Messias e gli altri giocatori che hanno raggiunto una big solo in età avanzata

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Non è mai troppo tardi! Storie a lieto fine di calciatori esplosi più in là con gli anni

La Redazione01 Oct 2021

C'era una volta Messias...

Il calciomercato estivo ci ha regalato, tra le tante, anche il lieto fine della favola del brasiliano Junior Walter Messias che trentenne si è trasferito dal Crotone al Milan realizzando il sogno di una vita. Il brasiliano si forma calcisticamente nelle giovanili del Cruzeiro e nel 2011 si trasferisce in Italia in cerca di un futuro migliore. Junior per mantenersi deve lavorare come fattorino per un commerciante di elettrodomestici e il calcio potrà praticarlo ma solo a livello amatoriale nel poco tempo libero. Viene però notato dal Casale, una squadra di Eccellenza, con il quale Messias giocherà la stagione 2015-2016 mettendo a segno ben 21 reti, resterà tra la serie D e la C (Chieri e Gozzano le sue squadre) fino al 2019 quando ventottenne viene acquistato dal Crotone, in cui giocherà due stagioni una di B e la scorsa, quella della definitiva consacrazione, in Serie A. Lo scorso anno Messias ha collezionato 36 presenze e ben 9 reti e la sua grande stagione convince il Milan ad acquistarne le prestazioni
Il caso di Messias è unico: esordire nella massima serie a 29 anni e l’anno successivo raggiungere subito una big come il Milan è veramente raro, ma non è il solo ad esplodere relativamente tardi a grandi livelli. Vediamo alcune altre storie di calciatori che hanno raggiunto un grande club solo in età avanzata. 

L'eroico Luca Toni

È uno degli eroi dell’Italia Campione del Mondo 2006, che con la maglia della nazionale tra il 2004 e il 2009 metterà assieme 47 presenze e 16 goal. Dopo due grandi stagioni nella Fiorentina, dove tra il 2005 e il 2007 realizzerà 49 goal, approda nel 2007, quasi trentenne, al Bayern Monaco. In Baviera, Luca sarà per tutti il “numero uno” come recitava il celebre motivetto che proprio in quegli anni spopolava tra i tifosi bavaresi e non solo. Nelle tre stagioni al Bayern, Luca realizzerà 59 goal riuscendo a vincere al primo tentativo il double tedesco (Bundesliga e Coppa di Germania nello stesso anno) e come se non bastasse anche la classifica di Capocannoniere del campionato. E’ certamente il momento più alto della sua carriera anche se al suo ritorno in Italia (Roma, Juventus, Genoa, Fiorentina e Verona le sue squadre) sarà comunque protagonista di tanti gol e del consueto infaticabile supporto al gioco della sua squadra. 
Luca Toni è stato certamente un grande centravanti, le sue qualità fisiche, tecniche e realizzative si sono raramente concentrate così nello stesso calciatore, è stato in grado di unire il sacrificio per la squadra all’elevata precisione sotto porta dove era in grado di realizzare gol in qualsiasi modo, rimane pertanto un mistero come tutte queste qualità non siano state sufficienti a garantirgli molto prima il palcoscenico del grande calcio.

La lunga gavetta di Jamie Richard Vardy

Inglese classe 1987, Vardy inizia ad allenarsi nello Sheffield Wednesday, la principale squadra della sua città all'età di 15 anni ma non è ancora pronto tecnicamente e soprattutto fisicamente, quindi ripiegherà per squadre minori e tra la nona e la quinta divisione inglese farà tanta gavetta. Jamie oltre a giocare a calcio lavora oltre 10 ore al giorno in fabbrica per mantenersi e aiutare la famiglia ma gli allenamenti di calcio non li abbandonerà mai. Vardy, nonostante un fisico non straordinario, appariva sempre molto centrato e determinato e chiunque lo vedesse giocare notava la sua supremazia in campo rispetto alla categoria in cui giocava. Nel Fleetwood Town, squadra di National League, nella stagione 2011 - 2012 mise a segno 34 reti segnando tre gol in F.A. Cup e da qui avverrà il grande salto. Infatti, è proprio nel 2012 che il Leicester, all’epoca squadra di Championship (la serie B inglese) si accorge di lui e lo chiamò per giocare da professionista. Il sogno finalmente si stava realizzando e nonostante qualche difficoltà iniziale, dettata anche da alcuni atteggiamenti del calciatore fuori dal campo, Jamie cominciò a mettersi in mostra trascinando nel 2014 con i suoi 16 gol la squadra verso la promozione in Premier League. Ma è nel 2016 a ventinove anni che Jamie venne consacrato definitivamente nel calcio che conta, con i suoi 24 gol sarà uno dei protagonisti della più incredibile delle favole, la vittoria del campionato inglese del piccolo Leicester guidato da Claudio Ranieri, una delle imprese sportive più incredibili di sempre.
L’esile operaio di Sheffield sembrava un gigante e tutto il mondo si accorse del suo grande talento nel fare gol, nelle stagioni successive, oltre alla convocazione della nazionale inglese (26 presenze e 7 gol), Jamie da attaccante del Leicester ha segnato tantissimo andando sempre in doppia cifra.

L'X Factor di Totò Di Natale

Antonio “Totò” Di Natale classe 1977 era un piccolo calciatore già talentuoso quando nella squadra della sua città, Napoli, giocava Diego Armando Maradona. A soli 13 anni, viene chiamato per un provino dall’Empoli e Totò supera la prova a pieni voti. L’Empoli sarà la sua seconda casa nel settore giovanile fino al 1996, quando a 19 anni, viene promosso in prima squadra. Inizialmente, non troverà molto spazio e sarà ceduto in prestito in squadre minori. Tornato all’Empoli nel 1999, la sua trasformazione è evidente a tutti e tra Serie B e Serie A fino al 2004 segnerà ben 55 reti. Nel 2004 arriva il trasferimento all’Udinese che segnerà la svolta della sua carriera anche grazie all’incontro con Luciano Spalletti che lo trasforma in seconda punta. Nelle stagioni successive arrivarono molte soddisfazioni fino alla convocazione in nazionale per gli Europei del 2008. Ma è nel 2009-2010 che Di Natale, già 32enne, vive una stagione indimenticabile, vincendo la classifica dei marcatori con 29 reti, alcune delle quali di splendida esecuzione. Anche l’annata successiva è straordinaria e Totò sarà decisivo per lo storico quarto posto dei friulani. In quegli anni tanti grandi club, tra cui Milan e Juventus, fecero una corte spietata a Di Natale, che rifiutò però tutte le proposte, perché all’Udinese aveva trovato più che un club, era stato accolto da una famiglia che lo aveva adottato come un figlio.