Il 17 giugno 2022, Luciano Spalletti ha terminato da poche settimane la sua prima esperienza sulla panchina del Napoli e, davanti ai microfoni di Sky Sport, rilascia un’intervista emblematica. Parla di tante cose: la passione della città per i colori azzurri, l’obiettivo di rientrare tra le prime quatto, e qualche considerazione sul futuro del calcio – in particolare sul ruolo del portiere. “Al giorno d’oggi”, dice, “nessun allenatore vuole un portiere che non sappia giocare con i piedi. Il portiere deve saper giocare con i compagni di squadra, l’uscita dal basso è fondamentale”.
“Anzi – continua – sono convinto che in futuro il portiere giocherà anche fuori dalla lunetta. Per un gol preso da un errore con i piedi del portiere ne fai dieci perché cominci bene l’azione. Poi, è ovvio, deve saper parare“. Dichiarazioni che sembrano improvvise a chi, salutato Ospina, sperava di veder finalmente valorizzato il capitale investito su Meret. Il Napoli tentò persino fino all’ultimo la pista Keylor Navas, ma alla fine si restò con l’estremo difensore friulano. E la “scelta”, come sappiamo, venne ripagata.
Oggi che la scelta è competenza esclusiva di Spalletti, le stesse dichiarazioni rituonano, se non improvvise, quantomeno minacciose alle orecchie di Gianluigi Donnarumma. Dopotutto, Gigio non è mai stato troppo a suo agio col pallone tra i piedi. È un fondamentale che gli manca, punto e basta. Anche se lui non vuole ammetterlo, come quando fece la voce grossa con una giornalista Rai “colpevole” di avergli fatto notare, dopo la goffa verticalizzazione che regalò il 5 a 0 alla Germania nella quarta gara di Nations League 2022, che non era proprio la prima occasione in cui gli capitasse un errore simile.
Per una volta, i dati sono praticamente superflui (tutti hanno ancora in mente la figuraccia di Champions contro il Real Madrid, ma basta digitare due parole chiave su YouTube per ottenere una compilation approfondita che non dimentica l’assist per Defrel al Marassi e l’autorete di Paletta a Pescara). Eppure, come spesso accade, non mentono: dal 2016 al 2021, con la maglia rossonera, ha mantenuto una media stagionale di 2.6 errori che portano al gol e 2.4 errori che portano al tiro avversario.
Tuttavia, in questo caso non è solo questione di statistica – o di piedi, banalmente. Dalla vittoria dell’Europeo (per la quale, senza dubbio, saremo sempre riconoscenti alla dote da pararigori di Donnarumma), qualcosa si è incrinato nella Nazionale azzurra. L’Italia ha perso ogni sicurezza, compresa quella tra i pali. Gigio, invece, ha perso quell’etichetta di prodigio che si era giustamente guadagnato dopo il precoce esordio in Serie A col Milan. Al suo posto, intorno alla sua figura si è creata – non del tutto incolpevolmente – una macchia di arroganza ingiustificata e attaccamento al vil denaro che sarà difficile da rimuovere.
Per questo, da quando è in Francia, se sentiamo parlare di Donnarumma non è di certo perché ha compiuto un miracolo salva-risultato. Meglio rimarcare le papere, le uscite alte insicure, l’impaccio col pallone tra i piedi – nel weekend, sul 3 a 0 per il PSG, Luis Enrique si è infuriato col portiere per aver preferito spazzare l’area anziché giocarla vicino, senza pressione. Che poi, tra i pali, non sarebbe partito neanche così male: 92.9% di parate nelle prime 4 partite, 3 gol subiti di cui 2 su rigore. Ma un’Italia che ha bisogno di ritrovare entusiasmo, in campo e sugli spalti, non può prescindere dal rinnovamento del proprio numero 1.
A Buffon, nuovo capo delegazione della Nazionale, nemmeno sorge il dubbio. Anzi, lo considera “un portiere consacrato“. Strascichi, probabilmente, di un antico paragone che si vuole continuare a promuovere. Poi cita Vicario, “che in Premier crescerà” – come se un classe 1996 con 1.73 gol evitati a partita e tempi di reattività mostruosi non fosse ancora pronto per la maglia azzurra. Dato a sfavore: statisticamente, coi piedi è ancora peggio di Donnarumma (appena il 33% di precisione sulle palle lunghe e il 38% di accuratezza sui passaggi cosrti).
“Provedel è stato probabilmente il miglior portiere dell’ultimo campionato e questo ci fa ben sperare, dovesse avere un raffreddore Gigio” – 21 clean sheet e un’ottima padronanza della sfera per l’estremo difensore della Lazio. “Meret, che ha vinto lo Scudetto” e viene appena ricordato a Buffon, forse meriterebbe più riguardo. Spalletti, di sicuro, non dimenticherà uno degli eroi del Napoli campione d’Italia. Meret, che tra i partenopei ha saputo riscattare la propria carriera, sineddoche di una Nazione pronta a riscattarsi.