Nonostante l’emergenza sanitaria abbia interrotto i campionati del calcio giovanile, il lavoro dello staff del Parma Calcio 1913 non si è mai fermato.
Lo sbocco in prima squadra di Daan Dierckx – il primo calciatore nato dopo il 2003 a giocare un match della Serie A italiana, nonché il difensore più giovane ad essere partito titolare in questa stagione nei cinque maggiori campionati europei – e Chaka Traore, classe 2004, il più giovane debuttante in Coppa Italia, così come il precedente debutto di Botond Balogh, e le ripetute convocazioni di Filippo Rinaldi, Drissa Camara e Gabriele Artistico, dimostrano la bontà del lavoro del Settore Giovanile del Parma Calcio, la cui mission è, appunto, quella di sfornare calciatori che possano essere in grado di esprimersi anche tra i grandi. È questo il concreto frutto di un meticoloso e lungo lavoro del vivaio che parte fin dall’Attività di Base per poi raggiungere l’Agonistica e quindi la Primavera. Da alcune settimane è ripartito il Campionato Primavera 2, ed è una bella notizia, così come il processo di normalizzazione, dopo lo stop per la pandemia, degli allenamenti delle formazioni dell’Agonistica, con la speranza di una ripresa dei Campionati Nazionali Serie A e B Under 18, 17, 16 e 15, e la ripresa, in sicurezza e dopo un ciclo di tamponi molecolari, come prescritto, anche per l’Attività di Base (Under 14 e 13 iscritte nei Campionati Regionali, Under 12,11, 10, 9 e in quelli Provinciali):
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«Speriamo che la situazione non peggiori e ci offra la possibilità di proseguire: da parte nostra c’è grande attenzione, tanto che la rigida forma di controllo sui nostri atleti ha dato ottimi risultati. Credo che presto riprenderanno anche le partite, almeno per l’Agonistica, ma per i più piccoli già il potersi allenare è molto importante. I ragazzi, le famiglie e gli staff hanno sofferto questo stop e anche a noi ha negato la possibilità di proseguire la visione e la ricerca di nuovi potenziali calciatori. In questo momento, da parte mia e dei miei collaboratori è necessario concentrarsi sul cercare di migliorare tutto quanto dal rapporto con il territorio alla creazione di una migliore identificazione dei ragazzi nel club. Servono tempo, strumenti e motivazioni, fattori che in questo momento non ci mancano»