Le 5 Maglie più Nostalgiche della Serie A

Calciatori Ignoranti

Qual è la prima maglia nostalgica della Serie A che ti viene in mente?

Calciatori Ignoranti13 Sep 2022

Il campionato italiano, terra d’esibizione di grandissimi fuoriclasse, talenti dalla tecnica sublime in grado di mandare in visibilio la platea. La Serie A e l’Italia, palcoscenico dove mostrare al mondo alcune tra le maglie più belle mai concepite nella storia del calcio. Moda e tradizione che s’incontrano, nel rispetto dei colori e dei tratti identitari dei vari club, andando a realizzare divise straordinariamente entrate nell’immaginario collettivo. Estetica e originalità, fondamentali per estrarre dal cilindro qualcosa che resti, e soprattutto venda.
I tifosi, si sa, tengono molto alla “maglia”, ultimo baluardo quando le cose vanno male, pronti ad esaltarla oppure a criticarne la realizzazione dopo anno. Ma, più di altre, alcune di queste sono riuscite nel non facile compito di risultare universalmente apprezzate, oltrepassando le barriere di tifo arrivando ad essere ricordate ancor’oggi. Nostalgia unita a linee ed un concept indimenticabile vanno così a formare la nostra potenziale top 5 (senza ordine di classifica) di quelle le quali hanno più lasciato un segno indelebile nel nostro cuore.

Scordarle non si può, ma forse ora vi rinfrescheremo la memoria:

Sampdoria 1991/1992

La divisa blucerchiata, con lo scudetto sul cuore, è indubbiamente tra le migliori di sempre. Il blu domina la maglia, intervallata da una fascia centrale rossonera con lo stemma di Genova e lo sponsor ERG sul petto.

È l’anno in cui la Samp, dopo la straordinaria e vittoriosa cavalcata la stagione precedente in campionato, si affaccia alla Champions League e sfiora la leggenda, perdendo solo all’ultimo atto contro il Barcellona. Sarà il gol di Rambo Koeman nella notte di Wembley a spezzare i sogni dei gemelli del gol Mancini e Vialli, coppia che si rifarà con gli interessi, diversi anni dopo, nello stesso stadio con la Nazionale. 

Parma 1998/1999

La tradizione incontra l’innovazione, un vento del cambiamento che non a primo impatto abbraccia tutto il popolo Emiliano. Sì, perché dopo i Mondiali francesi a Parma arriva Lotto, il quale si sostituisce a Puma, andando a toccare punti fino a quel momento.

E così succede che la “canonica” divisa bianca viene sostituita da una maglia a strisce orizzontali gialle e blu, un design particolare e decisamente poco “calcistico”. Eppure, sul campo, i risultati parlano da soli: la nuova veste trascina i ducali verso la conquista di Coppa Italia e Coppa Uefa.
Alla guida Malesani, in campo Crespo è il goleador delle grandi notti. I successi spesso rappresentano il viatico principale per essere ricordati, ed ecco quindi spiegato il perché tuttora non si può dimenticare quell’incredibile annata.

Una maglia che riuscì nel non facile intento di rinnovare e diventare al contempo leggendaria.

Napoli 1987-1988

In cuffia “Life is Life” mentre nella mente scorrono le immagini del Napoli all’esordio in Coppa dei Campioni. Ottavio Bianchi guida una squadra stellare, guidata naturalmente dal più forte di tutti, Diego Maradona. Con la numero 10, in mezzo al campo, a dettare legge in maglia azzurra.
Buitoni, per l’ultimo anno, è sponsor dei partenopei, ma la casacca si fa apprezzare soprattutto per i riconoscibili simboli dei trionfi dell’anno precedente: Scudetto e Coppa Italia. Il Real ed il Bernabeu ospitarono per primi quel Napoli, che al ritorno fece segnare il record di incassi in un San Paolo gremito all’inverosimile.

Nota di merito anche per la “celeste” dell’anno precedente, leggendaria ed iconica grazie ai successi in terra nostrana.

Fiorentina 1998-1999

Trapattoni al timone, l’entusiasmo della piazza ed una squadra competitiva. La casacca Viola, la “nostalgicissimo” Nintendo e la Fila come sponsor tecnico. Le strisce bianche sui lati della maglia e le maniche, una divisa iconica per caratteristiche e forme, divenuta tale anche grazie al grande campionato della Fiorentina, concluso al terzo posto.
Sarà ancora Gabriel Omar Batistuta il mattatore, top scorer con 26 gol stagionali e vero e proprio leader tecnico e capitano di una rosa la quale poteva annoverare fuoriclasse come quello di Manuel Rui Costa. 

Inter 1997-1998

Ronaldo Nazario, con tanto di numero 10, in Italia, nell’Inter: è già nostalgia solo così.

Ma noi vogliamo focalizzarci però sulla maglia numero 3, quella indossata solo ed esclusivamente nella vincente campagna in Coppa Uefa, caratterizzata dalle strisce orizzontali grigie e blu, ricordata soprattutto per il primo ed unico trofeo a Milano del brasiliano.