Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 il calcio italiano era capace di contendere a tutti i club europei i successi in campo internazionale. A quell’epoca, alcune squadre cosiddette “di provincia” riuscirono a intromettersi, anche con una certa frequenza, nella lotta che era quasi sempre riservata alle grandi del calcio italiano ed europeo. I recenti risultati dell’Atalanta in campo internazionale sono purtroppo l’eccezione che conferma la regola, visto che ormai da tempo, nessun club del nostro calcio di provincia è più riuscito a raggiungere grandi traguardi nelle coppe europee. E in passato?
Atalanta: l’impresa storica alla Coppa delle Coppe del 1988
Proprio l’Atalanta nel 1988 riuscì ad arrivare addirittura alla semifinale della Coppa delle Coppe persa contro i belgi del Malines che, anche loro da veri outsiders, vinsero poi il torneo. L’impresa della squadra bergamasca è stata ancora più clamorosa per il fatto che in quella stagione i neroazzurri, guidati da Emiliano Mondonico, militavano in Serie B, il che non gli impedì comunque di eliminare nei quarti di coppa persino lo Sporting Lisbona. Quello dell’Atalanta del 1988 è stato un percorso storico che rappresenta ancora il miglior risultato raggiunto nelle coppe europee da una squadra non iscritta alla massima serie di un campionato. La storia di quell’impresa affonda le sue radici nella stagione precedente in cui l’Atalanta retrocesse in Serie B riuscendo però a conquistare la finale di Coppa Italia persa contro il grande Napoli di Maradona. Le vincenti delle varie coppe nazionali partecipavano di diritto alla successiva Coppa delle Coppe ma il Napoli, Campione d’Italia, aveva acquisito anche il diritto di partecipare alla successiva Coppa dei Campioni, pertanto l’Atalanta nonostante la sconfitta contro i partenopei prese parte alla Coppa delle Coppe del 1987/88.
Sampdoria: il tutto per tutto durante la Coppa delle Coppe del 1990
Un’altra nobile della provincia italiana è stata la Sampdoria dei gemelli del gol Vialli e Mancini che, diretta dal maestro Boskov, nei primi anni ’90 riuscì a competere alla pari con le grandi del calcio italiano ed europeo. I doriani infatti riescono nell’impresa di vincere la Coppa delle Coppe del 1990, battendo in finale l’Anderlecht per due reti a zero, e poi a vincere, l’anno successivo, lo scudetto che consentirà al “Doria” di giocarsi la Coppa dei Campioni del 1991/92. I calciatori della Sampdoria, richiestissimi dai club più blasonati del tempo, e la società s’impegnarono a non smembrare la squadra proprio in funzione del percorso europeo che la Sampdoria condurrà brillantemente fino al suo epilogo nella finale di Wembley del 20 maggio 1992. Lo storico traguardo era a un passo, ma tra i doriani e la gloria c’era di mezzo il Barcellona di Cruijff con Guardiola, Stoickov e Koeman in campo, proprio Koeman al 112° minuto del secondo tempo supplementare, con un micidiale calcio di punizione, batterà Pagliuca consegnando ai blaugrana la prima Coppa dei Campioni della loro storia. Il mondo del calcio assisteva così all’inizio della grande era del Barcellona che coincise con la fine del sogno sampdoriano che raggiunse quella notte il suo punto più alto.
