I 5 Acquisti Ignoranti del Mercato di Gennaio
Spesso si punta sul cavallo sbagliato: quando l’investimento vale ma non rende come doveva
Diciamocelo chiaramente: questo mercato invernale è stato piuttosto piatto ed apatico. Soldi investiti dal nostro calcio pochi, anzi pochissimi, differentemente da quanto accaduto in Premier, dove è stato speso quasi mezzo miliardo di sterline. Una tendenza sempre più negativa che, di fatto, non va a rimescolare quelli che sono gli attuali valori della Serie A, con un Napoli in fuga soliaria verso la conquista dello Scudetto. E sì che, negli anni, il gennaio di calciomercato ci aveva spesso abituato a colpi di coda, investimenti e scomesse che, tuttavia, non sempre si sono rivelati azzeccati.
Abbiamo quindi pensato bene di fare un tuffo nel passato per scovare acquisti decisamente sopra le righe, trasferimenti che non hanno proprio performato nonostante fossero stati celebrati come colpi incredibili.
Samuel Eto'o - Sampdoria
È difficilissimo associare il nome di Samuel Eto'o, uno dei più forti e vincenti attaccanti del nuovo millennio, al termine "meteora". Eppure, anche per il calciatore africano forse migliore di sempre, qualcosa è andato storto in una irripetibile carriera. L'annus horribilis del calciomercato invernale è il 2015, mese nel quale il camerunense sbarca a Genova, sponda Sampdoria, carico di aspettative e sogni nel cassetto riposti dai tanti tifosi blucerchiati che, riconoscendo l'altissimo valore del giocatore, vedevano in lui l'uomo che avrebbe finalmente risollevato le sorti del club. C'è chi abbozza che, per convincerlo, lo stesso Ferrero gli abbia promesso un film sulla sua vita.
Sembra il preludio di una seconda parte di stagione eclatante, ma così non sarà. Eto'o, vista l'età avanzata, è solo il ricordo del clamoroso giocatore ammirato in Italia in maglia Inter: 2 sole reti segnate, la prima addirittura a marzo, in 18 partite disputate. L'addio, irrimediabile, è stato invece l'anticipo di quanto accaduto dopo, con l'ex Barcellona che, nel 2016, intentò una causa contro la Sampdoria, rea secondo lui di non aver rispettato alcuni termini del contratto, primo tra tutti la promessa di acquistare l'allora baby prodigio e connazionale Olinga in cambio di una riduzione di stipendio.
Un amore mai sbocciato che venne poi ulteriormente fatto a pezzi dalle dichiarazioni di Sinisa Mihajlovic, allora tecnico blucerchiato, il quale ammise che il fuoriclasse del Camerun penalizzava la squadra proprio per lo straordinario campione che era, poiché stando troppo al di sopra dei propri compagni, per tenore di vita e di carriera, portava a delle sedute di allenamento ad intensità tanto ridotta perchè nessuno, per rispetto, voleva entrare su di lui.
Alessio Cerci - Milan
È la Serie A 2013/14, quella in cui Alessio Cerci, allora ala del Toro, si mette in luce come uno dei migliori esterni in circolazione, collezionando 13 gol e 11 assist in stagione. Il momento migliore per spiccare il volo, salutare il nostro campionato e sbarcare nel "calcio che conta", precisamente a Madrid ma sponda Colchoneros, che per lui sborserà 15 milioni di euro ai granata. La storia di questo articolo insegna come tale esperienza, come molte altre, si rivelerà estremamente fallimentare, ed ecco spiegato il motivo per cui, appena 6 mesi dopo, Alessio Cerci farà ritorno alla base, siglando un accordo con il Milan. Ai rossoneri, a quei tempi in cattivissime acque sportive, non va tanto meglio, anzi.
È l'inizio di un rapidissimo declino che a Milano segnerà un netto punto di partenza. Cerci, uno che di personalità ne ha sempre avuta molta, sceglie la 22 di Kakà, ma è lontanissimo dall'onorarla. Nei poco più di 365 giorni di permanenza a Milanello, un solo gol, peraltro in Coppa Italia, e tantissimi fischi ad ogni tocco di palla.
L'esterno che ricordava Robben non riusciremo poi più ad ammirarlo nel corso della sua carriera.
