Sinner nuovo “re” d’Inghilterra

Si è alzato ieri il sipario sull’edizione 2025 di Wimbledon, con la conclusione di un torneo che ha mescolato rivalità storiche e nuovi protagonisti. L’erba dell’All England Club ha accolto ancora una volta l’eleganza e la tensione papabile del Centre Court.

Un sogno lungo un anno
Sul campo principale, la sorpresa è stata meno una novità, e più la consacrazione di un fenomeno nato per lasciare il segno. Jannik Sinner, infatti, riesce a scrivere una pagina storica del tennis, divenendo il primo italiano a trionfare a Wimbledon, superando l’ormai ex campione e rivale Carlos Alcaraz con un netto 4-6, 6-4, 6-4, 6-4 in poco più di tre ore. Il suo percorso è stato un sinonimo di rivincita, forza mentale e continuità di rendimento, con anche la forza di volontà di giocare attorno ad un infortunio al gomito che rischiava di comprometterne il percorso sulla verde erba inglese. L’abbraccio finale con la principessa Kate, che ha consegnato la prestigiosa coppa, ha suggellato un momento iconico, e il nostro altoatesino si conferma, ancora una volta, numero 1 al mondo.

Swiatek, doppio “zero” e dominio assoluto
Sul versante femminile, invece, è Iga Swiatek a lasciare tutti a bocca aperta con un’autentica dimostrazione di superiorità. Nella finalissima, ha dominato alla stragrande Amanda Anisimova per un doppio 6-0 in neanche un’ora di gioco. Una “doppietta perfetta” mai vista a Wimbledon da addirittura 114 anni, segno di un dominio che va oltre le superfici. La campionessa polacca conquista così Wimbledon dopo essersi portata a casa anche Roland Garros e US Open.

La stagione italiana sull’erba
Tra i protagonisti del torneo va sottolineato anche Flavio Cobolli, che ha centrato i quarti di finale, un exploit che lo proietta tra i volti da seguire nei prossimi Slam. Ma è solo l’ultimo di una serie di italiani capaci di farsi notare su erba, dopo Musetti a Wimbledon 2024 e la consueta presenza di Sinner. Gli altri azzurri che hanno lasciato il segno sono stati Berrettini, che al rientro da un infortunio ha mostrato brillantezza pur fermandosi ai sedicesimi – e appendendo la racchetta al chiodo – ma anche Lorenzo Sonego e Matteo Arnaldi, che hanno ben figurato pur uscendo prima della seconda settimana.

Wimbledon resta un torneo che affascina, sia per l’armonia tra tradizione e competizione raffinata, ma anche per tutti i rituali quasi storici che resistono alla modernità, tra silenzi, stampa elegante e abbondante tè delle cinque. Lo scenario? Sinner-Alcaraz è già una rivalità memorabile che a tratti ricorda anche quella straordinaria tra Nadal e Federer e il tennis italiano si confermat ra le nazioni in cresita. Ora, l’attenzione torna al duro: con Wimbledon alle spalle, inizia la corsa verso gli US Open.

Credit IMAGO / Avalon.red

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