Gli errori arbitrali più clamorosi dei Mondiali
Quando a decidere una partita non sono i giocatori in campo
Tra pochi giorni il fischio dell'arbitro sancirà l'inizio del Mondiale in Qatar, un mondiale pieno di "novità". Già, perchè non si tratta solamente del primo torneo mondiale nella storia che non sarà giocato nei mesi di giugno e luglio, ma questo nuovo mondiale invernale è il primo nella storia ad essere giocato in un Paese del Medio Oriente. Inoltre, sarà anche l'ultima edizione che vedrà 32 nazionali partecipanti, visto che dal 2026 parteciperanno 48 selezioni.
Sempre parlando di novità, recentemente, le più importanti innovazioni sono state l'introduzione della Goal Line Technology, introdotto nel Mondiale del 2014, e anche il VAR, ormai famoso amico del calcio, due strumenti che fondamentali per assistere ed aiutare gli arbitri, da sempre al centro di polemiche. Aiuti e supporti solo recenti che, però, non hanno evitato diversi - grossolani - errori arbitrali anche molto importanti nella storia dei Mondiali.
Leviamo le mani
"Un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios". Quale frase migliore di questa per raccontare il più famoso gol di mano nella storia dei Mondiali? Mondiale di Messico 1986, quarti di finale tra Argentina e Inghilterra. Lo stacco e il pugnetto vicino alla testa, la combinazione perfetta per creare la parabola che apre le marcature e inganna l'arbitro, in una cavalcata trionfale per Diego, che trascina l'Albiceleste sul tetto del Mondo.
Ma non solo Diego: se a farlo è uno dei più grandi di tutti i tempi, allora emularlo è quasi un dovere. È questo quello che deve aver pensato Henry nel novembre del 2009, nella sfida d'andata dello spareggio per la qualificazione al Mondiale in Sudafrica del 2010. Non un gol, ma un assist "viziato" da questo controllo balordo, con la mano. Guardalinee e arbitro non vedono, il gol è convalidato, e il sogno Mondiale dell'Irlanda è infranto.
Non più spareggi, ma nella fase ai gironi proprio del Mondiale 2010 se n'è visto un altro: il protagonista stavolta fu Luis Fabiano, già in gol nella stessa partita. L'azione fu straordinaria, ma la preparazione al gol sfuma tutto ciò che viene prima. Già, perchè il sombrero di per sé è un gesto tecnico divertente, ma il controllo col braccio, quando la palla scende, rovina tutto quanto di buono fatto. O meglio, solo a posteriori, perchè l'arbitro non vede, Luis Fabiano mente, e il gol è convalidato.
Infine, chiudiamo il capitolo legato alle mani con una parata. Un gesto tecnico "corretto", ma solo se a farlo è un portiere. Nel quarto di finale Ghana-Uruguay del Mondiale 2010 (sì, sempre lui), a parare non è un portiere, ma Luis Suarez. Siamo al 119° di una partita infinita, ancora bloccata sul pari, quando l'attaccante allora di proprietà dell'Ajax si trova sulla linea di porta, e respinge col pugno un tiro destinato sicuramente al gol. Rosso diretto e rigore assegnato, ma il destino vuole che il rigore colpisce la traversa. Oltre il danno però la beffa, perchè i sudafricani sbaglieranno due penalty, e l'Uruguay passa il turno.
I gol fantasma
Cosa può esserci di più controverso di un gol-non gol? Un gol-non gol nel supplementare di una finale Mondiale. Siamo nell'edizione del '66, il Mondiale Rimet, al minuto 101 della finale tra Inghilterra e Germania Ovest, sul parziale di 2-2. Il colpo di testa dell'inglese Hurst sbatte però sulla traversa e rimbalza in campo, prima di uscire dalla porta. L'arbitro non ha visto, e il guardalinee russo indica che il gol è valido. La partita terminerà con un 4-2 per gli inglesi che si porteranno a casa la Coppa, ma sono tante le leggende che dipingono il guardalinee come ex ufficiale dell'Armata Rosse in cerca di vendetta verso la Germania.
