Fontecchio approda in NBA e trova Gallinari e la "prima scelta" Banchero
La storia tutta italiana dei magnifici NBA
Lo sport sa anche essere crudele. Lo sa bene Simone Fontecchio, con i suoi due sfortunati tiri liberi nel corso dell'ultimo Europeo di Basket.
Per tutta la competizione, Simone ha ampiamente dimostrato di meritarsi l'NBA, ma è capitato proprio a lui di sbagliare, a 16 secondi dalla fine del quarto di finale contro la Francia, due tiri liberi che ci avrebbero aperto le porte della semifinale, con i francesi nell'azione successiva che pareggiano e poi vincono il match nei tempi supplementari.
A fine partita, il coach della Nazionale Italiana confermerà tutto il sostegno - già mostrato in campo - verso il campione italiano. Pozzecco dichiarerà che Fontecchio è stato il miglior giocatore del torneo, e che in NBA dimostrerà tutto il suo valore. Il "Poz" si spinge oltre, definendo il giovane pescarese come un "mostro". "Mostro" che, tra un mese, sarà protagonista dello spettacolo sportivo più grande, quello dell'NBA.
Simone Fontecchio, pescarese classe 1955, indosserà la casacca degli Utah Jazz con un contratto di due anni all'incredibile cifra di 6 milioni di dollari. D'altronde, sul talento italiano avevano messo gli occhi in tanti dopo le prestazioni delle ultime stagioni: Bologna (sponda Virtus), Milano, Cremona e Reggio Emilia le italiane prima di spiccare il volo all'estero, in direzione Berlino.
In Germania, con la maglia dell'Alba, conquista nel 2021 il campionato tedesco, consacrandosi tra i migliori talenti del basket europeo. Nella stagione successiva, approda nel campionato spagnolo al Saski Baskonia. La squadra basca, pur di avere Simone in squadra, pagherà un cospicuo indennizzo economico all'Alba Berlino… In mezzo a tutto questo, anche un'olimpiade, quella di Tokyo, dove Simone si esalta con la maglia azzurra.
Fontecchio non sarà solo: in NBA troverà una vera e propria pattuglia di giocatori "Made in Italy" di tutto rispetto.
Il "Gallo" americano
Danilo Gallinari è ormai un veterano della NBA. Il "Gallo" è sbarcato nel campionato americano nel lontano 2008, quando i New York Knicks, allenati da Mike D'Antoni, lo presero come sesta scelta assoluta al draft. Dopo un avvio stentato, anche per alcuni problemi fisici alla schiena, nella sua seconda stagione a New York si conquista il posto da titolare e il rispetto del pubblico del Madison Squadre Garden.
Grande fisicità, ottima tecnica e tiro molto efficace per uno della sua stazza. Tutte caratteristiche molto apprezzate nell'NBA. Dopo New York arrivano per lui altre importanti esperienze: la prima, molto lunga, a Denver, dove gioca da protagonista nonostante una squadra non sempre all'altezza. Queste prestazioni fanno sì che nel 2017 venga acquistato dai Los Angeles Clippers, con la franchigia californiana che gli offre un contratto straordinario da ben 65 milioni di dollari per tre anni… Il "Gallo" diventa così lo sportivo italiano più pagato al mondo. Il suo rendimento, negli anni trascorsi a Los Angeles, è sempre molto alto, la sua media punti - stabilmente sopra i 15 a partita - contribuirà a portare i Clippers ai playoff.
Terminata l'esperienza californiana, il nostro "Gallo" giocherà a Oklahoma City per una sola stagione, poi due anni ad Atlanta prima di arrivare ai Boston Celtics, sua attuale squadra, dal giugno scorso. Tutti aspettiamo, con grande trepidazione, la prima sfida NBA tra i due big tutti italiani!
Il miglior "Rookie" è italo-americano
Un altro sicuro protagonista della prossima NBA sarà l'italo-americano Paolo Napoleon James Banchero. Selezionato dagli Orlando Magic come prima scelta assoluta al Draft NBA 2022, è solo il secondo cestista di cittadinanza italiana della storia selezionato come prima scelta, secondo solo ad Andrea Bargnani nel 2006.
