Le Tifoserie più calde della Serie A
È la spinta emozionale quando il fisico sembra non farcela più, il dodicesimo uomo in campo
Il dodicesimo uomo.
La spinta emozionale quando il fisico e la mente sembrano non farcela più.
Un grido all’unisono che fa tremare lo stadio, benzina dritta dritta nelle vene per guidare l’assalto alla porta avversaria.
Un cuore pulsante batte al ritmo scandito dal tifo organizzato, distintosi nel corso del tempo per la grande passione nel sostenere la squadra, fino ad ogni singolo spettatore pronto ad esultare con i propri idoli.
Una strenua difesa dei colori scelti fin dagli albori dell’esistenza, una devozione massima, una febbre che non scende.
Qualcuno lo chiama calcio, ma per queste persone quel pallone su un rettangolo verde non potrà mai essere soltanto un gioco.
E l’Italia si annovera, lungo tutto il versante dello Stivale, di poter disporre di alcune tra le tifoserie più calde del mondo, dove giocare in casa o in trasferta fa tutta la differenza di questo mondo.
È impossibile fare una classifica, perché ogni curva ha una storia a sé ed in ogni campo della Nazione, da quello di provincia fino alla grande città, cori e tifo si mescolano per incitare a gran voce 11 uomini che rincorrono un pallone.
Qui ne citeremo 5 tra le più ribollenti di emozione, cuore e passione.
Napoli
La “squadra di tutti”, diceva il giornalista Mimmo Caratelli.
Una piazza calorosa, sentimentale, nel bene e nel male.
Capace di far tremare il Maradona con un semplice grido o contestare aspramente dirigenza e squadra quando le cose girano per il verso sbagliato.
Quella sotto le pendici del Vesuvio è da sempre una tra le tifoserie più calde non solo d’Italia ma del mondo, con un gruppo di ultras organizzati fin dagli anni 70.
Un amore viscerale per i colori azzurri trasposti anche in un film con Nino D’Angelo (“Quel ragazzo della curva B”, 1987) che ha vissuto i suoi anni eterni quando la 10 era sulle spalle di Maradona.
In grado di risorgere dalle proprie ceneri tra critiche e polemiche all’inizio del nuovo millennio e tornare a respirare l’aria della Serie A nel 2007/2008, tornando presto ad essere una delle regine del campionato sfiorando in più occasioni lo Scudetto.
Una curva apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo tra le migliori per passione e cuore verso i propri colori.
Milan
I Casciavit rossoneri, chiamati così dai rivali nerazzurri perché rappresentanti della Milano proletaria che per vivere svolgeva lavori manuali e di fatica.
Dalla Fossa dei Leoni, fondata nel 1968 (primo vero gruppo ultras) all’attuale Curva Sud Milano, riunita nel secondo anello blu dello Stadio San Siro.
Dal tutto esaurito quando il Milan era in Serie B fino ai fasti dell’era Berlusconi, il tifo del Diavolo ha sempre trainato la squadra con cori di incitamento personalizzati entrati nell’immaginario collettivo.
Anche negli anni più recenti, quando sul campo i risultati erano al limite del mediocre, la curva non ha mai fatto mancare il proprio supporto, cercando nella maniera migliore possibile di supportare la squadra.
In questa stagione, poi, con il Milan ancora in piena lotta Scudetto, il pubblico ha enormemente fatto sentire tutto il proprio amore, tanto che la media spettatori del Diavolo è la più alta tra tutte le squadre di Serie A.
Roma
La città eterna ed un Olimpico colorato di giallorosso, con il magico inno firmato Antonello Venditti cantato da tutto lo stadio: da brividi.
Questo perché la curva ed in generale la tifoseria della Lupa è tra le più calorose al mondo, con una storia incredibile e romantica alle spalle.
Oltre 70 mila posti a sedere che rigonfiano di passione e affetto per chi onora la maglia e ne rispetta i colori.
Totti, De Rossi e compagnia, giocatori che splendidamente hanno ricambiato questo amore con le proprie carriere, vengono qui adorati come divinità, perché bravi a creare un legame unico con le persone.
Roma è sentimentale, vive di emozioni, e così il proprio pubblico, trascinante come pochi altri nei momenti topici delle partite.
Inter
I Bauscia, soprannome in disuso affibbiatogli dai cugini rossoneri, rappresentano una tra le tifoserie più “fedeli” di tutte, tanto che dalla stagione 2015 arrivano davanti a tutti come media spettatori in Serie A.
Riuniti sul lato apposto dei rivali milanisti, nel secondo anello verde, la Curva Nord è da tempo un punto di riferimento per gli ultras interisti, famosa anche per l’elevato numero di spettacolari coreografie esposte nelle partite più importanti, dando il meglio soprattutto in occasione dei vari Derby, una personalissima sfida sul campo così come sugli spalti.
Torino
Nella curva Maratona, chiamata così per via dell’area retrostante allo stadio e la presenza di un torrino denominato appunto “Torre Maratona”, i tifosi granata più viscerali difendono la propria meravigliosa storia incitando e sostenendo la squadra in ogni passo della stagione.
Un tifo incessante, che non a caso durante il campionato 1998-1999 ha “ricevuto” un gesto simbolico: l’allora presidente del Torino Massimo Vidulich ritirò infatti la casacca numero 12, assegnandola d’ufficio alla Maratona, considerata a tutti gli effetti il “dodicesimo uomo in campo” del Toro.
Passione incandescente per una tra le piazze più belle d’Italia, arricchita anche dal premio Onze, rivista sportiva francese, ottenuto nel 1997, il quale definì il tifo organizzato granata come migliore d’Europa.
Un riconoscimento importante che fece seguito ad un sondaggio effettuato a metà degli anni 80, condotto tra i tifosi di tutta Italia, il quale già classificava la Maratona come curva più bella del campionato.