I 5 marcatori più surreali della storia di Inter-Milan

Calciatori Ignoranti

Inter o Milan. Chi Vince il derby?

Calciatori Ignoranti05 Feb 2022

La stracittadina del capoluogo lombardo arriva nel momento più caldo del campionato. 
Il derby di Milano funge da crocevia fondamentale nel proseguo della Serie A: l’Inter, intenta a fare la gazzella in vetta, decisa come non mai ad effettuare l’allungo decisivo sulle inseguitrici. 
I punti di distanza tra le due squadre sono ora in totale 4, con i nerazzurri di Simone Inzaghi che ancora devono recuperare la sfida con il Bologna. 
Una parata di stelle sul nuovo, si spera, manto di San Siro. 
Ma il derby di Milano, spesso, ha impressionato per l’exploit di un giocatore “sorpresa”, andato a segno inaspettatamente e contro qualsiasi pronostico, facendo impazzire di gioia e rabbia le due tifoserie.  
Ne abbiamo selezionati cinque da non credere. 
È proprio il caso di dirlo: non sempre sono i campioni a risolvere le partite decisive. 

Gianni Comandini (Inter-Milan 0-6, 11 maggio 2001)

Estate 2000/2001: il Milan di Berlusconi è alla ricerca di un bomber da affiancare a Shevchenko e scommette 20 miliardi di lire sul centravanti del Vicenza Gianni Comandini. 
La sua unica stagione rossonera sarà a dir poco deludente, tranne che per una notte. 
E sarà proprio quella magica sera, indimenticabile per ogni tifoso milanista. 
L’11 maggio 2001, sigla due gol nel primo tempo (gli unici della stagione, condividendo con Paolo Rossi il record di siglare una doppietta alla prima stracittadina disputata) e trascina il Milan ad una storica vittoria, la più larga, contro i cugini. 
Il risultato finale reciterà 0-6, probabilmente l’unico ricordo, comunque bellissimo, lasciato dall’attaccante romagnolo nella sua breve parentesi a Milano. 

Federico Giunti (Inter-Milan 0-6, 11 maggio 2001)

Le congiunzioni astrali a favore del Diavolo, la notte dello 0-6, non finiscono con Comandini. 
Si, perché c’è spazio anche per la gloria personale di Federico Giunti, 3 anni al Milan e solo due gol segnati: uno al Galatasaray nel 1999 e l’altro proprio la sera dell’11 maggio 2001. 
Minuto 9 della ripresa, calcio di punizione defilato dai 35 metri di cui si incarica proprio il centrocampista nativo di Perugia. 
È un cross, ma non la tocca nessuno. 
La parabola beffa il portiere nerazzurro Frey e si infila in fondo al sacco: 0-3 e strada spianata verso il trionfo. 

Ezequiel Schelotto (Inter-Milan 1-1, 24 Febbraio 2013)

Cross sulla sinistra di Yuto Nagatomo, zuccata a centro area di Schelotto: è l’1-1 di un derby emozionante, aperto da un fantastico esterno di El Shaarawy e ricco di occasioni da gol. 
La storia dell’argentino all’Inter è breve e fugace, tutt’altro che indimenticabile. 
Arriva dall’Atalanta il 31 gennaio, sceglie la maglia numero 7 e 6 mesi dopo svuota l’armadietto della Pinetina. 
L’unico lampo, nemmeno a dirlo, arrivato proprio in occasione della stracittadina, dove per l’emozione non è riuscito a trattenere le lacrime. 
Sarà l’unico momento di vera gloria non solo all’Inter ma in Italia. 
Negli anni successivi cambierà casacca molte volte, giocando anche in club blasonati (vedasi Sporting Lisbona), senza mai lasciare veramente il segno. 

Joel Obi (Milan-Inter 1-1, 23 novembre 2014)

Giungiamo ad un periodo storico piuttosto avaro di emozioni sui due lati del Naviglio. 
Milan e Inter vivono infatti una situazione poco felice dal punto di vista della qualità, troppo inferiore ai fasti del passato. 
Tifosi rossoneri e interisti leggono le rispettive formazioni e si mettono le mani nei capelli, accomunate da un senso di delusione e nostalgia dei tempi che furono. 
Comunque, sul campo si deve andare, e la stracittadina del novembre 2014 racconta esattamente questo momento, negli interpreti, nel gioco e negli obiettivi: una triste rincorsa ad un piazzamento in Europa League. 
Le squadre di Inzaghi e Mancini, per non farsi del tutto male, si dividono la posta in palio. 
È pareggio, 1-1: apre Menez con un esteticamente bello piattone al volo, pareggia poi Joel Obi. 
Rinvio corto in area di Zapata, errore di Essien e rasoiata del nigeriano che festeggerà con capriola, nello stesso stile del quasi omonimo ma connazionale Oba Oba Martins. 
Per il nerazzurro, 4 anni all’Inter decisamente poco memorabili e solo due gol segnati: una meteora arrivata e finita nel dimenticatoio. 

Cristian Zapata (Inter-Milan 2-2, 15 aprile 2017)

L’atmosfera, decisamente, non è delle migliori. 
Il livello qualitativo sul campo, men che meno. 
È il sabato di Pasqua, Milan e Inter, con i rossoneri in tenuta bianca, giocano nell’ora di pranzo per rispettare il fuso orario delle rispettive proprietà cinesi. 
L’obiettivo, anche in questo caso, è un anonimo sesto posto. 
L’Inter va sul doppio vantaggio, prima con Icardi e poi con Candreva, ed il Milan la riprende, il 2-1 al 38’ della ripresa con Romagnoli e la riacciuffa all’ultimo secondo dei 7 di recupero con Cristian Zapata. 
Speranze tutte riassunte nell’ultimo corner calciato da Deulofeu: Bacca anticipa in qualche modo il difensore e trova una specie di assist per Zapata che colpisce in solitaria con una girata vincente, traversa e gol convalidato dalla tecnologia.
Una mezza gioia in un profondo rosso dal quale le due squadre di Milano ne usciranno solo alcuni anni dopo.