Con il passare degli anni, è sempre più frequente che gli ex calciatori, anche di grandissimo livello, scelgano di togliersi maglietta e pantaloncini e sedersi sulla panchina nella veste, sempre scomoda, dell’allenatore. Questa scelta, a differenza del passato, riguarda sempre più spesso anche grandi campioni e bandiere dei club di appartenenza.
La storia del calcio è costellata di calciatori che, dopo essere stati un simbolo del club all’interno del terreno di gioco lo diventano anche come guida tecnica della panchina: Johann Cruyff e Pep Guardiola con il Barcellona, oppure Zinedine Zidane al Real Madrid. Per ironia della sorte, è altrettanto frequente che alcune straordinarie bandiere si siano trovate nella condizione di affrontare la propria ex squadra da allenatori avversari. Ma quali sono i big della storia del calcio mondiale che non sono riusciti, da allenatori, ad essere profeti in patria?
Il “Trap” tra le maglie a strisce
Giovanni Trapattoni ha speso un’intera carriera da calciatore con la maglia rossonera del Milan, e da allenatore (peraltro uno dei più importanti della storia del calcio italiano) ha affrontato i rossoneri sempre dalla parte avversaria. La monumentale esperienza del “Trap” tecnico è stata fortemente influenzata da Nereo Rocco, un’altra icona rossonera che allenò Giovanni Trapattoni proprio al Milan tra gli anni ’60 e ’70.
Nonostante il suo passato, il “Trap” siederà a lungo sulle panchine delle due principali rivali del Milan: la Juventus, ma soprattutto l’Inter. Alla guida dell’Inter dei tedeschi Matthäus e Brehme vinse anche lo scudetto dei record della stagione 1988/89, proprio contro il “suo” Milan.
Dopo l’esperienza interista, Trapattoni ha proseguito la sua luminosa carriera di allenatore in giro per l’Europa allenando tra le altre anche il Bayern Monaco e la Fiorentina, e tra il 2000 e il 2004 si è seduto anche sulla panchina della Nazionale Italiana, senza mai riuscire a tornare al Milan.
Un “Apache” azul y oro
Per uno che a tredici anni ha indossato la camiseta del Boca Juniors, e che con quella maglia addosso è cresciuto fino a diventarne un simbolo, deve essere difficile affrontare il Boca come avversario. Se poi la partita è in programma alla mitica “Bombonera”, il momento è davvero storico… Questo è quanto accaduto all’Apache, Carlitos Tevez, il 18 agosto scorso, quando il Rosario Central – da lui allenato – ha affrontato il Boca Juniors in una partita del campionato argentino.
Il popolo “boquense” ha osannato il suo idolo accogliendolo come si accoglie un eroe, un reduce di mille battaglie combattute sempre dalla stessa parte, quella del Boca. Ora, Carlitos fa parte degli ex giocatori e allena il Rosario central, ma nessun tifoso “Xeneise” ha mai dimenticato quanto Carlos ha dato per la maglia gialloblù. Tevez ha portato il Boca a vincere tutto: oltre al campionato argentino (vinto in 4 edizioni), Carlos trionferà con i suoi amati colori anche a livello internazionale. Tra il 2003 e il 2004 gli Xeneizes vinceranno una Coppa Libertadores, una Coppa Intercontinentale e una Sudamericana.
Le grandi doti tecniche e caratteriali porteranno Tevez in Europa, alla corte di alcuni dei club più prestigiosi come Manchester (United e City) e Juventus, per poi fare ritorno a casa nel suo amato Boca Juniors. Chiuderà la sua storia da calciatore nel giugno 2021 disputando la sua ultima partita prima di intraprendere la carriera di allenatore, iniziata in seguito proprio sulla panchina del Rosario Central, un club di primissimo piano. Ma siamo sicuri che, prima o poi, i destini di Carlos e del Boca torneranno a correre dalla stessa parte.
Un uomo in “Blues”
Un’altra storica bandiera del calcio inglese e mondiale è stato Frank Lampard. Il Chelsea, nel quale ha militato per tredici stagioni consecutive, è stato la sua seconda pelle. Con la maglia dei “Blues” ha vinto tantissimo: tre campionati, quattro coppe d’Inghilterra, una Champions e un’Europa League. Con le sue doti tecniche e facilità di inserimento, riuscì a segnare tantissimo, stabilendo un vero record per il suo ruolo, con più di 300 gol in carriera. Le caratteristiche tecniche del calciatore si fondevano a grandi doti umane, che lo resero un professionista apprezzato da tutti i tecnici che lo hanno allenato.
Un predestinato che ha avuto la fortuna di incontrare allenatori come Ranieri e Mourinho, due mentori capaci di insegnargli il mestiere di allenatore. Ma, anche per Frank, il destino lo ha voluto grande tecnico lontano dal “suo” Chelsea. Una sola possibilità per Lampard, alla guida dei Blues solo per una stagione e mezza tra il 2019 e il gennaio 2021, ma la romantica esperienza si è chiusa brevemente con l’esonero.
Lampard cercherà fortuna altrove, lontano da Stamford Bridge, accettando la panchina dell’Everton, dove ormai siede da circa un anno. Anche per Frank deve essere stata un’emozione particolare quando, lo scorso 1° maggio, l’Everton ha affrontato il Chelsea, riuscendo tra l’altro nell’impresa di vincere per 1-0. Vittoria di vitale importanza per il discorso salvezza dei Toffies.
L’emozione di Frank sarà, però, ancora più forte quando, nel prossimo mese di marzo, si disputerà Chelsea-Everton allo Stamford Bridge, e qui sarà la prima di Lampard come avversario nel suo ex stadio. Ma noi siamo fiduciosi che, anche in quell’occasione, i tifosi dei Blues omaggeranno il loro ex allenatore, capitano di tante battaglie.
Una vita da mediano
Un altro che, di centrocampo, se ne intende è Steve Gerrard. Una vita da capitano del Liverpool, con il quale ha alzato qualsiasi trofeo al cielo. Leader di quella squadra, supportato da doti fisiche e tecniche che ne fecero uno dei giocatori più completi della sua generazione. Un “tuttocampista”, forte nel gioco aereo e aveva una straordinaria capacità di lanciare il pallone con estrema precisione a notevole distanza.
Un altro predestinato che, appena terminata la gloriosa carriera da calciatore, intraprese con grande disinvoltura quella di allenatore. Purtroppo, anche per Gerrard, la panchina della sua ex squadra è un miraggio, e il Liverpool diventa semplicemente un avversario.
Steven ha allenato per alcune stagioni i Rangers di Glasgow, che sotto la sua sapiente guida hanno vinto il titolo scozzese nella stagione 2020/21. I risultati lusinghieri gli sono valsi la chiamata in Premier League, sulla panchina dell’Aston Villa, dove siede dallo scorso anno.
Il giorno tanto atteso, però, è arrivato, e sabato 11 dicembre 2021, mentre ad Anfield era in programma Liverpool-Aston Villa, Gerrard ha rimesso piede nel “suo” stadio per la prima volta dalla sua ultima presenza con la maglia inglese. Per uno che è sempre stato “Reds” fino al midollo, che con quella maglia addosso ha trascorso ben ventotto anni della sua vita calcistica, deve essere stato veramente difficile trattenere l’emozione guardando verso la “Kop” e sentendo un intero stadio intonare “You’ll never walk alone”.