Questo Sassuolo potrebbe fare decisamente meglio

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La stagione dei neroverdi ha statistiche quasi zemaniane: c'è bisogno di equilibrio

La Redazione06 Dec 2023

Se prima che iniziasse il campionato ci si interrogava sui mirabolanti movimenti di mercato del Sassuolo, è arrivato il momento di chiedersi quali siano, oggi, le reali intenzioni dei neroverdi. Dopo la sconfitta interna con la Roma, la squadra di Dionisi è scesa al quindicesimo posto, ad appena cinque punti dalla zona retrocessione. Pensarci fa strano: forse sta svanendo l'incantesimo De Zerbi che ci aveva abituati a considerare il Sassuolo un avversario ostico a priori, o forse si sta concretizzando il meme del Sassuolo ammazza-grandi che, invece, si prostra di fronte a rivali di pari livello.

O forse c'è, semplicemente, qualcosa che non va. Dati alla mano, la parabola discendente degli emiliani è palese: dopo l'ottavo posto della stagione 20/21 sono arrivate un'undicesima e una tredicesima posizione, ma ora sta andando anche peggio. Dionisi deve aver fiutato il rischio a inizio estate, quando, facendo finta di nulla, ha deciso di tornare al 4-2-3-1 che aveva reso il Sassuolo temibile. Ma non ha funzionato: i neroverdi viaggiano a una media punti inferiore a quella con cui conclusero la scorsa Serie A (1,07 a partita contro 1,18) e sono la seconda peggior difesa in campionato alla pari con Cagliari ed Empoli.

Certo, gli interpreti non aiutatno. Sulla carta, la difesa è il reparto più pericolante (per usare un eufemismo), con il solito immortale Consigli chiamato a fare miracoli per la decima stagione di fila: 65 tiri nello specchio subiti, 44 dei quali parati. Dopotutto, il Sassuolo è secondo per Expected Goals Against i Open Play (16.94) e secondo anche per Set Play Shots contro (58) - sintomo di una fase difensiva poco curata, disattenta e spesso ingenua. È francamente inspiegabile come Dionisi sia in grado di alternare capolavori tattici come contro Inter e Juventus a prestazioni del tutto insapori e/o confusionarie.

Un'altra red flag riguarda le statistiche sul pressing. Il Sassuolo "lascia fare": registra il secondo valore più alto in Serie A di PPDA (16.3 - i.e., il numero di passaggi concessi agli avversari fuori dal terzo di campo neroverde, diviso per il numero di azioni difensive nella stessa porzione di campo) ma nemmeno brilla per possesso palla (un altro fondamentale dezerbiano apparentemente dimenticato). I neroverdi mantengono la supremazia nei tocchi soltanto nella fascia centrale della propria metà campo (mai in quella nemica), nell'area di Consigli e nei settori subito adiacenti. Le fasce, invece, sembrano un territorio inesplorato.

Che ci può anche stare, per carità: l'impronta di gioco di Dionisi è diversa da quella dell'attuale tecnico del Brighton e privilegia una manovra d'attacco rapida e diretta - con 21 gol segnati da 7.06 xG, senza dubbio l'aspetto meglio funzionante. Un calcio votato alla verticalità: il Sassuolo è primo insieme all'Inter per attacchi diretti (32), vale a dire sequenze di gioco in campo aperto che cominciano nella propria metà campo e conducono rapidamente nei pressi dell'area avversaria, terminando con un tiro o un tocco negli ultimi sedici metri. La produzione offensiva, quindi, non sembra essere il vero problema.

Berardi è la solita certezza, Pinamonti, nella sua discontinuità, ha (quasi) eguagliato nei numeri la partenza con l'Empoli del 21/22; Laurienté sta deludendo, è vero, ma è costantemente nel vivo del gioco (2.5 tiri p90, 1.92 passaggi chiave a partita, un solo gol segnato a fronte di 2.31 xG): Thorstvedt si sta rivelando il trequartista più prolifico e il ritorno di Matheus Enrique ha donato nuovo dinamismo al centrocampo e maggior presenza in area di rigore. È sul reparto difensivo che, probabilmente, Dionisi e la società dovranno intervenire, per trovare finalmente sicurezza e stabilità.