La Spagna corona il sogno: quattro volte campione d’Europa, è record

È andata com’era giusto che andasse, con la Spagna che batte gli inventori del calcio, gli inglesi, e si laurea campione d’Europa per la quarta volta nella sua storia. Sette partite e altrettante vittorie a Euro 2024 sono la prova di una nazionale che sta reinventando il calcio: con i giovanissimi, quasi “bambini” Yamal, Nico Williams e Pedri, solo all’inizio di una carriera che si prospetta meravigliosa; con la palla al centro di un gioco mai rinunciatario; con la rapidità d’azione, la classe e la bellezza del gesto atletico; con le idee di De La Fuente, ennesima espressione, anche sul piano tattico, di come il calcio spagnolo scoppi di salute; con il carattere e la voglia di farcela persino col mare in tempesta… la defezione di Rodri, faro del Manchester City, di colui che a ragione è considerato il miglior centrocampista al mondo.

Insomma, la Spagna ha coronato il suo sogno di salire sul tetto d’Europa e di trasformarsi nella nazionale che ha vinto più volte la rassegna continentale: un poker di successi che relega la Germania (3) al secondo posto, e l’Italia e la Francia (2 per entrambe) sul terzo gradino del podio. Ma questa Spagna non è solo numeri, è qualcosa di più: la speranza che il calcio resti tale, un gioco di squadra propositivo, bello da vedere, divertente, coinvolgente per tifosi e appassionati; un gioco ancora capace di far sognare i bambini, occhi sgranati e pieni di meraviglia. È davvero così difficile mettere in scena uno spettacolo tanto sublime? Facile non è senza il talento cristallino, ma nemmeno impossibile. Lo hanno dimostrato le Furie Rosse, tra le più simpatiche di sempre, grazie a interpreti (Lamine Yamal in primis) che vivono i propri sogni al meglio, puntando al massimo in termini di risultato sportivo, certo, ma anche di calcio ben giocato.

Lo diciamo senza timore di smentita: la Spagna di De La Fuente, del capitan Morata e di tutti gli altri, Olmo, Ruiz, Pedri, Cucurella, Oyarzabal… ha salvato Euro 2024 dalla noia di partite ingessate. La Francia di Mbappé, l’Inghilterra di Kane, in parte la Germania hanno tutte deluso con un calcio spesso asfittico, già visto, prudente oltre misura, e soprattutto inconcludente. Siamo convinti che la voglia di calcio delle nuove generazioni, e dunque la sopravvivenza stessa dello sport più bello del mondo, passi attraverso i piedi, le idee e il gioco di squadre come quella che ha vinto a Euro 2024. E allora speriamo che la lezione spagnola venga recepita in lungo e in largo, specie dall’Italia, che tanta strada ha da fare per tornare là dove le compete. E chiudiamo con l’immagine più toccante dell’europeo tedesco: Yamal che gioca con il fratellino di due anni sul palco dell’Olympiastadion. A proposito di sogni in erba…

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