Giocatori che con il mercato di gennaio hanno svoltato in positivo
Gli acquisti di riparazione che col tempo si sono rivelati veri colpi gobbi
Il mercato di gennaio è da sempre etichettato come "un mercato di riparazione" che consente ai club di mettere la cosiddetta “toppa” alla rosa allestita nella precedente finestra estiva, qualche buon affare per sostituire uno o più infortunati di lungo periodo o per integrare tecnicamente alcuni reparti della squadra. Non sempre però il profilo del calcio mercato invernale è stato così basso e in molte occasioni ha determinato svolta positiva nella stagione dei club e dei calciatori coinvolti (e i casi Gosens e Vlahovic lo confermano). In questo senso infatti, sono tanti gli esempi di acquisti invernali che hanno avuto subito un grande impatto sui team lasciando un segno indelebile del loro passaggio.
Ecco la nostra Top 5 delle migliori trattative invernali che non si sono rivelate un flop!
- Zlatan Ibrahimovic al Milan, gennaio 2020 - Quando il Milan annunciò il “ritorno” di Zlatan in maglia rossonera nessuno avrebbe immaginato che a trentotto anni il fuoriclasse svedese avrebbe potuto dare un grande contributo alla causa rossonera tanto che il primo accordo con Ibra era per soli sei mesi, con opzione di rinnovo per un ulteriore anno. L'impatto dello svedese in maglia rossonera sarà però tale da far recuperare alla squadra molte posizioni in classifica. Dopo un inizio di stagione molto deludente il Milan concluderà il campionato al sesto posto anche grazie alle 11 reti messe a segno da Zlatan. Il ruolo di trascinatore gli varranno il rinnovo contrattuale e il cambio di numero della maglia che per la stagione 2020 – 2021 tornerà a essere la numero 11, quella della sua prima esperienza nel club rossonero. Nonostante la stagione non sia stata brillante, tra diversi infortuni e la positività al COVID, Ibra con 15 reti in 19 presenze è stato fondamentale per riportare il club milanese in Champions League. Arriviamo così alla stagione in corso, disputata dal quarantenne Ibrahimovic ancora da protagonista in maglia rossonera. Il suo contributo risulta sempre decisivo sia dentro il campo, dove ha collezionato 17 presenze e 8 gol, che fuori, in veste di leader e motivatore per tutto il team, grazie al suo incredibile carisma;
- Edgar Davids alla Juventus, gennaio 1998 - Davids sarà il primo calciatore olandese a giocare nella Juventus. Il “Pitbull” era arrivato in Italia al Milan nel 1996 ma i rapporti con lo spogliatoio e l’ambiente rossonero non furono dei migliori anche a causa del suo carattere. Inoltre, le cose si complicarono e non poco quando Edgar nel febbraio del 1997, dopo un violento scontro con il portiere del Perugia Bucci, si frattura la tibia e il perone. In sei mesi recupera dal grave infortunio ma i suoi atteggiamenti a volte rissosi non erano graditi al punto che nel mercato di riparazione di gennaio viene ceduto alla Juventus diventando un grande rimpianto del mercato rossonero. Davids alla Juve infatti dimostrerà immediatamente tutto il suo valore con un rendimento costante e di altissimo livello, che lo ha reso protagonista anche degli scudetti bianconeri del 2002 e del 2003. I tifosi juventini lo ricordano con tale piacere al punto di averlo inserito nella lista dei cinquanta giocatori che hanno fatto la storia della Juventus in occasione dell’inaugurazione dello Juventus Stadium;
- Hidetoshi Nakata alla Roma, gennaio 2000 - L’ultimo storico scudetto della Roma nel 2000/01 per l’immaginario collettivo è tutto nei piedi del trio offensivo delle meraviglie formato da Totti, Batistuta e Montella ma quel trionfo sportivo è legato anche alla figura di Hidetoshi Nakata. Il giapponese arrivò dal Perugia alla corte di Fabio Capello per circa trenta miliardi delle vecchie lire nel mercato del gennaio 2001, giusto in tempo per dare il suo contributo decisivo alla vittoria dello scudetto. Il fantasista nipponico non sempre riesce ad avere il giusto spazio, è chiuso da Totti e dai cinque extracomunitari che la Roma ha in rosa a fronte di un regolamento che consentiva di schierarne unicamente tre, ma Hidetoshi