I 5 grandi Addii dell’Estate 2022
Qual è stato l'addio più inaspettato?
Simile ad un aeroporto, l’estate porta con sé arrivi e partenze nel mondo del calcio. Tra chi viene e chi va, il termine della stagione calcistica ci pone dinanzi a saluti che forse mai ci saremmo aspettati, storie d’amore concluse con lacrime e probabilmente qualche rimpianto. Capitoli di vita giunti alla parola fine e nuove pagine tutte da scrivere. Ai primi scorci di luglio abbiamo già assistito a qualche triste addio, o arrivederci.
Riviviamo insieme i 5 più incredibili e forse meno attesi.
Giorgio Chiellini
560 presenze alla Juventus di cui 430 in Serie A.
9 Scudetti, 5 Supercoppe Italiane e 5 Coppe Italia in 17 anni di fede e amore a tinte bianconere.
L’uomo dalle mille battaglie, simbolo, leader (oltre che capitano) e baluardo di un’intera generazione cresciuta con il mito della BBC insieme a Bonucci e Barzagli, con Buffon alle spalle.
Giorgio Chiellini è stato la Juventus, l’ultimo cavaliere della Vecchia Signora e, più in generale, uno dei più forti difensori degli ultimi 20 anni.
Poi, la notte allo Stadium lo scorso 16 maggio: la parola “fine” a cui nessun tifoso avrebbe voluto assistere.
La lunga standing ovation di tutto il pubblico al minuto 17, abbracci e saluti con i compagni ed il giro di campo.
Lacrime e commozione per l’ultima del Capitano in casa, prima di accasarsi ai Los Angeles FC e cominciare una nuova avventura.
Un arrivederci, più che un addio, poiché lo stesso Chiellini ha ammesso di voler tornare a Torino sotto altre vesti.
Allenatore o dietro una scrivania: un legame destinato a non concludersi definitivamente.
Andrea Belotti
Un gelido saluto, qualche parola scritta su carta ed un video messaggio.
Una porta sbattuta a chiudere un amore lungo 7 anni.
Il Gallo ed il Torino, fascia di capitano al braccio e 9 granata ad accompagnare la discesa in campo domenica dopo domenica.
Quello spirito da guerriero, uno stile di gioco inconfondibile che così bene si sposava con la mentalità ed il tratto distintivo del club da lui rappresentato.
251 presenze, 113 gol totali di cui 100 in A, secondo marcatore all-time nella storia granata.
6 stagioni su 7 in doppia cifra ed un addio amaro, inaspettato.
Belotti lascerà l’Italia direzione Monaco, probabilmente, ma a Torino difficilmente scorderanno questo lungo capitolo contrassegnato da una cresta alzata dopo ogni esultanza.
Lorenzo Insigne
Alle pendici del Vesuvio è ancora una storia di contratti e mancati rinnovi a causare una rottura anticipata.
Il protagonista questa volta è Lorenzo Insigne, figlio di Napoli e del Napoli, capitano e leader di una squadra da anni ai vertici del calcio italiano.
L’amore si assottiglia, i rapporti si inclinano e le strade si separano.
Il cuore rimarrà fedele all’azzurro, ora e sempre, nonostante tutto.
Parole lette, con voce rotta dall’emozione, al centro del Maradona, recitando quelli che sono stati i ricordi indelebili vissuti con la 24 sulle spalle.
L’esordio al San Paolo il 2 settembre 2012, l’addio il 15 maggio 2022.
In mezzo, una decade di emozioni incancellabili dai segni del tempo, scandito dai 122 gol in 433 presenze.
Un amore unico ed indissolubile che, probabilmente, non vivrà mai una vera e propria “fine”.
Paulo Dybala
Là dove il genio ed il talento si sono incrociati ed hanno incontrato la fiducia dell’ambiente.
Una casacca bianconera e la numero 10 sulle spalle a suggellare una scintilla scoccata fin da subito.
Un diamante cristallino che mai ha nascosto l’amore per quei colori.
Poi, come sempre, ad intervenire sono state logiche superiori, variabili imprevedibili in grado di sconvolgere all’impazzata un mondo da subito sembrato idilliaco.
Paulo Dybala e la Juventus hanno vissuto più o meno così, su un tetto apparentemente irraggiungibile ma crollato all’arrivo del terremoto.
L’accordo sul rinnovo non è stato trovato, e allora dirsi addio è diventato l’unico modo.
Non prima di salutare, nella stessa sera di Chiellini, uno stadio da sempre in visibilio per quel piede mancino.
Non prima di lasciare sul prato dello Stadium qualche goccia di commozione per una storia da 115 gol e 12 trofei.
Una Joya bianconera rompe definitivamente con il proprio presente e passato, decisa ad abbracciare un nuovo capitolo della propria vita: Inter, Milan, Tottenham o qualche altro super team sono alla finestra.
Frank Kessie
L’ultimo baluardo del “passiamo alle cose formali” targato Fassone-Mirabelli.
Il migliore per rendimento e senso di appartenenza.
Una diga in mezzo al campo, enorme protagonista della cavalcata Scudetto (nonostante i malumori iniziali) e calciatore tra i più determinanti in Serie A.
Frank Kessie ed il Milan hanno vissuto fin da subito un rapporto di alti e bassi, cresciuto in maniera esponenziale nella passata stagione in relazione alle prestazioni, sempre più decisive e apprezzate dal pubblico d fede rossonera.
Il “Presidente”, di ritorno dalla campagna olimpica, promette di rinnovare, ma così non avviene.
Un tira e molla durato qualche mese fino all’accordo raggiunto con il Barcelona, non prima di onorare la maglia fino all’ultimo con il Milan, siglando il gol dello 0-3 nell’ultima vincente trasferta contro il Sassuolo e conquistando così il tricolore.
Un addio quindi decisamente meno amaro, passato a festeggiare per le strade di Milano un campionato che mancava da 11 anni.