L’Italia è riconosciuta a livello globale per essere, dopo l’Inghilterra, la patria del calcio; sono stati tantissimi i talenti di grande calibro cresciuti ed esplosi in Serie A, ma sono altrettanto numerosi quei giocatori che sembravano promettere oro, e che in seguito si sono rilevati semplicemente delle meteore in mezzo a tanti campioni. Qui, ne vogliamo ricordare tre: Mario Balotelli, Antonio Cassano e Adriano.
Mario Balotelli
Super Mario ha avuto numerosissimi alti e bassi durante il corso della sua carriera, rivelandosi già dall’esordio un grandissimo talento, condizionato forse da una testa troppo calda. La profezia di inizio carriera dell’attuale trentenne Balotelli che lo considerava come la nuova indiscussa star del calcio italiano, non si è del tutto avverata. A guastare il finale di questa favola perfetta è stato il suo comportamento fuori dal campo non proprio polite, che ha contaminato gran parte delle sue imprese dentro e fuori dal campo. Quando è apparso per la prima volta nel 2006 con la squadra Football Club Lumezzane, non c’erano dubbi che fosse destinato a squadre e a imprese più grandi.
I giganti italiani dell’Inter infatti, si sono affrettati a catturare la sua firma nel 2007 dopo le magie realizzate da Super Mario con il piccolo club lombardo e il 19 dicembre di quello stesso anno, segna le sue prime reti ufficiali con la maglia nerazzurra, con una doppietta in Reggina-Inter (1-4), valida per l’andata degli ottavi della Coppa Italia. Con l’Inter conquistò ogni trofeo possibile, sia a livello nazionale che europeo. I suoi molteplici successi con i nerazzurri includono tre scudetti in campionato, un titolo di Coppa Italia e una corona della UEFA Champions League. Da qui si susseguono numerosi cambi maglia, prima con il Manchester City, poi con il Milan, il Liverpool, ancora Milan, poi Nizza e Olympique Marsiglia, per concludere con Brescia e infine con il Monza in Serie B con un contratto annuale. Forse, con un cambio di mentalità, Super Mario potrebbe avere ancora delle importanti chances con le squadre che contano e sfoderare quel suo prezioso x-factor…
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Antonio Cassano
“E’ il giocatore più forte con il quale abbia mai giocato”.
Così Francesco Totti ha definito Antonio Cassano nel suo libro autobiografico, ma Fantantonio rimane uno dei talenti più sprecati degli ultimi anni. Per lui Capello, forse l’unico a motivarlo e a credere sempre nel suo x factor, coniò la parola “cassanate”, per poi non convocarlo più nella formazione ufficiale del Real Madrid. È possibile additare il termine di meteora ad un giocatore che ha vinto Scudetto e Liga, realizzando 150 gol, di cui uno nella finale di Euro 2012? Evidentemente si può, soprattutto se ti chiami Antonio Cassano. In un’intervista del 2020 ha dichiarato con un po’ di amaro in bocca:
“Sono il più grande talento degli ultimi anni che si è buttato via. Una cosa è fare il professionista, un’altra litigare con tutti senza un perché. Ho oltrepassato tante volte il limite”.
Adriano l’Imperatore
Ribattezzato Imperatore dai tifosi dell’Inter, il mondo del calcio lo credeva invincibile, incapace di crollare davanti alle avversità della vita. L’attaccante era dotato di sovrumane skills di controllo e dribbling, oltre che di un piede sinistro da supereroe, che ha lasciato spesso le difese avversarie a bocca aperta e i portieri increduli piegati dai suoi gol micidiali. La sua forma impeccabile lo ha reso uno dei migliori talenti del campionato italiano nella stagione 2004/05, ben lontano dalla povertà delle favelas di Rio de Janeiro in cui è cresciuto. Tuttavia, la morte del padre e ispiratore, Almir, alla fine del 2004 lo ha risucchiato in una spirale discendente, come affermato dal calciatore stesso in alcune interviste passate.
Nonostante ciò, l’Inter ha insistito con il brasiliano, ma dopo un paio di prestiti, a causa di evidenti problemi di peso e disciplinari che spuntavano con regolarità, il contratto è stato rescisso nel 2009. Dopo la parentesi meneghina, Adriano ha firmato con il club della sua infanzia il Flamengo, e successivamente con Roma, Corinthians e Miami United, tutti club che hanno lottato per tenere a bada i problemi dell’attaccante, fino alla definitiva sua definitiva abdicazione.