Quante volte ci siamo seduti sul divano all’ora X – pizza, birra e amici di tifo – per seguire una partita di calcio decisiva? Rivivete la scena: cibo buono, bevande fresche e compagnia perfetta… La serata è lì che decolla senza intoppi, tra una risata e una chiacchiera, uno sfottò e un primo giro al bar di casa. Poi comincia la partita, forse l’abbiamo attesa una stagione intera, ma è lenta, inceppata, ai calciatori tremano le gambe per la paura di sbagliare. Dopo un po’ la partita ammorba, guasta l’atmosfera, e qualcuno benedice Zemanlandia e il De Zerbi Ball, qualcun altro distoglie lo sguardo per manifesta violazione dei limiti di noia. Non gettate la spugna, però. A tutto questo c’è un rimedio, e si chiama Europa League.
“Davvero?” direte voi. Sì, certamente. Se c’è una competizione che in finale regala spesso fuochi d’artificio e reti a grappoli, questa è l’Europa League o ex Coppa UEFA. Così è stato sin dagli albori del torneo nel 1971/72, quando la doppia finale di andata e ritorno tra Tottenham e Wolverhampton si chiuse con 5 reti globali e il trofeo della prima edizione agli Spurs. Avvio più che discreto, insomma, confermato negli anni successivi da una serie di finali da 5, 6 o 7 reti ciascuna, fino alle 9 marcature nel doppio confronto Ipswich Town-Az Alkmaar del 1980/81, alle 8 totali registrate nella finale EL 1985/86 Real Madrid-Colonia (vinta proprio dagli spagnoli per il secondo anno consecutivo) e, di nuovo, ai 9 gol della finale Napoli-Stoccarda 1988/89, quella che consegnò ai Partenopei illuminati da Maradona l’unica Coppa Uefa della loro storia.
Qualcuno potrebbe obiettare: “vabbè, facile segnare così tanto se giochi la doppia finale!”. Se non fosse che, quando nel 1997/98 le finali di Coppa Uefa cominciardono a disputarsi in gara secca, la musica non cambia, ma anzi continua a regalare emozioni e partite pirotecniche a tutti gli amanti del calcio a viso aperto, quello sfrontato che maledice il catenaccio persino nelle partite da dentro o fuori, dove un errore può costare il trofeo. Dimostrazione lampante di ciò sono le due finali di Coppa Uefa vinte da Inter e Parma, rispettivamente nel 1998 e nel 1999, entrambe con il risultato di 3-0. Nemmeno il tempo di rifiatare nel 1999-2000, con una sfida a reti bianche, che l’anno successivo di reti nel match decisivo ne arrivarono addirittura 9: Liverpool-Deportivo Alavés del 2000/01 si concluse con un roboante 5-4 dopo i tempi supplementari e rappresenta, ancora oggi, la finale di Europa League in cui si è segnato il maggior numero di reti nella storia del torneo.
Penserete: “Cos’altro può accadere dopo un 5-4 del genere?” e forse, per il proseguio, vi attenderete sfide pià accorte in difesa e polveri bagnate in attacco. Macché. Leggete qui: finale Europa league 2001/02 tra Feyenoord e Borussia Dortmund 3-2; finale Porto-Celtic 2002/03 di nuovo 3-2, benché arrivato ai tempi supplementari; quindi un secco 2-0 del alencia sull’Olympique Marsiglia seguito dal 3-1 del CSKA Mosca ai danni dello Sporting Lisbona e, nel 2005/06, la vittoria con il maggiore scarto di reti mai registratosi in una finale di Europa League, quella tra gli spagnoli del Siviglia e gli inglesi del Middlesbrough conclusasi con un inappellabile e rotondo 4-0 in favore degli analusi. In anni più recenti, con poche eccezioni, il match che ha assegnato il trofeo si è sempre mosso sui binari dell’alta velocità con scontri all’ultimo sangue, come il 3-2 dell’onnipresente Siviglia sull’Inter di Conte nell’edizione 2019/20. DIciamolo, insomma: storicamente, accendere il televisore davanti a una finale di Europa League è quasi sempre sinonimo di divertimento, gol e calcio spettacolo.