Il "Pluto" Aldair e il passaggio della fascia di Roma

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Gli inizi, la fascia, lo scudetto

La Redazione15 Feb 2022

Solido difensore, piedi educati, eleganza a palate e un'incredibile capacità di anticipo nei confronti degli avversari. Stiamo parlando di Aldair Nascimento do Santos, o - più semplicemente - Aldair. Il difensore brasiliano è entrato in maniera indelebile nel cuore dei tifosi romanisti durante la sua permanenza con la squadra Capitolina, ed insieme a capitan Totti verrà per sempre ricordato come uno degli artefici del terzo Scudetto della Roma.

L'inizio della carriera

Aldair iniziò a dare i primi calci al pallone a Rio, dove decise di partecipare ad un provino per il Vasco da Gama, dal quale però fu scartato. Notato da Juarez - ex giocatore del Flamengo - mentre giocava una partita fra amici, ottenne un posto nelle giovanili della squadra rossonera. Nel 1985 giocò qualche gara non ufficiale, ma fu dal 1986 che trovò maggior spazio, scendendo in campo ben 23 volte da titolare e partecipando alla vittoria del Campionato Carioca, e arrivando nella stagione successiva a partecipare alla vittoria del titolo Nazionale con il suo Flamengo.
A favorire il suo grande salto è il Benfica, e nel suo unico anno con i lusitani aiuta la squadra a vincere una Supercoppa Portoghese e addirittura sfiorare la Champions League, persa però in finale contro il Milan, in una stagione che contribuisce a consacrarlo come uno degli interpreti del ruolo più sopraffini.

Gli anni d'oro con la Roma

Acquistato nel 1990 per 6 miliardi di lire, l'avventura in giallorosso di Aldair è durata ben tredici, lunghissimi anni; in cui trova la sua dimensione perfetta e si impone come uno tra i migliori difensori della sua generazione, riuscendo a trascinare la squadra a ottenere anche risultati storici. Accanto a campioni del calibro di CafùNakataMontella e un giovanissimo Totti, nella sua prima stagione con la maglia giallorossa contribuisce alla vittoria della Coppa Italia; nella stagione del 2000/01, invece, partecipa alla conquista dello storico terzo Scudetto della squadra capitolina; mentre nel 2001 riesce ad aiutare la squadra a vincere la Supercoppa Italiana.
Soprannominato "Pluto" dai tifosi della Roma, che vedono in lui una forte somiglianza con il cane migliore amico di Topolino, ottiene definitivamente un posto di rilievo nel cuore di ogni tifoso romano e romanista quando, dopo solo un anno dall'aver ottenuto la fascia da capitano, sarà proprio lui a insignire un poco più che ventenne Francesco Totti della fascia che resterà al braccio dell'attaccante fino addirittura al 2017; capendo prima di tutti che fra i suoi compagni di squadra ce n'è uno destinato a diventare il miglior calciatore della storia della Roma; un gesto che sancisce una volta per tutte il legame indissolubile tra Aldair e il club di Trigoria, che lo ha inserito nella sua Hall of Fame.
La stagione 2002-2003 è la sua ultima con i giallorossi. La sera del 2 giugno 2003 viene organizzato "l'Aldair Day", che prevedeva una sfida calcistica tra la Roma e la Nazionale Brasiliana. Il difensore carioca gioca il primo tempo proprio con la sua nazionale, mentre il secondo tempo con i capitolini. Nell'occasione, la società decide di ritirare, in suo onore, la maglia numero 6. La scelta permane fino alla stagione 2013/14, quando - su pressioni dello stesso Aldair - la casacca torna ad essere assegnata, in quell'occasione al centrocampista olandese Kevin Strootman.

Gli ultimi anni e il ritiro

Pur di non affrontare la sua amata Roma, nonostante le varie offerte ricevute, decide di firmare un contratto di un anno con il Genoa, militante in Serie B, dove disputa 17 gare e realizza una rete. Al termine della sua unica stagione in un campionato cadetto, decide di ritirarsi dal calcio giocato. La stella di Aldair, però, non smette di brillare: nel 2007, a 41 anni e dopo anni di inattività, il difensore torna a calciare il pallone con la casacca del Murata, squadra sammarinese impegnata nei preliminari di Champions League, e permettendo alla squadra di San Marino di vincere il campionato.
Dopo due anni con la casacca del Murata, nel luglio del 2009, il difensore decide di salutare definitivamente il calcio giocato. Ma della sua Roma continua a parlare con il suo italiano imperfetto, un luccichio negli occhi e quel sorriso appena accennato che ha contraddistinto la sua intera carriera.