I 3 Momenti Indimenticabili di Germania-Italia
Rivivi alcuni momenti storici di Germania-Italia!
Dalla “Partita del Secolo” ai rigori maledetti di Pellè e Zaza passando per il filtrante di Pirlo, il gol di Grosso e la gioia di Dortmund: Germania-Italia è stata spesso teatro di mille emozioni, il più delle volte felici soprattutto per noi.
Una grande classica mai tramontata, sentita come una finale anche se si tratta di un’amichevole.
La Nations League, 6 anni dopo l’ultimo confronto, ha dato l’opportunità al calcio di assistere nuovamente ad una sfida eterna tra due Nazionali tra le più titolate del panorama internazionale.
Cambiano gli interpreti, con entrambe le selezioni in pieno ricambio generazionale, salutano pilastri e si dà il benvenuto a nuove leve, giovani in rampa di lancio più o meno affermati pronti a prendere il posto dei campioni del passato.
L’1-1 del 4 giugno ha subito confermato il paradigma osservando, ad esempio, l’ottimo esordio di Wilfried Gnonto, assist-man per il momentaneo vantaggio firmato Pellegrini.
Ma Germania-Italia è una partita che si porta dietro pagine e pagine dei libri di storia.
Il tempo scorre inesorabile, ma certi ricordi ed emozioni, piacevoli o meno piacevoli che siano, rimangono per sempre.
Riviviamo ora 3 recenti momenti assolutamente indimenticabili.
Grosso-Del Piero: andiamo a Berlino!
E qui, probabilmente, qualche lacrimuccia scende.
Oltre 15 anni da quel 4 luglio 2006, Dortmund, eppure sembra ieri.
Per tutti coloro i quali hanno avuto la fortuna di vivere la trionfale cavalcata azzurra in Germania, quella probabilmente è stata la notte in cui tutto, o quasi, è parso magico oltre ogni misura.
In casa loro, nel loro Mondiale, in 119 minuti di incredibile tensione.
Un equilibrio sottile, l’aria rarefatta dall’apprensione, dal baratro del fallimento dietro l’angolo, dalla paura di perdere.
Poi, come per magia, un colpo a spezzare l’incantesimo, a rompere lo specchio ed ogni certezza.
Ci sono un sacco di maglie in area sugli sviluppi del corner azzurro, una delle ultime azioni prima dei calci di rigore.
Pirlo, ancora Pirlo, filtrante, Fabio Grosso a giro col mancino sul secondo palo: gol.
La corsa lungo la zona laterale del campo, abbracciato da tutti i compagni.
Manca un minuto, ma c’è tempo per uno straordinario doppio intervento di un monumentale Cannavaro.
Contropiede, Gilardino per Del Piero che si è fatto tutto il campo per poi concludere sotto l’incrocio alle spalle di Lehmann.
2-0, siamo in finale.
E chi li dimentica più certi momenti
La posa statuaria di Mario Balotelli
6 anni dopo la notte del Westfalenstadion la finale di un’altra competizione passa inesorabilmente da Italia e Germania.
È l’Europeo 2012, con la Spagna (poi ahinoi vincitrice) ad attendere la vincente della super sfida di Varsavia.
È una serata di fine giugno, la prima in cui forse abbiamo sognato di avere per le mani un campione con la casacca azzurra.
Illusione, oppure manifestazione irripetibile, dello straordinario ed indiscusso talento di Mario Balotelli.
Al 20’ troverà il vantaggio di testa, dopo l’ennesimo colpo di genio di Antonio Cassano.
Successivamente, un quarto d’ora più tardi, su preciso lancio di Montolivo si avvierà tutto solo a spaccare la porta difesa da Neuer con un destro potentissimo.
D’istinto, dopo il raddoppio, si sfilerà la maglia mostrando i muscoli, una posa da culturista rimasta iconica per tutta la carriera.
L’Italia, grazie al suo numero 9, eliminerà ancora una volta la Germania, accompagnandosi all’uscita dalle note di Adriano Celentano.
28 giugno 2012: la prima vera, e forse unica, notte da Super Mario.
I rigori di Simone Zaza e Graziano Pellè
No, non tutto è stato rose e fiori contro la Germania.
Con i ricordi ci catapultiamo allora nel 2016, estate di Europeo, illusioni e speranze.
L’Italia di Conte non parte certo con i favori del pronostico ma, facendo forza sul gruppo, si rende capace di battere prima il Belgio dei fenomeni nel girone, poi di eliminare agli ottavi la quotatissima Spagna di Iniesta e compagni.
L’entusiasmo, divenuto sempre più caldo partita dopo partita, è alle stelle.
Nel tortuosissimo percorso che l’avrebbe potuta portare alla finalissima, l’Italia incontra ai quarti, indovinate un po’, la Germania.
Ma, questa volta, nella storia entreremo ma dalla parte sbagliata, perché quella contro i tedeschi sarà ricordata per tutt’altre faccende.
Dopo l’1-1 dei tempi regolamentari due nostri errori dagli 11 metri, nello specifico, saranno ricordati dalla critica per molto tempo: quelli di Simone Zaza e Graziano Pellè.
Il primo, entrato nei minuti finali proprio per calciare il penalty, prende una lunga rincorsa.
Passi brevi, brevissimi, forse per far perdere la pazienza a Neuer, il quale sembra tuttavia non deconcentrarsi.
Conclusione alta, altissima, ben più alta della traversa: un disastro.
Il secondo decide di far peggio: il suo rigore è determinante dopo gli errori di Müller e Ozil, non può sbagliare.
Sguardo di sfida a Neuer, mimo dello scavetto con la mano, qualche parola prima di calciare.
Rincorsa, tiro, fuori.
Un destro ad incrociare lento e fuori bersaglio, peraltro intuito dal portiere tedesco.
A vincere, ad oltranza, sarà poi la Germania, ed il web difficilmente perdonerà quei gesti rimasti indimenticati dal popolo azzurro.
Una profonda delusione per un’Italia che, in quell’Europeo, ci credeva per davvero.