal Manchester City
Rievocare una tradizione e trasformarla in miserabile fallimento. Non lo penseresti mai se a realizzare l'azione fossero due affermati fuoriclasse quali Pires e Thierry Henry.
2005, Highbury, Arsenal-Manchester City. Col punteggio di 1-0 per i Gunners (rigore di Pires) viene fischiato a 20 minuti dalla fine un secondo penalty ancora per i londinesi. Dal dischetto si presenta ancora il 7 dell'Arsenal, che dialoga però prima a lungo con il 14, Henry. Al fischio parte comunque Pires: la sua è una rincorsa breve, quasi titubante. Impatta il pallone con un'immane delicatezza, forse sfiorandolo, sicuramente toccandolo ma in una maniera quasi impercettibile.
Tra lo stupore generale si fionda sulla sfera Henry, che però lo guarda non capendo cosa fare. Nella confusione generale, alla fine, della sfera si impossessano i difensori dei Citizens, spazzando lontano il pericolo e lasciando i due francesi dell'Arsenal immobili e molto imbarazzati proprio sopra il dischetto del rigore. Cosa successe realmente lo spiegarono poi i due protagonisti, dicendo come già in allenamento avessero in programma di mettere in mostra il "rigore a due", usanza nata nelle Fiandre a fine anni 50 ma salita alla ribalta grazie a Cruyff nell'82. L'azione tentata e mai riuscita fu da subito sommersa di critiche, con Danny Mills, allora difensore del City, che parlò di "eccessiva superbia e tracotanza".
Anni dopo altri fuoriclasse tentarono di rievocare l'insano gesto: disse bene ad esempio a Messi e Suarez in un Barcellona-Celta del 2016, ma male a Pablo Piatti e Ponzuelo che, in un Toronto-Montreal Impact, tentarono lo sgarbo proprio contro Henry, tecnico del Montreal.