La Top XI della prima giornata di Champions League

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La prima delle sei tappe è finita, i gironi già hanno raccontato qualcosa: scopriamo cosa

La Redazione22 Sep 2023

È terminata la prima giornata della fase a gironi della Champions League 2023/24, la prima di sei appuntamenti da qui fino a fine anno che determineranno quali saranno le 16 protagoniste che scenderanno in campo nella fase ad eliminazione diretta, due per ogni girone. Delle nostre italiane, ahinoi, solamente una ha vinto, mentre tutte le altre hanno pareggiato (e, diciamocelo, poteva andare molto peggio), che non rinfranca ma nemmeno abbatte gli animi. A questo punto, andiamo a scoprire quali sono stati i migliori giocatori della prima giornata, stilando una nostra, personalissima, Top XI:

Portiere: Ivan Provedel

Sappiamo che ci sono stati altri portieri ad aver giocato una splendida partita, ma crediamo che il portierone della Lazio abbia tutto il diritto di essere il titolare in questa fantomatica Top XI. Due miracoli prima su Lino e poi su Griezmann, prima del colpo di testa - che rimarrà negli annali (e nella storia) della Champions League - che riacciuffa una partita ormai considerata persa, allo scadere (94°) con un movimento che andrebbe insegnato alle scuole calcio. Eroe.

Difensori

Tanta "Italia" nel quartetto difensivo. Non per fare favoritismi (anche se siamo di parte) ma la scuola italiana si vede: due italiani, un inglese ormai in pianta stabile in Serie A e un terzino che in Italia è diventato grande e che lo ha portato dove è adesso:

Giovanni di Lorenzo

Imponente, monumentale: la fascia destra è sua, di sua esclusiva competenza in entrambe le fasi, che si tratti di transizione offensiva o chiusura difensiva. Un pregevolissimo gol (fondamentale, tra l'altro) per aprire le marcature in uno stadio ostile. A mani basse il migliore del match.

Fikayo Tomori

Benissimo l'inglese che giganteggia in difesa: preciso e attento in ogni intervento, non fa passare nessuno. Chiude su Isak e Gordon nel primo tempo, poi anche su Wilson e Almiron nel secondo. Se il Milan ha sofferto poco, è anche e soprattutto merito suo.

Achraf Hakimi

Ci sono poche certezze nella vita: una di queste è il gol dell'ex. Già, perché quando sei avversario di una delle tue precedenti squadre qualcosa scatta. E ad Hakimi è scattato tanto. Inserimenti da vero e proprio top, giocate da fuoriclasse, e un gol che è una perla, mettendo a sedere Hummels (non proprio un difensore a caso) e Kobel: spegne il Dortmund, classe pura.

Centrocampisti

Tutti giovanissimi i nostri tre centrocampisti. È vero, potevamo scegliere altri nomi, tra cui per esempio il nuovo fenomeno del Real Madrid Bellingham, ma abbiamo preferito virare su altro, vista la giornata spettacolare dell'Union Berlino che a momenti annichiliva la potenza offensiva del Real.

Xavi Simons

Partiamo dal ragazzino prodigio. Talento esploso e divenuto famoso da giovanissimo: a soli 13 anni, firma il suo primo contratto con la Nike per poi approdare, nel 2019 vola al PSG. Insomma, le stimmati da predestinato e da campione si vedevano già, e si sono confermate. Al suo esordio in Champions, vivace e inarrestabile con la palla al piede (sfiora un gol e guadagna un rigore poi ingiustamente annullato) e tanta, tanta personalità. Il Golden Boy, ora, vale davvero oro.

Gavi

A soli 19 anni può contare già 102 presenze con la prima maglia del Barcellona, non una casacca leggerissima. Anche lui prodotto de La Masia, la Cantera dei Blaugrana, uno dei tanti talenti che finalmente è libero di esplodere nel calcio dei grandi. Primo gol in Champions, più veloce anche di Iniesta (ma non di Xavi) e in eredità le redini di un centrocampo che di ottimi interpreti, la storia insegna, ne ha avuti moltissimi.

Maartin Ødegaard

Il ritorno, dopo ben 6 anni di assena, dell'Arsenal in Champions League è diretto magistralmente dal norvegese, anche lui giovanissimo (seppur non Under 21). Il ventiquattrenne sembra aver assunto il ruolo di vero trascinatore e uomo-squadra dei Gunners, capitalizzando la fascia di capitano offerta da Arteta, anche lui non proprio una figura a caso nel mondo Arsenal. Un gol (dalla distanza, ovviamente, ormai cavallo di battaglia) e un mezzo assist - un altro tiro da fuori, deviato dal portiere - per il gol di Saka che apre le marcature del match. Anche lui sta, finalmente, ripagando molte aspettative.

Attaccanti

Davanti invece abbiamo un trittico molto importante di tre di quelle che potrebbero tranquillamente arrivare fino in fondo alla competizione. 

João Felix

Sognava il Barcellona, l'ha detto quando ancora vestiva la casacca dei Colchoneros (scatenando anche le ire dei tifosi). E, che ora si senta a casa sua, si vede. Il suo sogno lo sta coronando: tre gol e un assist in tre partite, tra cui 2 gol e un assist al bacio per Lewandowski solamente contro l'Anversa. Finalmente, del ragazzo che aveva stupito in Portogallo e di cui si era invaghita mezza Europa, si vedono chiaramente le capacità. 

Antoine Griezmann

Di Grizou nessuno si stupisce più. Contro la Lazio non ha segnato (e noi diciamo per fortuna), ma in campo è ovunque, sembra ce ne siano 2 . Traghetta la sua squadra dal centrocampo all'attacco, tramuta lui la transizione in fase offensiva, e se non segna poco ci manca (o meglio, grazie a Provedel). A lui il premio Man of the Match, uomo-simbolo della squadra di Simeone.

Julian Alvarez

Chiudiamo questa rassegna con Julian Alvarez. L'attaccante scuote un Manchester City incredibilmente sfortunato (un tiro, un gol per lo Stella Rossa, nessun gol in oltre 20 tiri nel primo tempo dei Citizens). Chiudere il primo tempo sotto, contro lo Stella Rossa, da Campioni in carica non deve essere una cosa facile, per nessuno. Ma l'argentino, tra l'altro fresco Campione del Mondo, prima acciuffa la partita pochi minuti dopo l'inizio del secondo tempo, e poi al 60° ribalta la partita segnando il secondo. Partita da fenomeno, risultato pro-City.