Le 5 memorabili imprese degli italiani alle Olimpiadi

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Scopri le imprese impossibili raggiunte dai nostri sportivi italiani nel passato

La Redazione26 Jul 2021

Con il via delle Olimpiadi di Tokyo 2020, è doveroso fare un tuffo nel passato ripercorrendo gli eventi più incredibili e storici della nostra nazione ai giochi olimpici. Molti atleti rappresentanti l’Italia si sono distinti in questa competizione di livello mondiale, lasciando a bocca aperta i milioni di appassionati che seguono le numerose discipline sportive. Oggi scopriremo le 5 grandi imprese degli italiani alle Olimpiadi: come il dominio della Pellegrini, la non-vittoria di Pietri e tanti altri.

Prima argento, poi oro, il record di Federica Pellegrini

Definita come la miglior atleta italiana di sempre, Federica Pellegrini, nuotatrice nata nel 1988 in Veneto, ottiene la sua prima medaglia olimpica nell’edizione del 2004 ad Atene, classificandosi al secondo posto per soli 19 centesimi dall’oro, diventando così la più giovane atleta italiana a salire su un podio olimpico, a 16 anni e 12 giorni. Nell’edizione successiva, quella del 2008 a Pechino, riuscirà a strappare l’oro, e da lì non si è più fermata, 51 sono le medaglie olimpiche ottenute fino ad ora.

Dorando Pietri e la sua incredibile Maratona di Londra

Correva l’anno 1908 quando si tennero a Londra i giochi olimpici, nei quali l’emiliano Pietri, gareggiò nella sua specialità, ovvero la maratona. Fu un caso molto particolare la maratona di Pietri, che divenne poi un simbolo dei giochi olimpici moderni, data la determinazione e la passione che trasudavano dagli occhi del corridore durante la corsa. In prima posizione dopo una grande rimonta a pochi chilometri dall’arrivo, Pietri ebbe un malore a causa dell’enorme dispendio di energie e dal caldo inaspettato che ricopriva tutta Londra, che lo costrinsero a fermarsi svariate volte. Persa la lucidità, sbagliando anche strada a 500 metri dall’arrivo, per essere poi soccorso dai giudici di gara e dai medici, che lo aiutarono a tagliare il traguardo, sempre in prima posizione. A conti fatti sembrerebbe aggiudicata la medaglia d’oro, se non fosse che alcuni atleti americani contestarono la vittoria assistita dell’italiano, al quale venne poi rievocata la medaglia d’oro, consegnata allo statunitense Johnny Hayes. Sebbene la non-vittoria, Pietri venne comunque premiato dalla regina del Galles con una coppa d’argento. L'incredibile  impresa di Pietri fece il giro del mondo, regalando fama al corridore italiano, che è diventato uno dei simboli delle Olimpiadi.

Pietro Menna e la corsa dei 200 metri

Era il 1980, quando si tennero le Olimpiadi di Mosca, un periodo molto caldo a livello geopolitico. Per questo motivo molti paesi Occidentali, tra cui anche l’Italia, decisero di disertare e boicottare i giochi per protesta, tutti tranne Menna. Nonostante l’invito del governo e del CONI di non partecipare ai giochi olimpici, Pietro Menna decise comunque di partire per aggiudicarsi la medaglia d’oro. Il clima che si respirava a Mosca non era affatto accogliente, ma poco importò all’atleta italiano, che gareggiò sia per i 100 metri, che per i 200. Sebbene i primi non portarono ai risultati sperati, i 200 furono un’altra storia. Con un incredibile sorpasso agli ultimi 50 metri, Menna volò superando Wells, portandosi a casa la medaglia d’oro in 20 minuti e 19 secondi.

Sara Simeoni, un salto storico

Stesso anno dell’impresa di Mennea, Sara Simeoni domina anche lei a Mosca, nei giochi del boicottaggio, portando a casa la medaglia d’oro nel salto in alto. Era il 26 luglio del 1980 quando Wonder Woman raggiunse 1 metro e 97 centimetri, stracciando così le rivali Kielan e Krist dopo un primo tentativo non andato a buon fine. In mancanza dell’inno di Mameli, la saltatrice canterà a squarciagola “Viva l’Italia” di Francesco de Gregori.

Jury Chechi: il signore degli anelli

Quando si pensa agli anelli non si può non pensare al dominatore italiano Jury Chechi e al suo trionfo ad Atene nel 1996. Nonostante la carriera sfortunata, segnata da molti infortuni e tante edizioni olimpiche lasciate alle spalle per colpa del suo tendine d’Achille, la sua bravura e padronanza quando era agli anelli non è mai stata messa in discussione. Tanto è vero che, dopo le Olimpiadi del 1992 a Barcellona abbandonate per la rottura del tendine d’Achille, si presenterà di nuovo ad Atene quattro anni più tardi, da lì è storia. Con un’esecuzione a dir poco perfetta, con un punteggio di 9.887, il signore degli anelli di Prato si aggiudicherà la medaglia d’oro, arrivando così sul tetto dell’Olimpo, dove ha sempre puntato.