Parma: la favola degli Anni Novanta e il suo tris europeo
Il Parma nel corso degli anni ’90 vive una grande favola sportiva legata indissolubilmente anche alla storia dello storico marchio Parmalat il cui fondatore è stato in quegli anni anche il patron della squadra di calcio. Il club aveva militato a lungo nella serie C lanciando però nel grande calcio Arrigo Sacchi che, alle prime esperienze da allenatore, guidò proprio i parmigiani. Con l’arrivo di Tanzi alla presidenza della squadra vengono fatti grandi investimenti e la panchina viene affidata a Nevio Scala, il Parma conquisterà tutti grazie al suo gioco straordinario e in soli due anni dalla sua salita in Serie A riuscirà a vincere, nel 1992, la sua prima Coppa Italia. L’anno successivo il Parma potrà così disputare la sua prima Coppa delle Coppe e vincere al primo tentativo, mettendo in mostra un grande gioco corale fino alla finale di Londra vinta per 3 – 1 contro i belgi dell’Anversa. Ma questo era solo l’inizio di una grande storia…Infatti il Parma farà il bis con un’impresa ancora più ardua: vincere l’edizione della Coppa Uefa del 1995 battendo in finale, in un derby tutto italiano, la Juventus. In questa edizione, i gialloblu sfoderano talenti straordinari come Gianfranco Zola, per esempio. Dopo aver addirittura sfiorato uno storico scudetto nel 1997, è nel 1999 che il Parma cala il tris europeo vincendo la sua seconda Coppa Uefa dominando tutti gli avversari tra i quali anche alcuni grandi club come l’Atletico Madrid in semifinale e il Marsiglia, per tre reti a zero in finale. In quella squadra, guidata da Alberto Malesani, brillavano alcune stelle assolute che resero indimenticabile quella squadra: Buffon, Thuram, Cannavaro, Veron, Dino Baggio a centrocampo e Chiesa e Crespo in attacco insomma, dei veri “Galacticos” di provincia!
Bologna: la corazzata europea del ’99 alla guida di Mazzone
Proprio nella stessa edizione della Coppa Uefa del 1999 un’altra squadra emiliana dal grande passato si faceva largo tra le corazzate d’Europa…Stiamo parlando del Bologna di Carletto Mazzone e dell’attaccante Beppe Signori. I rossoblù vennero infatti fermati solo in semifinale a un passo dall’impresa di raggiungere, in un derby tutto emiliano, il Parma in finale. Il Bologna arrivava addirittura dai turni preliminari, disputati in piena estate nel torneo Intertoto, ma nonostante questo riuscì a superare agevolmente diverse squadre blasonate come lo Sporting Lisbona, lo Slavia Praga, il Betis Siviglia e il Lione. Per la partita di ritorno della semifinale il Dall’Ara era una bolgia e il Bologna riuscì addirittura a passare in vantaggio con Paramatti al 18° minuto. Nel secondo tempo, i francesi cambiano marcia e diventano molto aggressivi fino a raggiungere, a un minuto dalla fine, il pareggio decisivo su calcio di rigore conquistato da Ravanelli e calciato in rete da Blanc. La rissa di fine partita lascerà il segno sui Marsigliesi, che perderanno per la finalissima contro il Parma Dugarry, Jambay, Ravanelli, Gallas e Luccin.
Vicenza: dulcis in fundo con la quasi vittoria nella Coppa delle Coppe del ’97
Anche il Vicenza di Guidolin fu a un passo dalla conquista di una storica finale della Coppa delle Coppe del 1998. I vicentini riuscirono infatti nell’impresa di vincere la Coppa Italia del 1997 battendo, nella doppia finale, il Napoli e conquistando così il diritto a partecipare alla successiva Coppa delle Coppe. Il cammino europeo della squadra veneta fu di tutto rilievo avendo eliminato tra le altre lo Shakhtar Donetsk negli ottavi e il Roda nei quarti. In semifinale, gli uomini di Guidolin si trovarono di fronte il Chelsea di Gianluca Vialli nel duplice ruolo di allenatore-giocatore. All’andata, giocata a Vicenza, i bianco rossi grazie a un gol di Zauli riescono addirittura a vincere senza subire gol. Il ritorno a Londra inizia ancora meglio, con Luiso che porta in vantaggio i veneti. Il sogno sta per diventare realtà… Purtroppo, prima un gol di Poyet nel primo tempo e quelli di Zola e Hughes nel secondo spegneranno definitivamente ogni speranza dei veneti di giocarsi la finalissima del torneo.