Lo scudetto del 2001, quando la Roma fece la "stupida"
20 anni fa la festa giallorossa
Nonostante siano passati ben 20 anni da quel 17 giugno 2001, quel giorno è ancora scolpito in maniera indelebile nei ricordi dei tifosi romanisti, giorno in cui la squadra giallorossa piena di campioni riuscì a conquistare il suo terzo Scudetto.
La Roma dei campioni e il "trio delle meraviglie"
A Roma il tricolore manca ormai dalla stagione 1982/93, e nonostante l'intervallo sia colmato da alcune coppe, la società sta aprendo un nuovo ciclo, e forgiando una nuova squadra. Scarsi risultati e debolezza societaria sono alla base del malcontento generale nella piazza capitolina, ma il presidente Franco Sensi era deciso ad annullare ogni critica, voglioso di riportare i giallorossi al vertice. Forti investimenti, in promesse e campioni, per riportare la Roma a poter competere per lo Scudetto: la campagna acquisti segna, infatti, gli arrivi di Walter Samuel dal Boca Juniors, di Emerson dal Bayer Leverkusen, e anche dell'argentino Gabriel Batistuta, il "Batigol" bomber proveniente dalla Fiorentina. A fianco a questi, un importantissimo "acquisto" è stato Francesco Totti, definitivamente esploso proprio in questa stagione. Insomma, i giallorossi si presentano per questo campionato con un ottimo telaio, una rosa di livello da affidare ad un allenatore di prima fascia; solo così si può puntare al vertice. La scelta ricade su un vero e proprio "sergente di ferro": Fabio Capello.
L'allenatore di livello e l'ottima rosa permettono infatti alla squadra capitolina di essere annoverata fra le favorite del nuovo campionato, al pari della Juventus, le due milanesi Inter e Milan, i cugini della Lazio, la Fiorentina e il Parma. Ma tra queste è la Roma a partire meglio, issandosi in testa al campionato con tre vittorie nelle prime tre giornate. I giallorossi macinano gioco e risultato: il 3-4-1-2 di mister Capello è la soluzione perfetta per i giallorossi: una difesa capitanata da Samuel ed Aldair, i fluidificanti esterni Cafù e Candela, a servire e aiutare in fase offensiva il "trio delle meraviglie" composto da Totti come trequartista e il binomio Montella-Batistuta come punte. Molte sono le vittorie, Batigol si dimostra mattatore di diverse squadre - fra cui, ironia della sorte, anche la sua amata Fiorentina.
Un finale coi brividi che porta alla vittoria
Siamo nell'aprile, quando la Roma capolista inizia a vedere il traguardo vittoria dopo il pareggio fra Juventus e Lecce, ma l'urlo viene strozzato in gola dalla Lazio di Nedved e Antonioli, che costringono i giallorossi al pareggio e a dover ancora fare lo strappo decisivo. A 5 giornate dal termine la Roma ha 5 punti di vantaggio sulla Lazio e sempre 6 sulla Juventus, distacchi che restano inviariati addirittura fino alla 32a, quando il Milan blocca la capolista con un pareggio, che offre alla Juventus la possibilità di accorciare, mentre la Lazio deve dire addio al sogno tricolore-bis dopo il pareggio con l'Inter. Una corsa a due, nelle ultime due giornate. Giallorossi che hanno bisogno di un successo a Napoli per poter cucirsi lo scudetto sulla maglia con una giornata di anticipo, ma al San Paolo il finale è 2-2; una doccia gelata che obbliga i giallorossi a fare i conti con la vittoria della Juventus. A soli 90 minuti dal termine del campionato, la classifica vede la Roma prima con 72 punti, la Juventus che insegue a 70, e una Lazio che clamorosamente rientra in corsa a quota 69 punti: ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, servirà l'ultimo atto, l'ultima partita per torneo per stabilire i campioni d'Italia.
Il finale è da brividi. La Roma capolista affronta il Parma pieno di campioni come Buffon, Thuram, Conceicao, Cannavaro e Di Vaio, ormai sicuro del quarto posto; la Juventus sfida un'Atalanta ormai già salva mentre la Lazio deve vincere sperando nel miracolo contro un Lecce che può ancora salvarsi. Lo Stadio Olimpico, alle 13.45, ribolle di passione: ogni posto è occupato, ogni tifoso ha con se una bandiera. L’atmosfera che si respira è da brividi e di attesa. Un trionfo che manca da 16 anni. Ma quel 17 giugno niente e nessuno poteva mettersi in mezzo fra i capitolini e la vittoria finale. Mentre la Juventus supera l'Atalanta e la Lazio cade a Lecce, la Roma porta la gara tutta dalla sua parte. Bastano 19 minuti al "trio delle meraviglie" per portare al gol Francesco Totti e propiziare la sua corsa sotto la Curva Sud, risultato poi fissato dalle reti dell'aeroplano Montella e di Batigol. Reti che concretizzano un sogno a occhi aperti, addirittura sfociato in un’invasione di campo anticipata da parte dei tifosi, che per poco non costano ai giallorossi la sconfitta a tavolino e l’addio al titolo. Alle 16.52 del 17 giugno 2001, la Roma è campione d’Italia, chiudendo il torneo prima con 75 punti, davanti a +2 dalla Juventus e davanti alla Lazio, ferma a 69 punti. Terzo scudetto nella storia giallorossa: è lo scudetto della tenacia di Sensi, della rivincita di Capello. E' lo scudetto di Totti, di Montella e di Batistuta, che chiuderà il campionato come cannoniere dei giallorossi, alla sua prima stagione con la maglia, chiudendo a quota 20 reti.
"Il coronamento di un sogno" per il quale tutti i romani e romanisti devono dire grazie a Franco Sensi.