Europeo e Copa America: il Trionfale Cammino di Italia ed Argentina

Calciatori Ignoranti

Ma perché si gioca questa partita?

Calciatori Ignoranti01 Jun 2022

Si, la voglia nostra e probabilmente di tutta Italia è quella di riavvolgere il nastro e tornare indietro di 365 giorni. 
From Wembley to Wembley, quasi un anno dopo, tutto si è clamorosamente ribaltato. 
Un trionfo magico che inondò di felicità lo Stivale intero ha fatto posto ad un velo di malinconia, rabbia e delusione per il secondo Mondiale consecutivo mancato.  
Facciamo finta vada tutto bene, che il nuovo corso risolleverà sicuramente le sorti di un tricolore oggi decisamente sbiadito, eppure abbiamo con tutta forza bisogno di affondare le radici nel passato per trovare le certezze del futuro. 
Chiudendo gli occhi, ripercorrendo immagini ed emozioni di quello straordinario mese che ci condusse con entusiasmo in cima all’Europa. 
A Capitan Chiellini che solleva al cielo un trofeo che mancava da 53 anni. 
Ed ecco allora Wembley, e l’Argentina, arrivare in soccorso. 
L’Albiceleste, come noi, ha vissuto un percorso analogo di gioia e festa, proseguendo poi con l’agevole qualificazione al Mondiale. 
Ma, come detto all’inizio, abbiamo desiderio di fare un bel rewind del cammino azzurro e Albiceleste ad Europeo e Copa America. 
Per fare il pieno di dopamina, in attesa della Finalissima, continuate a leggere: 

Europeo 2021: il cammino dell’Italia

Il secondo titolo europeo dopo quello del 1968 nasce da lontano: precisamente dall’approdo di Roberto Mancini e del suo staff, poco dopo la disfatta di San Siro contro la Svezia. 
La Nazionale, distrutta in mille pezzi ed in pieno ricambio generazionale, sceglie di ripartire seguendo il percorso tracciato dal nuovo mister: gioco, intensità, gioventù. 
Ne conseguono una serie di risultati utili consecutivi record, vittorie e nessuna sconfitta fino all’esordio di Roma contro la Turchia, il 16 giugno 2021. 
Risultato: 3-0, a cui seguirà il medesimo esito ai danni della Svizzera
Difesa, centrocampo, attacco. 
Ogni reparto si muove all’unisono, legando con precisione certosina il gioco. 
La terza ed ultima partita del girone segna il rullino perfetto: 7 gol fatti, nessuno subito e primato in classifica. 
È l’Austria il primo scoglio da oltrepassare nella fase a eliminazione diretta. 
Arnautovic segna, ma è fuorigioco. 
Chiesa invece no, è lui che in pieno supplementare sblocca un match e cancella la paura. 
Pessina raddoppia, Kalajdzic accorcia, ma non basta. 
L’Italia vola a Monaco e sfida la favorita numero uno: il Belgio. 
Negli uomini e nel talento, De Bruyne e compagni sono superiori, ma non nel cuore e nello spirito di gruppo. 
Donnarumma para l’impossibile, Barella ed un tiro a giro di Insigne ci mandano avanti di 2 gol. 
Lukaku segna dal dischetto, Spinazzola si fa male ed Red Devils attaccano per tutta la ripresa, senza però sfondano il muro: siamo in semifinale
La partita con la Spagna è probabilmente la più dura di tutte: facciamo fatica, rincorriamo il loro palleggio e la palla la vediamo poco.
Le Furie Rosse creano, ma è ancora Chiesa a farci saltare sulla sedia allo scoccare dell’ora di gioco. 
Quando tutto sembra incanalarsi verso l’1-0, ecco spuntare Morata a fulminare Donnarumma. 
Ancora supplementari, poi rigori.
Loro sbagliano, Jorginho no: siamo a Wembley. 
Tutto, ma proprio tutto, sembra darci contro. 
L’Inghilterra è il nostro avversario, giocano in casa e tutto lo stadio canta che il trofeo tornerà finalmente a casa. 
Le gambe tremano, la pressione non aiuta. 
Come se non fosse già abbastanza difficile, Shaw la sblocca dopo appena due minuti, facendo letteralmente esplodere Wembley. 
Ma la reazione azzurra è speciale, carattere ed un fuoco dentro incredibile ci armano nel credere nella rimonta. 
Bonucci pareggia nella ripresa, Chiellini è eroico nel non far saltare il banco, il resto lo farà Donnarumma al termine di 120 minuti estenuanti. 
Il neoportiere del PSG para due rigori, di cui quello decisivo a Saka dopo l’errore di Jorginho. 
Lui non se ne rende immediatamente conto, ma noi si. 
È un tripudio, in Inghilterra ma soprattutto in ogni angolo d’Italia. 
Clacson, bandiere, persone che si riversano in strada. 
È una festa con un unico comun denominatore: il tricolore a svettare alto nel cielo. 
Siamo Campioni d’Europa. 

Copa America 2021: il cammino dell’Argentina

La 47esima edizione della Copa America si gioca in Brasile, non proprio la terra favorita per l’Albiceleste. 
Una vena realizzativa scarna rende la fase a gironi più complicata di quanto si possa pensare. 
1-1 all’esordio contro il Cile, poi due vittorie per 1-0 e l’esondazione crocevia del cammino contro la Bolivia, un 4-1 firmato Messi (2 volte), Lautaro e Gomez
La sveglia nell’ultima partita carica l’ambiente e lo spogliatoio, rinvigoriti da una Pulga fino a questo momento in grande spolvero. 
L’Albiceleste passeggia nel quarto di finale contro l’Ecuador, travolto dalle marcature di De Paul, Lautaro e ancora Messi e, a Brasilia, sfida la Colombia in semifinale. 
Ancora il Toro apre le danze (su ennesimo assist di Messi), ma i Cafeteros pareggiano al 61’. 
Si va ai rigori, dove l’eroe per una notte diventa il portiere argentino Emiliano Martinez. 
Il portiere dell'Arsenal ipnotizza quasi uno dopo l'altro Davinson Sanchez, Mina e Cardona, trascinando la Seleccion in finale, la quinta nelle ultime 7 edizioni. 
L’ultimo atto è la madre di tutte le partite: Argentina contro Brasile, il Superclásico de las Américas, 14 anni dopo l’ultima volta che aveva comunque visto prevalere i verdeoro. 
Si gioca a Rio de Janeiro, in un Maracana che, per via delle restrizioni dovute alla pandemiap, ospita poco meno di 8 mila brasiliani. 
La tensione taglia l’aria con un coltello, ed anche la partita ne risente. 
Scontri, falli, interruzioni di gioco sovrastano l’enorme tasso tecnico offerto dalle due compagini, Neymar e Messi su tutti. 
Il match-winner è però Di Maria, che fissa il punteggio sull’1-0 portando in Argentina un trofeo che mancava dal 1993, sfuggito a più riprese proprio in finale negli ultimi anni. 
Messi alza la coppa, la prima in Nazionale maggiore, rompendo una maledizione che sembrava averlo ormai attanagliato nelle sue grinfie dopo 4 finali perse. 
Una soddisfazione immensa ed un peso decisamente pesante tolto dallo stomaco.