Mourinho vs. Juventus: provocazioni, sfottò e frasi show

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Storia di una rivalità senza esclusione di colpi

La Redazione29 Dec 2023

Da quando è atterrato in Italia con il mantello da supereroe, Mourinho e la Juventus se ne sono detti di tutti i colori e senza peli sulla lingua. Provocazioni, frasi show incise nel marmo, sfottò plateali, quella tra lo Special One e la Vecchia Signora è la storia di un'accesa rivalità che sembra non conoscere la parola fine. Per questo bisogna ringraziare i tifosi avversari, che spesso dagli spalti mettono giù il carico da undici, e ovviamente lo stesso portoghese, il cui temperamento, caldo e passionale, fa sì che non le mandi mai a dire, anzi!

Il primo round Mourinho vs. Juventus va in scena il 22 novembre 2008. Il tecnico di Setubal arriva all'Inter per vincere, in Italia e in Europa, e i bianconeri che incontra sul proprio cammino sono guidati da Claudio Ranieri. Hai voglia a dire che sarà una partita come tutte le altre… I due ambienti sono elettrici e la scossa arriva fino in panchina. Nell'occasione, lo Special One dirà che "a quasi settant'anni" Ranieri è "troppo vecchio per cambiare mentalità" e diventare un allenatore vincente. La partita la conquista Mou di misura, ma l'italiano passerà alla storia vincendo la Premier League con il Leicester; quindi, sotterrata l'ascia di guerra, tra i due tecnici nascerà una grande amicizia.

È solo l'inizio di uno scontro fra titani: da un lato un club storico come la Juventus, dall'altro uno degli allenatori più amati, vincenti e discussi che il calcio abbia conosciuto. In ogni caso uno che se abbraccia una causa, ci mette la faccia senza paura. Celebre è la conferenza stampa zero tituli del 3 marzo 2009, quando Mourinho passerà in rassegna il rendimento non all'altezza di diverse squadre italiane, benché attrezzate e osannate, senza dimenticare la Juventus, cui riserva un paio di stoccate appena appena pungenti: "Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali", la squadra che "non potrò mai allenare dopo essermi seduto sulla panchina dell'Inter".

Concetto, quello degli aiutini, su cui tornerà nel 2010 a seguito di un rigore opinabile assegnato ai bianconeri: "Non capisco perché nel calcio italiano dobbiamo fare tutti come quell'animale di cui non conosco il nome. O c'è coerenza o non c'è. Però di aree di 25 metri ne esiste solo una in Italia…" (l'animale è lo struzzo, si capisce). Dopo qualche mese, il 16 aprile 2010, l'Inter batterà la Juventus 2-0 avvicinando il sogno poi realizzato di uno storico Triplete; e storica sarà l'esultanza show dello stesso portoghese, che a fine partita sfreccerà in campo a braccia larghe trasformandosi nell'immagine simbolo dei successi nerazzurri di quegli anni. Apriti cielo: da questo momento in poi lo Special One sarà il nemico numero uno dei tifosi bianconeri, ovunque allenerà: Inter, Real Madrid, Chelsea, Manchester United, Tottenham, Roma; ogni occasione sarà buona per punzecchiature o bordate reciproche, dentro e fuori dal campo e senza esclusione di colpi.

Così, a distanza di un decennio o quasi, quando ritroverà la Juventus in Champions League nel 2018, e la panchina su cui siede questa volta è quella del Manchester United, lo Special One alzerà tre dita (leggasi Triplete) verso il settore ospiti dei tifosi bianconeri colpevoli di averlo beccato per tutta la gara. Memoria rinfrescata e dichiarazioni post-partita non proprio concilianti: "Il momento più duro per loro è stato il Triplete dell'Inter, io l'ho vinto e la Juve no. Mi hanno insultato per via di ricordi per loro negativi". Sfottò e le provocazioni pioveranno anche nel match di ritorno, con il portoghese che rispodnerà da par suo nell'esordio personale allo Stadium: prima vince in campo con i suoi Red Devils che ribaltano l'iniziale svantaggio, poi sfida tutti portandosi la mano aperta all'orecchio come a dire: "Sarò anche il vostro bersaglio preferito, ma io non riesco proprio a sentirvi".