La fase ad eliminazione diretta: come sono andate le semifinali?
Se vi siete persi le partite delle semifinali, scopriamo insieme cos'è successo
Si è conclusa ieri l'ultimissima partita della fase ad eliminazione diretta di questo Mondiale, le semifinali, teatro degli ultimi scontri prima di approdare alla finalissima e alla finalina. Dop un'intensa fase a gironi, le combattute sfide di ottavi e quarti, solo quattro delle 32 squadre iscritte alla competizione possono ancora annoverare di star lottando per qualcosa. Di queste, due si sfideranno per il cosiddetto "premio di consolazione", ossia la finale per il terzo-quarto posto, mentre le altre due si daranno battaglia fino all'ultimo secondo per decidere chi solleverà la coppa dorata e otterrà il titolo di Campioni del Mondo. In questo Mondiale, il più contestato e più strano che mai, sicuramente non sono mancate le novità, a fianco di conferme e record. Non sono mancati nemmeno i risultati, e i verdetti sono - ormai - espressi e scolpiti. Scopriamo insieme, allora, quali sono stete le emozioni di queste semifinali.
Argentina-Croazia
Una sfida che va oltre il mero e presente concetto di "semifinale", ma che sa, duplicamente, di verdetto. Già, perché Argentina e Croazia sono due nazionali che ai Mondiali si sono affrontate solamente due volte, e il verdetto è in perfetta parità (vittoria dell'Argentina nel 1998, rivincita degli europei nello scorso Mondiale). Una vittoria, quindi, aveva questo duplice sapore: da una parte, magari meno ricercata, far pendere la bilancia complessiva dalla propria parte solo col peso delle vittorie, dall'altra - sicuramente il pensiero più ricercato e che ha attraversato più spesso la mente dei calciatori coinvolti - l'ottenimento del primo dei due posti per la finalissima di domenica. Il tutto nella Mondiale "di addio" di due giganti del calcio come Lionel Messi e Luka Modric. Ma, purtroppo, il destino beffardo ha deciso che uno dei due deve abbandonare le speranze Mondiali senza nemmeno avere la possibilità di giocarsi la finale.
Insomma, Argentina-Croazia valeva moltissimo. E nel giorno in cui eguaglia una leggenda del calibro di Lothar Matthäus come giocatore con più presenze nella storia dei Mondiali (25, con una ancora da giocare), è proprio Leo Messi a caricarsi sulle spalle l'Albiceleste e portarla in finale. Quello stesso Messi che dalla prima partita di questa edizione carica e guida la sua Nazionale, nonostante la pessima partenza (sconfitta 2-1 contro l'Arabia Saudita), e che a suon di reti e prestazioni da leader la sta portando vicino al tetto del Mondo. I paragoni, lo sappiamo, non si sono mai sprecati, e probabilmente dopo questa semifinale non smetteranno mai: è una semifinale da record per la Pulce, che prima apre le marcature per la settima volta in un torneo mondiale (record inedito), allo stesso tempo supera Batistuta come miglior marcatore ai Mondiali dell'Argentina e diventa anche il calciatore in attività con più reti segnate ai Mondiali, con le sue 11 marcature. Inoltre, come se non gli bastasse, partecipa attivamente alla rete del definitivo 3-0, con un dribbling da capogiro e un assist al bacio, che distrugge definitivamente i sogni mondiali di Modric e compagni, e allo stesso tempo lo eleva anche come calciatore (in attività) con più assist nella competizione. Probabilmente qualsiasi dibattito non si placherà mai, ma se l'Argentina vola in finale per la sesta volta (seconda solo alla Germania, a quota 8), il merito è solamente della stella attualmente in forza al PSG.
Piange Modric e con lui la Croazia, sorride Messi e la sua Argentina, che passano il turno e si prenotano di diritto un posto per la finalissima di domenica.
Francia-Marocco
In un'altra sfida forse più politica che sportiva, si intrecciano diverse favole. La primissima è la favola del Marocco, la "piccola" che diventa grande, la prima africana nella storia dei Mondiali ad arrivare fino alla semifinale, la squadra che - più per amore dello spettacolo e della novità, che per appartenenza - era la più rappresentata e la più incitata. Ma anche la favola di Hakimi e Mbappé, amici al PSG e nemici in campo ieri sera, stretti nel più bello degli abbracci a fine partita, e anche quella di Theo Hernandez, divenuto titolare solamente dopo il gravissimo infortunio del fratello Lucas proprio alla prima partita del Mondiale - a cui vanno tutti i pensieri e le dediche dei Bleus - e capace di bucare per la primissima volta dopo ben 6 partite (da avversario) la porta dei marocchini.
Insomma, è probabilmente stata la partita più divertente ed interessante di tutto il Mondiale, per queste storie che si intrecciano, per la sua importanza trasversale e per l'intensità e la tensione che ne facevano padrone. I Leoni dell'Atlante danno tutto, corrono, lottano e a tratti dominano anche sul possesso (58% è il dato alla fine del primo tempo, mentre fino al calcio d'inizio, la media del possesso palla dei marocchini era circa il 31%) e combattono i francesi ad armi pari. E per coloro che, al netto del possesso palla e dello svantaggio iniziale, non credono che il Marocco abbia provato in tutti i modi a dedicarsi alla ricerca di un disperato pareggio, allora forse le parate di Lloris e il clamoroso palo colpito da El Yamiq con una rovesciata da cineteca cambieranno sicuramente l'interpretazione. La Francia si chiude, dimostrando una grandissima solidità difensiva, ma anche tanto cinismo: dopo mezz'ora del secondo tempo, infatti, Deschamps si gioca i cambi, e con i ritmi che sono calati ci vogliono solo 44 secondi a Kolo Muani per siglare la rete del 2-0 che abbatte definitivamente le speranze degli africani di approdare in finale, regalandosi la finale e diventando la prima nazionale (dal Mondiale del 1998, quando fu il Brasile a raggiungere lo stesso traguardo) a conquistare la finale di un Mondiale da Campione in carica. Negli ultimi minuti, i transalpini negano anche la gioia del gol della bandiera ai marocchini, fermati sulla linea.
La finale, quindi, è decisa. Il Marocco si arrende solamente dopo aver lottato con tutte le armi che aveva a disposizione, che ora sono da mettere al servizio di Regragui ancora una volta, per conquistare un terzo posto che sa di tutt'altro, tranne che di sconfitta, per chiudere in bellezza un Mondiale che resterà nella storia del Paese, ma anche di un intero continente. Dall'altra parte, invece, in una sorta di "rivincita" dello scorso Mondiale, di nuovo Argentina-Francia, stavolta con uno sprint in più. Da una parte Messi, dall'altra Mbappé, da una parte un campione che ha vinto tutto, che cerca alla sua ultima partecipazione la sua prima Coppa del Mondo per coronare una già grandissima carriera, mentre dall'altra un giovanissimo che di Mondiali ne ha già uno in bacheca. Due compagni di squadra, due avversari di una finale davvero stellare.