Sempre l'Inghilterra protagonista, stavolta all'opposto, nel Mondiale del 2010: quante probabilità c'erano di rivedere un gol fantasma in Germania-Inghilterra ai Mondiali? Probabilmente poche, ma gli ottavi hanno regalato la conferma che il calcio è il romanzo più avvincente e romantico che sia mai stato scritto. La chiamarono la "Vendetta di Wembley". A passare alla storia, infatti, sarà il gol-non gol di Lampard: sul 2-1 per i tedeschi, il suo tiro dalla distanza colpisce la traversa, rimbalza abbondantemente dentro la porta difesa da Neuer prima di uscire fuori. Il gol è solare, per tutti ma non per l'arbitro e il complice guardalinee, che lasciano correre, e la partita terminerà con il 4-1 per i tedeschi. Insomma, la vendetta è servita.
Sviste mondiali
Quando si pensa di averle già viste proprio tutte, il calcio sa stupire ancora una volta, merito della creatività di alcune partite e di certi arbitri.
Un primo esempio è quello dell'arbitro Clive Thomas, che nel Mondiale 1978 tra Brasile e Svezia, decide inaspettatamente di fischiare la fine della partita mentre la palla è in volo. Fin qui non sembra nulla di strano. Siamo sull'1-1 della seconda partita dei gironi, quando - al minuto 90.08 - Edinho si incarica della battuta di un corner. Il cross è teso, Zico insacca di testa, ma purtroppo per i verdeoro, il fischio dell'arbitro comandava già la fine della partita. Paradossalmente non si può parlare nemmeno di gol annullato, perchè il gol in sè non è mai avvenuto. Sta di fatto che con questo gol il Brasile avrebbe evitato l'Argentina nella seconda fase a gironi, la stessa Argentina che riuscì ad accedere alla finale proprio davanti alla selezione carioca.
Ancora più assurdo è l'esempio di Miroslav Supar e dello sceicco Farhad Al Ahmed. Siamo in un Francia-Kuwait dei Mondiali del 1982. La Francia domina, il risultato è sul 3-1, quando il francese Giresse segna la rete del 4-1, quasi un affronto nei confronti dello sceicco arabo, fondatore del Comitato Olimpico del Kuwait, che decide di scendere le gradinate dello stadio per andare a fare due chiacchiere con l'arbitro russo. Secondo lo sceicco, il francese aveva segnato mentre i giocatori kuwaitiani erano fermi, convinti di aver sentito un fischio (che effettivamente c'era stato, ma proveniva dalle tribune). Per 9 miunti il gioco resta fermo, ma poi l'arbitro - probabilmente intimorito - annulla la rete, e lo sceicco tutto soddisfatto ritorna sugli spalti tra lo stupore generale.
Un'altra enorme svista fu l'espulsione di Unsal nella partita di ritorno della fase a gironi del Mondiale nippo-giapponese del 2002. Il Brasile sta conducendo 2-1 negli ultimi minuti, e Rivaldo è nei pressi della bandierina in attesa di calciare un corner. In realtà, non ha alcuna intenzione di calciarlo, ma solo di far scorrere secondi preziosi. Allora lo sciagurato Unsal decide di "passargli" il pallone, calciandoglielo da qualche metro. Non un passaggio gentile, ma nemmeno una cannonata. Il pallone colpisce una gamba di Rivaldo, che stramazza a terra coprendosi il volto. Il guardalinee è a fianco del brasiliano ma non ha visto dove è stato colpito, e la clamorosa simulazione di Rivaldo costerà l'espulsione al turco.
Infine, chiudiamo con il clamoroso esempio di Byron Moreno, eterno rivale e nemico della Nazionale Italiana. Sempre nella scena del Mondiale 2002, stavolta nella sfida tra Corea del Sud e Italia, l'arbitro ecuadoregno sembra avere un conto in sospeso con gli azzurri: annullato un gol regolare a Tommasi per fuorigioco inesistente, espulso Totti per una presunta simulazione che in realtà era un netto rigore a favore dell'Italia. Questi i due episodi chiave, accanto a tutti gli interventi pericolosi non sanzionati. Insomma, se la Corea ci mandò fuori dal Mondiale agli ottavi, gran parte del merito è di Byron Moreno.