Lukas Podolski - Inter
"Inter, che errore" disse il tedesco a giugno, terminati i sei mesi di prestito. L'allora trentenne Podolski, da tre stagioni in forza all'Arsenal, sceglie l'Inter nel gennaio 2015 per ritrovare minutaggio sul terreno di gioco. Londinesi e nerazzurri si accordano su un prestito oneroso ma senza possibilità di riscatto (causa, a detta di Podolski, del poi deludente rendimento) e l'acquisto è visto da tutto l'ambiente del Biscione come un grande colpo in ottica campionato. Dopotutto, il tedesco all'Arsenal ha disputato due ottime stagioni, concludendole entrambe in doppia cifra, e dettaglio da non sottovalutare è quello di essere campione del Mondo in carica con la Germania, Nazionale dove ha sempre mantenuto alto il livello delle proprie prestazioni.
Purtroppo, però, l'attesa si rivela vana e le aspettative presto disilluse. All'Inter, giocando comunque spesso, non graffica, non lascia il segno come avrebbe dovuto. Saranno 18 le presenze totali nei 6 mesi in Italia, condite a malapena da un gol segnato. Troppo, troppo poco da chi era praticamente stato etichettato come l'acquisto più importante di tutto il calciomercato italiano.
Xherdan Shaqiri - Inter
A 24 anni appena compiuti Xherdan Shaqiri è una promessa del calcio, e le stagioni al Bayern Monaco non stanno che certificando questo importante status dello svizzero. Arrivato dal Basilea, dove esplose, l'esterno bavarese, complici le assenze di Ribery, si mette in luca sulla fascia, sfoggiando classe e temperamento fin dal 2012. Due anni e mezzo più tardi, è l'Inter a puntare forte su di lui, prelevandolo dai tedeschi grazie ad un prestito con obbligo di riscatto. È, ancora una volta, il gennaio 2015, e dopo Podolski sulla sponda nerazzurra del Naviglio si festeggia per un secondo acquisto che ringalluzzisce e non poco i tifosi, fino ad ora spettatori di una stagione anonima. E Shaqiri, a differenza del collega, non delude le iniziali aspettative.
Parte forte lo svizzero: primo gol alla Samp in Coppa Italia, appena quattro giorni dopo l'esordio in Serie A, reti ad Atalanta, in campionato, e Celtic in Europa League. E poi che succede? Più nulla. Di lui si perdono le tracce in campo, salvo ritrovarle poco tempo dopo lontano dal Meazza, in casa Stoke City, quando davanti ai microfoni si toglierà qualche sassolino dalla scarpa sull'esperienza in Italia. Tra le sue citazioni memorabili ricordiamo sicuramente il "guaritore miracoloso" che l'Inter gli mandò direttamente da una montagna per curargli i problemi fisici, ed il "casino" trovato al suo arrivo alla Pinetina. Un via vai di giocatori (50) che influì negativamente sull'ambiente.
Seydou Doumbia - Roma
Seydou Doumbia, interessante centravanti ivoriano il quale, nel lontano 2014, faceva sfracelli in Russia con la maglia della CSKA di Mosca. Ed è proprio osservandolo giocare in Champions che i giallorossi se ne innamorano, investendo su di lui ben 15 milioni di euro. Giunto a Trigoria dopo aver vinto la Coppa d'Africa e con i migliori auspici, ancora una volta, come ci spoilera quest'articolo, le cose non vanno per il verso giusto.
Il debutto all'Olimpico è datato 15 febbraio: avversario il Parma, fanalino di coda e destinato ad una inesorabile retrocessione. Sulla carta, un impegno semplice, ma che si rivelerà essere tutt'altro. Lo 0-0 è scialbo e deludente, ma più preoccupante per i tifosi è la prestazione del neo-bomber Doumbia, impalpabile per 85 minuti e sostituito tra bordate di fischi. Confuso, disordinato, spaesato: non il miglior esordio, insomma. I 6 mesi nella Capitale terminarono con solo un paio di sussulti, serviti più che altro al ds Sabatini per giustificare un acquisto totalmente sbagliato. Ciliegina sulla torta le dichiarazioni di Doumbia una volta lasciata la Roma: disse di aver festeggiato un po’ troppo il successo in Coppa d'Africa e di essersi dimenticato di fare come mestiere il calciatore professionista. Non il miglior esempio, ecco.