Eroi improbabili: gol straordinari di calciatori finiti o quasi nel dimenticatoio

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Da gloriosi eroi a meteore quasi dimenticate nel gioco del calcio internazionale

La Redazione02 Nov 2021

Nel calcio italiano e straniero, di gol importantissimi se ne segnano di continuo come quando assistiamo al passaggio di giocatori “meteore” che solcano i campi di calcio di tutta Europa per finire nel dimenticatoio magari proprio dopo aver realizzato quel gol più unico che raro. In tante occasioni passate, i due eventi accadono all’unisono regalando alla meteora di turno una notorietà del tutto inaspettata, come vedremo in questo articolo, incentrato su tre storie un po' di nicchia che abbiamo selezionato per voi dedicato a celebrità calcistiche mordi e fuggi...

Il Tacco di Allah 

È il 27 maggio del 1987 e nella Finale di Coppa dei Campioni il Porto è sotto di un gol contro i favoritissimi tedeschi del Bayern Monaco. L’esito della partita appare scontato fino a quando al minuto ’77 accade qualcosa di incredibile; Juary, agile e funambolico brasiliano, dalla destra dell’area di rigore passa la palla in direzione del suo compagno di squadra l’algerino Rabah Madjer che è girato di schiena a pochi metri dalla porta, Madjer non ci pensa un attimo e invece di aggiustarsi il pallone per calciare fronte alla porta colpisce il pallone di tacco spedendolo in rete. Il gol aprì la strada alla clamorosa rimonta dei portoghesi che si imposero, contro ogni pronostico per 2-1, grazie al gol di Juary questa volta su assist di Madjer, tre minuti dopo il pareggio. Di quella storica finale, che consegnerà ai portoghesi la loro prima Coppa dei Campioni, rimarrà per sempre impresso nella memoria il gesto tecnico di Madjer che da quel momento in poi sarà per tutti semplicemente il “Tacco di Allah”. Ancora oggi in Algeria Rabah viene celebrato come il miglior calciatore algerino di tutti i tempi e ogni colpo di tacco che indirizzi il pallone verso la porta viene chiamato semplicemente ‘Madjer’.

La rete di Angelos

È il 4 luglio del 2004 e all'Estádio da Luz di Lisbona, davanti a 63.000 spettatori, i favoritissimi padroni di casa del Portogallo affrontano la piccola Grecia che tra lo stupore generale raggiunse la finale dell’Europeo dopo aver eliminato tra le altre anche la Francia campione in carica. Al minuto 57 Basinas batte un calcio d’angolo per la Grecia, la traiettoria è indirizzata verso l’area piccola in direzione di un suo compagno di squadra il centravanti Angelos Charisteas che salta più in alto di tutti e batte di testa il portiere Ricardo. È l’1-0, è l’apoteosi per Charisteas, per i suoi compagni, per un paese intero, la piccola Grecia grazie a questa rete del suo “Angelos” si laurea per la prima volta nella sua storia Campione d’Europa. Quel colpo di testa cambierà per sempre la vita di Angelos che al massimo aveva segnato 9 gol in un campionato e che dopo l’europeo, si trasformò in leggenda, dopo la finale dichiarerà di aver sentito Dio in quegli istanti in cui colpiva il pallone verso la porta sguarnita del Portogallo e forse attorno ad Angelos e a tutta quella Grecia ci fu veramente qualcosa di soprannaturale.

La Crazy Gang 

È il pomeriggio del 14 maggio 1988 quando a Wembley va in scena la finale della FA CUP, il più antico trofeo della storia del calcio, tra il glorioso Liverpool e il Wimbledon una piccola squadra della locale cittadina conosciuta più per i suoi campi di tennis che per la sua tradizione calcistica. La “Crazy Gang”, questo era il soprannome della squadra del Wimbledon, era conosciuta da tutti per la sua cattiveria agonistica e nonostante le scarse qualità tecniche dei suoi protagonisti tutte le squadre inglesi erano spaventate dall’idea di dover affrontare quegli undici pazzi. I principali protagonisti di quella squadra erano certamente Dave Beasant, Eric Young, John Fashanu, Dennis Wise e Vinnie Jones ma in quel pomeriggio di sole, in cui contro ogni pronostico i ragazzi terribili del Wimbledon riuscirono nell’impresa di vincere la FA CUP, il protagonista indiscusso fu Lawrie Sanchez un centrocampista nordirlandese. Siamo al 37’ del primo tempo e l’arbitro fischia un calcio di punizione per il Wimbledon nei pressi della sinistra dell’area di rigore del Liverpool, Dennis Wise va a battere indirizzando il pallone verso Lawrie Sanchez che con un bellissimo colpo di testa scavalca il portiere del Liverpool. È l’1-0. Nel secondo tempo il Wimbledon difenderà con le unghie e con i denti il risultato resistendo agli assalti del Liverpool fino al fischio finale dopo il quale tutta Wimbledon assieme alla sua crazy gang entrerà per sempre nella storia del calcio inglese come l’immagine di Lady- D che consegna quella coppa sul palco d’onore al capitano del Wimbledon Dave Beasant.