Per Banchero, questa sarà la prima stagione da professionista, ma nessuno nutre dubbi sulle sue possibilità di affermarsi anche tra i giganti dell'NBA. Quello che il ragazzo ha messo in mostra nel basket universitario è stato notevole: 17 punti di media e 8 rimbalzi a partita, ed è bastata una sola stagione con la squadra dell'Università di Duke per accendere i riflettori dei professionisti, e Paolo non ha resistito, accettando immediatamente di fare il salto in quel mondo stellato chiamato NBA.
Gli italiani e l'NBA
Ma gli italiani hanno frequentato l'NBA anche in passato, e alcuni di loro hanno anche lasciato il segno.
- Mike D'Antoni - L'italo-americano è stato uno dei pilastri dell'Olimpia Milano per tutti gli anni '80. Prima di approdare nel nostro campionato, militò per diverse stagioni in NBA, vestendo la maglia dei San Antonio Spurs. Fino alla seconda metà degli anni Novanta, nessun prodotto del nostro basket ha più attraversato l'Oceano.
- Stefano Rusconi e Vincenzo Esposito - Nel 1995 toccò a loro l'onore e l'onere di rappresentare il nostro movimento in NBA. Rusconi, anche a causa di qualche difficoltà di ambientamento, giocò nei Phoenix Suns per una sola stagione, mentre per Esposito le cose sono andate decisamente meglio. "El Diablo", con la maglia dei Raptors di Toronto, passò alla storia per essere stato il primo italiano a realizzare un punto in NBA.
I gioielli del nuovo millennio
Negli anni 2000 il primo grosso cambiamento: l'italbasket, agli albori del nuovo millennio, esporta verso gli States talenti di grande spessore che si adattano molto bene al nuovo campionato.
- Il "Mago", Andrea Bargnani - Basta poco per mettersi in luce come una delle più luminose stelle del basket europeo. A Treviso, dal 2003, vince un campionato italiano, e mette in mostra tutte le sue doti fisiche e di realizzatore nell'Eurolega, la Champions League del basket. La vetrina europea farà sì che nel giugno 2006 venga chiamato dai Toronto Raptors come prima scelta assoluta. Il primo giocatore europeo ad essere chiamato come numero uno assoluto ai draft NBA. L'impatto col basket americano non è stato semplice. Progressivamente, Bargnani si adatta al ruolo riuscendo a conquistare la titolarità nel quintetto dei Raptors, e il "Mago" fa registrare una costanza di rendimento e un ottimo score. L'ultima stagione a Toronto è quella 2012/13: la squadra non è allestita per competere ai vertici, e i playoff sono un miraggio. Le cose si complicano anche a causa di un infortunio che costringe Bargnani a interrompere la stagione con largo anticipo.
Dopo una lunga permanenza a Toronto, nel 2013 passa ai New York Knicks, dove giocherà titolare ma sarà anche costretto ad un lungo periodo di assenza dal parquet a causa degli infortuni. Chiude la sua esperienza in NBA nel 2016, dopo aver rescisso il contratto con i Brooklyn Nets. - "Rocky", Marco Belinelli - Siamo nel 2007, quando Belinelli viene scelto nel draft NBA dai Golden State Warriors e selezionato al primo giro come diciottesima scelta assoluta e come primo degli europei. Ceduto a fine stagione, inizia a girovagare per l'NBA. Prima tappa Toronto, dove incontrerà Andrea Bargnani: la prima volta in cui due italiani sono nella stessa squadra NBA.
La definitiva consacrazione per Marco arriverà a San Antonio, dove si trasferisce nel 2013. Con gli Spurs verrà impiegato con continuità, e sarà protagonista nel 2014 della vittoria del campionato, nonché primo italiano a vincere l'anello. A fine stagione, le statistiche di Belinelli furono straordinarie: 25 minuti d'impiego medio, 11,4 punti di media a partita, 43% di realizzazione dai tre punti.
Non sazio, continuò a dare spettacolo anche negli anni seguenti: Sacramento, Charlotte, Atlanta, Philadelphia e ritorno a San Antonio, dove chiuderà la sua esperienza a stelle e strisce nel 2020.