riuscirà comunque ad essere l'asso nella manica. A sei giornate dalla fine del campionato 2000/01 si gioca Juventus – Roma, i giallorossi sono primi in classifica con 6 punti di vantaggio sui bianconeri. La partita è a senso unico con la Juventus in vantaggio per 2 a 0 e in pieno controllo del match. Fabio Capello però, per questa partita può contare anche su Nakata, dopo che la Corte Federale aveva approvato la norma che metteva fine alla distinzione tra comunitari e non. A mezz’ora dalla fine del match, avviene la sostituzione che cambierà il corso della partita e dell’intero campionato: esce uno spento Totti per Hidetoshi Nakata. Il giapponese è in grande serata e al 78’ con un gran tiro dalla distanza batte Van der Saar riaprendo la sfida al 90’ con un altro missile da fuori che il portiere juventino non sarà in grado di trattenere e regalerà a Montella la ribattuta in rete per il pareggio. Lo scudetto passerà nelle mani dei giallorossi;
- Matthias Sammer al Borussia Dortmund, gennaio 1993 - Matthias Sammer è nato e cresciuto nella Germania Est della quale è stato il capitano anche in occasione dell’ultima partita ufficiale della DDR vinta per 2 a 0 contro il Belgio nel 1990 proprio grazie a una sua doppietta. È nello Stoccarda che Sammer metterà in mostra tutto il suo talento tanto che l’Inter, nel 1991, lo acquisterà lasciandolo in stand-by per un altro anno in Germania (prima di liberare uno dei tre posti per gli stranieri già occupati da altri illustri connazionali di Matthias quali Jürgen Klinsmann, Lothar Matthäus e Andreas Brehme). Quando Sammer arrivò a Milano, nel 1992, l’Inter aveva però già indebolito molto la squadra avendo ceduto Matthäus al Bayern, Klinsmann al Monaco e Brehme al Saragozza. L’esperienza di Sammer all’Inter non fu positiva: 4 goal in 11 presenze, diverse incomprensioni con l’allenatore Osvaldo Bagnoli sul suo ruolo in campo e molti problemi di ambientamento suoi e della moglie. A gennaio 1993, dopo pochi mesi dal suo approdo all’Inter, Matthias chiese la cessione e fece ritorno in Germania, al Borussia Dortmund. Qui Sammer incontra Ottmar Hitzfeld l’allenatore che cambierà per sempre la sua carriera. L’intuizione del tecnico tedesco è quella di far giocare Matthias stabilmente nel ruolo di libero e da quel momento in avanti il rendimento di questo giocatore sarà a dir poco incredibile. Nel 1995 e nel 1996, oltre a vincere la Bundesliga con il Dortmund, sarà nominato miglior calciatore tedesco e a Euro 96 arriva il trionfo con la nazionale tedesca e la nomina di miglior giocatore del torneo, un lasciapassare verso la conquista del Pallone d’Oro. Nella stagione successiva, Sammer completa la sua straordinaria carriera vincendo, con il suo Borussia, la Champions League e la Coppa Intercontinentale. La sua carriera purtroppo terminerà prematuramente a soli 30 anni a causa di una grave infezione contratta in seguito a un'operazione al ginocchio;
- Eric Cantona al Manchester United, novembre 1992: Cantona arrivò nel 1991 al Leeds come un "oggetto misterioso", conosciuto più per il suo carattere scontroso che per le sue qualità tecniche. Eric però fece capire subito di che pasta è fatto: con le sue giocate straordinarie e i suoi 9 gol sarà tra i grandi protagonisti dello storico trionfo del Leeds che vinse proprio nel 1992 il campionato inglese nell’ultima edizione della “First Division” (prima di diventare la “Premier League”). Eric aveva conquistato Elland Road e non solo, il Manchester United aveva messo gli occhi addosso al ragazzo di Marsiglia ma tra lo stupore di tutti, il Leeds lo cederà, per una cifra piuttosto modesta, proprio ai Red Devils nell’autunno del 1992. Il giocatore marsigliese a Manchester, grazie alla sua classe e al suo carattere, diventa in breve il leader della squadra che vincerà la prima edizione della Premier League nel 1993, con la storica numero 7 sulle spalle dal colletto sempre alzato. Eric contribuirà a far vincere allo United altre tre edizioni della Premier, nel 94, 96 e 97 e due FA Cup nel 94 e 96 avviando così un ciclo di grande vittorie che lo incoroneranno prima del ritiro del 1997: "The King".