Se ti è capitato di seguire negli ultimi tempi la partita di calcio della tua squadra preferita in diretta, probabilmente l’hai fatto comodamente dal tuo divano, così come il resto del pubblico mondiale. La parola “folla” è ormai tabù e vista l’attuale situazione, ci vorrà forse molto tempo prima che i tifosi possano rientrare negli stadi ruggenti. Ma cosa è cambiato davvero e cosa è restato immutato durante le partite?
Panchine distanziate – I giocatori che non sono sul campo in gara devono mantenere una distanza di sicurezza sanitaria di due metri. Inoltre, le persone al di fuori dal campo di gioco dovrebbero indossare le mascherine.
Palloni disinfettati – In tutti i campi è stato richiesto di disinfettare le palle da gioco prima del fischio d’inizio con prodotti idroalcolici.
Tribune deserte – Le partite vengono giocate a porte chiuse e l’assenza di pubblico toglie un notevole appeal ai match. L’atmosfera che si respira è davvero surreale e manca il calore e le coreografie colorate dei tifosi ad animare le azioni in campo.
“Temo che per tutto il campionato non sia il caso di parlare di tifosi allo stadio”.
(Massimo Galli – Infettivologo)
“È orribile giocare senza persone, è una sensazione molto brutta”. “Non vedere nessuno nello stadio è come allenarsi ed è faticoso entrare in partita dall’inizio”.
(Messi)
“1000 tifosi o nessuno non cambia nulla, non è calcio”.
(Gattuso)
- Regola dei 5 cambi – Questa nuova regola che consente cinque cambi durante i 90 minuti e prorogata da IFAB fino al 31 dicembre 2021 per gli incontri a livello nazionale, ha avuto un doppio effetto. Da un lato, nel primo tempo, i giocatori prendono il ritmo e giocano di filato per tutti i 45 minuti, consapevoli però che nel secondo tempo quasi metà della squadra potrebbe essere sostituita. Dall’altro, il secondo tempo si trasforma in un torneo dinamico con un maggior numero di reti e finali con un livello di suspense ai massimi termini. I dati sono chiari ma quale sarà l’impatto a lungo termine di questa regola?
Quello che è certo è che non tutto ha subito un cambiamento nel calcio post-coronavirus. Ci sono alcuni aspetti che sembrano rimasti invariati durante questa pandemia e te li sveliamo qui…
- Le proteste all’arbitro – Allenatori e giocatori non hanno smesso di contestare davanti a decisioni dubbie prese dagli arbitri. Pensate alla protesta di Pirlo con il direttore di gara Irrati in seguito al gol del Milan alla Juventus nella sedicesima giornata di Serie A, vere e proprie urla nel deserto:
“Perché non vai a rivedere le immagini al VAR?
- Le incitazioni degli allenatori – In un ambiente freddo e silenzioso, a causa dell’assenza di pubblico in tribuna, il ruolo degli allenatori dalla panchina è diventato ancora più rilevante: gridano, si appassionano, incitano e ammoniscono i giocatori nel più totale silenzio. Oggi più che mai ogni parola e insulto viene intercettata nitidamente da chi segue le partite da casa e naturalmente dagli arbitri e assistenti in campo!
“Entra e fai un po’ di casino!”
(Ranieri a Lleris durante un Roma – Sampdoria)
- Scontri con i rivali – Il calcio continua ad essere uno sport di contatto e le risse tra difensori e attaccanti fanno parte della sua essenza. Abbiamo assistito a diversi episodi in cui gli animi accesi dei nostri calciatori hanno infuocato i campi come dimostrano le esilaranti immagini del seguente video:
#MEDIA1#
Fonte: YouTube
Insomma, la domanda sorge spontanea: i tifosi dovrebbero essere ottimisti o pessimisti riguardo al futuro del calcio post-covid? Difficile a dirsi, intanto una delle conseguenze degli stadi vuoti è la crescente popolarità delle scommesse sugli eSport che hanno già raggiunto nel 2020 circa 12,9 miliardi di dollari a livello globale! Ma questa è un’altra storia. Restate sintonizzate con le nostre LeoNews e ne saprete di più…