Sulle ali dell’entusiasmo per la bella vittoria di Firenze, ottenuta con un’ottima prestazione di squadra, applaudita dallo stesso allenatore Fabregas, il Como 1907 si prepara a ricevere al “Sinigaglia” la capolista Napoli, in quello che si preannuncia essere uno scontro che promette grande spettacolo. Como e Napoli si sono affrontati 33 volte in totale, di cui 22 nella massima serie. L’ultima sfida tra le due squadre sulle sponde del lago risale al camponato di Serie B 2003/04, e ha visto i lariani imporsi per 2-0 sugli ospiti, grazie ad una doppietta di Marco Carparelli. La storia delle due squadre è costellata di giocatori diventati iconici per i tifosi, e che hanno scritto grandi pagine della Serie A. Spulciando il nostro archivio storico, abbiamo selezionato per voi le storie di cinque grandi ex della sfida:
5. Massimo Palanca
Sebbene il suo nome resti legato, per gli appassionati di calcio, alla maglia del Catanzaro, il baffuto e talentuoso attaccante, vera e propria icona del football nostrano anni ’80, ha vestito anche le maglie di Como e Napoli nel corso della sua carriera. Dopo la promozione in Serie A con la squadra calabrese, Palanca esordì nella massima serie proprio contro il Napoli nel 1976, e si fece notare negli anni successivi per i suoi colpi di classe, fra i quali spiccavano i calci di punizione ed i gol segnati direttamente da calcio d’angolo, vero e proprio marchio di fabbrica. Dopo aver segnato 13 gol nel campionato 1980/81, venne acquistato proprio dal Napoli, con cui però non riuscì a replicare le gesta che lo avevano reso un idolo dei tifosi a Catanzaro. Dopo una sola stagione ed un solo gol segnato, venne quindi ceduto in prestito al Como in Serie B nel 1982. Rimase sul Lario un solo anno, ma non perse l’occasione per farsi ricordare con uno splendido gol su punizione “ad effetto” segnato al Sinigaglia contro il Milan, che regalò la vittoria alla squadra nerazzurra.
4. Fabio Pecchia
Diamo ora uno sguardo agli anni ’90, e precisamente nel 1993. In quell’anno vediamo esordire nel Napoli di Marcello Lippi un giovane centrocampita nato a Formia, destinato ad una lunga carriera in Serie A. Fabio Pecchia divenne ben presto uno dei titolari fissi della squadra partenopea di quel periodo, mettendo a referto un totale di 125 presenze e 15 reti in campionato fra il 1993 ed il 1997. Proprio in quell’anno venne acquistato dalla Juventus di Zidane e Del Piero, in cui trascorse una sola stagione, prima di essere ceduto alla Sampdoria e nuovamente al Napoli nel 2000. Dopo una prima esperienza al Bologna, nel 2002 venne acquistato dal neopromosso Como, per dare solidità al reparto di mediana della squadra. Nonostante la stagione poco fortunata, conclusasi con la retrocessione, Pecchia fu una delle note liete della squadra, con cui disputò 27 partite segnando 6 reti, una delle quali a Torino proprio contro la sua ex Juventus, che fruttò il pareggio alla squadra azzurra.
3. Pepe Reina
Un Mondiale e due Europei: cosa chiedere di più ad una bacheca? La storia di Pepe Reina attraversa due decenni di calcio ai massimi livelli, e non ha quasi bisogno di presentazioni. Messosi in luce con il Liverpool di Rafa Benitez, di cui difese i pali dra il 2005 ed il 2013 (ottenendo per tre volte il premio di miglior portiere della Premier League), seguì il suo allenatore al Napoli proprio in quell’anno. Dopo un breve prestito al Bayern Monaco, ebbe modo di restare altri tre anni in maglia azzurra, con la quale ha totalizzato 125 presenze in totale in campionato, segnalandosi come un baluardo della difesa azzurra. Il fascino della Serie A non ha smesso di far presa sul portiere spagnolo, che dopo aver vestito anche le maglie di Milan e Lazio, nell’estate del 2024 ha scelto di accettare l’offerta del Como 1907, portando la sua esperienza a servizio della squadra lariana. La sua personalità ed il suo carattere estroso lo hanno reso subito un beniamino dei suoi nuovi tifosi.
2. Ottavio Bianchi
Sebbene il suo nome resti indissolubilmente legato alla conquista del primo scudetto del Napoli di Maradona, l’allenatore bresciano ebbe una lunga esperienza su molte altre panchine italiane prima e dopo il raggiungimento di quella che resta indubbiamente la sua vittoria più importante. Dopo una buona carriera da calciatore negli anni ’60 e ’70 coronata da due presenze in Nazionale, Bianchi si segnalò per le sue doti in panchina proprio nel Como, che guidò da allenatore nel 1984/85. La stagione fu positiva per la squadra azzurra, col raggiungimento di una comoda salvezza in Serie A, che portò il nome di Bianchi all’attenzione del Napoli di Ferlaino, che lo ingaggiò l’anno successivo. Oltre alla storica accoppiata Scudetto-Coppa Italia del 1987, Bianchi mise la propria firma sulla conquista della Coppa Uefa nel 1989, restando ancora oggi uno degli allenatori più vincenti (e ricordati) dai tifosi napoletani.
1. Dirceu
C’è stato un momento in cui in Serie A era possibile trovare campioni di livello mondiale praticamente in quasi qualsiasi squadra. La storia di Dirceu è, in questo senso, davvero unica: titolare della Nazionale brasiliana ai Mondiali del 1974 e 1978, dopo quello del 1982, vissuto da comprimario, decide di misurarsi con il calcio italiano, approdando al Verona. In terra nostrana verrà soprannominato “lo Zingaro”, a causa della sua propensione a cambiare squadra ogni anno. Nel 1983 veste la maglia del Napoli, precisamente la numero 10, ultimo a farlo prima di Maradona. Proprio a causa dell’arrivo del “Pibe de Oro” decide, nel 1984, di ripartire per Ascoli, e nel 1985 si accasa al Como, del quale diviene capitano e stella indiscussa. Resta sulle sponde del lago un solo anno (come da tradizione), ma fa in tempo a contribuire con 25 presenze e 2 reti al raggiungimento dell’ennesima salvezza, oltre che al traguardo storico della semifinale di Coppa Italia del 1986. Chiuderà la sua esperienza italiana all’Avellino nel 1987, venendo ricordato sia per il talento calcistico che per la sua grande allegria fuori dal campo. Morì tragicamente in un incidente stradale nel 1995.