5 Ex Dimenticati di Inter-Milan

Calciatori Ignoranti

Tra corsi e ricorsi storici, scopriamo quali sono gli ex che non hanno lasciato il segno

Calciatori Ignoranti16 May 2023

La settimana milanese è in totale fibrillazione, l'Euroderby d'andata ha definito il primo verdetto, ma tutto è ancora in discussione. Sulle due sponde del Naviglio, tifo rossonero e nerazzurro si osservano, si scrutano, si temono. La tensione è alle stelle per quella che è stata sicuramente la settimana calcistica meneghina più sentita da 20 anni a questa parte. Tra corsi e ricorsi storici, in attesa di un match di ritorno il quale sancirà la finalista di Istanbul, noi, qui, abbiamo provato a riavvolgere il nastro, addentrandoci tra le fila delle compagini coinvolte e ricercando quegli ex passati inosservati con il passare delle stagioni. Giocatori poco incisivi, che nelle loro esperienze col Diavolo o Biscione non sono riusciti a lasciare un bel ricordo, talvolta non lasciandone proprio, di ricordi. Ecco i migliori 5:


Thomas Helveg

Oggi allenatore, il difensore danese arriva in Italia nella lontana estate del 1993, ingaggiato dall'Udinese. Con i friulani disputerà 5 buone stagioni, entrando nel giro della Nazionale e venendo insignito, nel '94, del pregito titolo di "Calciatore Danese dell'anno".
Altrettante stagioni le giocherà con il Milan, vincendo subito lo scudetto nel 1999 con Zaccheroni (suo tecnico anche all'Udinese), e la Champions League del 2003 sotto la guida di Carlo Ancelotti. La sua avventura milanista sarà tutto sommato positiva, con 146 presenze complessive ed un gol segnato in Champions League.
Nell'estate da campione d'Europa passa all'Inter, nella logica di uno scambio con Cyril Domoraud. Con i nerazzurri, tuttavia, non riuscirà a replicare quanto fatto con il Diavolo. Un solo campionato, quello 2003/04, per un totale di 32 partite disputate, di cui 20 da titolare. Nessun gol o assist da segnalare per il terzino danese, che a fine stagione emigrerà nel Regno Unito, sponda Norwich City, per non far più ritorno.

Patrick Vieira

Campione del mondo con la Francia nel 1998 e d'Europa nel 2000, Patrick Vieira è stato probabilmente uno dei mediani più forti della sua generazione, colonna portante dell'Arsenal degli "Invincibili", con i quali ha vinto tre Premier League, quattro FA Cup (più una col City qualche anno dopo) e tre Community Shield. Ma il francese nel pre e post Gunners è stato discreto protagonista anche nel campionato italiano.
Con la Juve ha disputato una Serie A, 2005/06, approdando all'Inter l'estate seguente a seguito dello scandalo Calciopoli, esordendo in Supercoppa Italiana con una pregevole doppietta ai danni della Roma. A Milano, sponda nerazzurra, vincerà 3 Scudetti consecutivi, senza mai lasciare tuttavia il segno, complici diversi problemi fisici che ne hanno minato la continuità di rendimento.
Eppure in pochi sanno, o ricordano, che Patrick Vieira è transitato anche nell'altra sponda del Naviglio, quella rossonera. Correva l'anno 1995 ed il giovane centrocampista venne acquistato dalla società del Diavolo per 7 miliardi di lire. Rimase una sola stagione, vincendo il campionato ma disputando appena due partite. Venne poi ceduto all'Arsenal nel settembre 1996 e, come si suole dire, il resto è storia.

Christian Panucci

La carriera di Christian Panucci è probabilmente da associarsi all'esperienza romana, giallorossa, che tra il 2001 ed il 2009 l'ha visto protagonista indiscusso della Lupa, con oltre 200 presenze complessive.
Ma il volo spicca qualche anno prima, a Milano, quando a soli 20 anni e dopo due stagioni al Genoa è il Milan a puntarci fortissimo, acquistandolo per 9.5 miliardi di lire. È il Diavolo di Fabio Capello, reduce da due Scudetti consecutivi, e la competizione nel ruolo di terzino destro è alta data la presenza di Mauro Tassotti. Eppure, Panucci non si perde d'animo e si impone fin da subito come titolare, vincendo in tre stagioni e mezzo ben sei trofei, tra cui la Champions League. Lascerà i rossoneri per il Real Madrid, dove ad attenderlo troverà ancora una volta Fabio Capello.
Dopo l'avventura Blanca, ecco l'Inter, che per averlo investirà il doppio dei cugini qualche anno prima, ben 18 miliardi di lire. Sul campo, tuttavia, le aspettative saranno disattese. In campionato, contro il Bari, un'incomprensione con mister Lippi ne logora il rapporto, che andrà via via deteriorandosi fino all'addio soltanto 365 giorni dopo, con appena 30 partite giocate e appena un gol segnato.

Francesco Coco

Ritiratosi a soli 30 anni a causa dei troppi infortuni, la carriera calcistica di Francesco Coco tutto può dirsi ma non che sia stata memorabile. Eppure, le premesse erano sicuramente buone. Al Milan il terzino sinistro muove i suoi primi passi, crescendo nel settore giovanile fino a fare il suo debutto in A contro il Padova nel 1995, giocando qualche spezzone come sostituto naturale di un certo Paolo Maldini. Inizierà poi una girandola di prestiti che lo riporterà a Milanello nella stagione 1998/99 e 2000/01, la sua migliore, condita da 4 gol (di cui due in Champions) e una continuità di rendimento finalmente di alto livello. Romperà coi rossoneri l'estate successiva, causa Terim, trasferendosi ancora in prestito al Barcellona, dove disputerà una stagione. Rientrato nuovamente alla base, sarà protagonista di una delle operazioni di mercato più famose degli ultimi anni, venendo scambiato dal Diavolo con l'Inter, in cambio di Clarence Seedorf.
Con i nerazzurri più ombre che luci, con un problema alla schiena a ripresentarsi costantemente. Tre anni e l'amaro bottino di 41 presenze, prima di arrivare al 2007 dove, dopo la partecipazione all'Isola dei Famosi, dichiarerà il suo ritiro dal calcio.

Andrés Guglielminpietro

Guly è sicuramente tra quelli più ricordati da una parte e tra i meno dall'altra. Sì, perché con la casacca rossonera ha vinto lo scudetto con Zaccheroni, segnando la rete decisiva a Perugia e venendo per sempre ricordato come uno degli eroi di quella "miracolosa" impresa. Giocherà poi pochissimo a San Siro, scegliendo addirittura di vestire il nerazzurro nella stagione più sfortunata, quella del 5 maggio, e in quella successiva, quando proprio il Milan lo estrometterà dalla finale di Manchester.
All'Inter non lascerà alcuna traccia del suo passaggio, se non quello di aver partecipato alla trade di mercato che ha portato Pirlo a Milanello. Non proprio indimenticabile, ecco.