Cosa può portare il Papu Gómez a questo Monza?

Il 29 settembre 2023, col campionato iniziato da sei giornate, il Condor scendeva dal cielo di Monza trionfante come suo solito. Insieme a lui, il tipo di preda che preferisce: un parametro zero avvistato nei pressi di Siviglia. Quella stessa sera, Adriano Galliani festeggiava danzando con discutibile scioltezza il ballo coniato dal suo nuovo acquisto – Alejandro Darío Gómez, meglio conosciuto come Papu. L’entusiasmo della piazza si è rapidamente esteso al Paese intero, felice di accogliere ancora una volta uno dei protagonisti della storia recente della Serie A.

In sei stagioni e mezzo a Bergamo, il Papu è diventato un vero e proprio oggetto di culto, capace di disegnare insieme a Ilicic e compagni una parabola ascendente culminata con la qualificazione ai quarti di Champions e terminata tristemente in seguito al famoso intervallo di Atalanta-Midtjylland. Con gli orobici, 59 gol e 58 assist in 252 gare ufficiali, e un modo d’intendere la trequarti avversaria del tutto personale, variegato, imprevedibile. Ecco, quindi, che l’esperienza maturata sul centrosinistra del 3-4-2-1 di Gasperini lo ha reso il candidato ideale per sostituire l’infortunato Caprari.

Ma il Papu non può essere un semplice sostituto; è l’uomo giusto al momento giusto, nel modulo giusto e con l’allenatore più simile a chi ne ha permesso la consacrazione. Al 90 per cento, ha detto Gómez in un’intervista al Corriere della Sera, “Lo ritrovo nella parte fisica, tattica, atletica [di Palladino]”. Lo stesso allenatore del Monza si è subito espresso positivamente sul nuovo arrivato, definendolo “un campione in campo e di testa”. Parole che ben denotano gli intenti del mister: una risorsa per la squadra tanto a livello tecnico quanto a livello di spogliatoio.

Tre giorni dopo la firma, il Papu esordisce a Sassuolo. Palladino gli regala un quarto d’ora, non prima, però, di avergli mostrato un assaggio della curiosa malleabilità con cui gestisce le sue pedine. Al 71°, dopo che Colombo ha già portato in vantaggio i monzesi, il mister toglie i due trequartisti – Colpani e Dany Mota – e inserisce il giovanissimmo Vignato e… Birindelli. Inversione obbligata: Ciurria si accentra, il subentrante lo sostituisce largo a destra. Cinque minuti più tardi arriva il momento di Gómez ed ecco un altro valzer di rotazioni. Esce Kyriakopoulos, Ciurria cambia fascia e cede il posto al Papu.

Contro la Salernitana, l’argentino ha più di 25 minuti per mettersi in mostra davanti ai suoi nuovi tifosi. Entra al posto di un ispiratissimo Colpani e si posiziona accanto a Vignato, lasciando il 2004 nella posizione a lui più cara. Nel tempo a disposizione tocca la palla 15 volte, producendo prima il passaggio chiave per Bondo cui seguirà il rigore del definitivo 3 a 0, poi il traversone da fermo preciso per la sponda di Marí, impreziosita dalla rovesciata senza senso di Gagliardini. Questa volta nessuno stravolgimento di formazione, ma terzo clean sheet consecutivo e Monza settimo in classifica.

Insomma, il Papu sembra approdato all’interno di un meccanismo i cui ingranaggi intercambiabili possono ruotare a piacimento del macchinista e che, tutto sommato, già funziona. Come Gasperini, Palladino pare avere un rapporto quasi umorale coi suoi giocatori: si veda Colpani, l’anno scorso appena dieci presenze da titolare, quest’anno (giustamente) inamovibile. Oppure Dany Mota, la cui cadenza d’impiego non è nemmeno lontanamente prevedibile. Colombo, poi, da quando è arrivato è sempre partito dal primo minuto, allontanando per ora l’ipotesi di vedere un Falso 9.

C’è infine il gioiellino, Samuele Vignato, che nelle ultime partite ha lanciato un segnale forte sulle proprie ambizioni. E il Papu? Sono passati due anni, ma la classe e l’esperienza sembrano rimasti intatti. Nelle rotazioni dell’allenatore giocherà senza dubbio un ruolo di primo piano – recuperata la condizione, a piede invertito, con un fantasista mancino al suo fianco e un centravanti fisico davanti ha fatto vedere cose discrete in passato. Lui si è messo a disposizione “per aiutare la squadra, contribuendo a far crescere i più giovani”. Ma l’obiettivo di tutti, dice, è l’Europa. E il Papu sa come arrivarci.

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