Due edizioni mancate, intervallate da un Europeo conquistato che sembrava aver riportato a livello la nostra Nazionale. Ma, a conti fatti, è dal 2014 che l’Italia non partecipa ad un Mondiale. Un lasso di tempo incredibile, per una delle Nazionali più titolate nella storia della competizione. E, come se non bastasse, un’assenza particolarmente sentita da tutto lo stivale, a partire dallo staff fino ad arrivare, ovviamente, ai tifosi. Ed è da questa situazione che la nostra Nazionale, ormai orfana dell’ex CT Luciano Spalletti e guidata da “Ringhio” Gattuso, è chiamata ad una vera e propria risposta. Dopo un lento e preoccupante inizio del percorso di qualificazione, il percorso doveva essere netto.
Il girone di qualificazione
Un avvio a dir poco disastroso, iniziato con una secca sconfitta per 3-0 contro la Norvegia di Haaland (con tutto il rispetto, non la più imbattibile delle compagini, soprattutto guardando alla storia), segno evidente di debolezze difensive e lunghezze d’organico nella formazione all’epoca guidata da Spalletti. Un cammino che rischiava già di essere precipitoso, che invece è stato corretto all’ultimo e salvato – ci permettiamo di dire – per il rotto della cuffia.
Il gruppo I (tutt’altro che impossibile) vedeva l’Italia inserita appunto insieme a Norvegia, Israele, Estonia e Moldavia. Solo la prima del girone conquista l’automatica qualificazione al Mondiale, mentre le seconde devono passare per i playoff. Insomma, sulla carta l’Italia era chiamata a qualificarsi come prima, ma la Norvegia ha inanellato una serie di vittorie, tra l’altro condite da tanta prolificità, rendendo ancora più complicato il percorso.
Gli Azzurri
Con una partita rimanente, l’Italia si trova al secondo posto, con la possibilità di agganciare il primo solo in caso di vittoria nello scontro diretto proprio contro la Norvegia. Purtroppo, però, il pass diretto sarà quasi impossibile da ottenere, a causa della differenza reti (avremmo bisogno di una vittoria per 16-0 nelle due successive sfide contro Moldavia e Norvegia). Tuttavia, ricordiamoci che la vittoria per 3-0 di ieri sera contro Israele – decisa dalla doppietta di Retegui e dalle parate di Donnarumma – ci ha garantito ufficialmente il pass per i playoff. Una sì magra consolazione, ma la possibilità almeno di giocarsela per il prossimo Mondiale. L’obiettivo minimo.
I playoff
Pur essendo una notizia tutto sommato buona, sono stati proprio i playoff la spada di Damocle degli Azzurri: nelle scorse due edizioni, pur essendo entrambe le volte approdati ai playoff, nel 2018 fu la Svezia a bloccarci l’accesso, mentre l’edizione successiva – sempre ai playoff – fu invece la Macedonia del Nord a farci piangere lacrime amare. Insomma, se per questa pausa abbiamo avuto solo buone notizie, dalla prossima (la settimana 15-22 novembre) potremmo ricevere invece notizie molto più preoccupanti: grazie al ranking, l’Italia è testa di serie, quindi sarà inserita in prima fascia e giocherà la semifinale in casa, ma per quello che sembra uno stranissimo scherzo del destino, l’avversaria più probabile di questa semifinale sarà proprio una tra Romania, Svezia, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord. Con i fantasmi del passato che già iniziano a svegliarsi. Come gli scorsi anni, è vietato fallire, ma il risultato, quest’anno, non deve essere lo stesso.