Diritti TV: guadagni e ripartizione in Serie A, in Premier League e in Europa
Analisi dei ricavi da diritti TV in Italia e in Europa
I costi che le società di calcio devono sostenere sono sempre molto alti e il contesto macroeconomico non è certamente dei migliori. Il quadro complessivo è stato ulteriormente complicato dall’emergenza pandemica che ha fortemente ridotto i margini di guadagno derivanti dal botteghino. In questo scenario, i club hanno iniziato a dare ancora più importanza ai ricavi derivanti dai diritti televisivi.
La nostra Serie A in TV e non solo…
Per quanto riguarda il nostro campionato la Lega di Serie A è riuscita a collocare, per il triennio 2021-2024, tre diversi pacchetti per la cessione dei propri diritti TV in ambito nazionale. In particolare, il primo e il terzo, che comprendono 7 partite in esclusiva, se li sono aggiudicati il colosso Dazn e Tim che hanno portato una vera rivoluzione digitale per il nostro paese aprendo al calcio in streaming. Il secondo, per la trasmissione di sole tre partite settimanali in co-esclusiva con Dazn, è stato acquistato da Sky. La somma complessiva che i club incasseranno ammonta a 927,5 milioni che arrivano a 1,2 miliardi se consideriamo anche i diritti per il mercato estero.
Che cosa prevede la "Legge Melandri" del 2008?
Questa legge, che consente al Governo di legiferare in materia di commercializzazione dei diritti televisivi e le disposizioni contenute nelle ultime leggi di bilancio, prevede per la Serie A che l’ammontare complessivo dei diritti TV venga ripartito per quote. In particolare, quelle attualmente previste sono tre:
- Una pari al 50% divisa in parti uguali tra tutti i partecipanti al campionato di Serie A,
- Un’altra del 28% suddivisa in base ai piazzamenti in classifica
- Il restante 22% viene suddiviso sulla base del cosiddetto “radicamento sociale”, che è misurato in ragione dei biglietti venduti e degli ascolti auditel di ciascun club.
Quali sono i club che guadagnano di più in Italia?
In relazione al quadro normativo i quattro club che attualmente percepiscono le cifre più alte su base annua sono l’Inter (65 mln), la Juventus (62,7 mln), il Milan (57,8 mln) e il Napoli (54,9 mln). Stante l’enorme differenza tra i ricavi dei club che militano in Serie A e quelli della Serie B è stato previsto, come in altri campionati europei, il cosiddetto “paracadute” che dovrebbe rendere più morbido l’impatto della retrocessione sui bilanci dei club coinvolti. Di cosa si tratta? Non è altro che un sostegno economico, ricavato dai diritti tv, che viene destinato per 3 diverse casistiche:
- le neopromosse tornate in Serie B dopo appena una stagione (10 mln);
- le retrocesse che hanno militato in A per due stagioni anche non consecutive nelle ultime tre, compresa quella in cui è maturata la retrocessione dalla Serie A (15 mln);
- le retrocesse che lasciano la Serie A dopo averci militato per tre stagioni anche non consecutive nelle ultime quattro, compresa quella in cui è maturata la retrocessione (25 mln).
Qual è la situazione negli altri campionati europei?
È sempre la Premier League il campionato nettamente più richiesto e seguito dai telespettatori di tutto il mondo. Oltre Manica, milioni di appassionati di tutto il mondo assistono allo spettacolo offerto dai match della prima divisione inglese. I club anglosassoni tra diritti domestici e quelli internazionali che rappresentano quasi il 50% degli introiti, hanno stipulato accordi per poco più di 4 miliardi di euro a stagione, una cifra sbalorditiva se messa in confronto con i competitor delle altre leghe europee. Pensiamo alla Liga spagnola seconda in questa speciale classifica, che viaggia attorno ai 2 miliardi, mentre la Bundesliga tedesca e la Serie A italiana hanno di poco superato il miliardo, fino ad arrivare alla Ligue 1 francese che riesce a vendere i propri diritti sotto il miliardo (800 mln circa).
Come vengono distribuiti gli introiti in Europa
In tutti i principali campionati europei la vendita dei diritti è basata su accordi collettivi, a variare è ovviamente la modalità nella distribuzione dei ricavi, quasi tutti hanno una quota fissa del 50% che viene ripartita equamente tra tutti i club, in questo senso l’unica eccezione di rilievo è la Bundesliga dove il 93% degli introiti viene distribuito in base alle prestazioni delle squadre nelle ultime cinque stagioni. Inoltre, il campionato tedesco si contraddistingue anche per la distribuzione di un 2% sulla base dell’utilizzo in prima squadra di calciatori provenienti dal settore giovanile. Un’altra parte consistente dei ricavi, tra il 20% e il 25%, viene suddivisa dalla Premier League, La Liga e la Serie A sulla base della grandezza del bacino d’utenza che è calcolato a seconda del numero degli spettatori in TV e della vendita dei biglietti per seguire la squadra allo stadio. Un altro aspetto abbastanza comune a livello europeo è il sostegno che viene erogato ai club che retrocedono dalla massima serie a quella inferiore, e qui ritorniamo al pagamento “paracadute”, presente anche in Liga, Ligue 1 e Premier League, con un modello di distribuzione dei ricavi più equo tra le prime e le ultime della classifica. La Bundesliga, che è l’unico tra i principali campionati a non erogare contributi fissi alle retrocesse, prevede però che parte dei ricavi da diritti tv (circa il 25%) venga distribuito anche alle squadre della seconda divisione.
La Premier League come l’NBA del calcio…
Nonostante sia presente qualche elemento distintivo, il modello distributivo appare sostanzialmente molto simile tra i grandi campionati europei. La differenza sta nelle cifre incassate che evidenziano quanto il prodotto offerto sia apprezzato anche da coloro che considerano l'evento sportivo come uno spettacolo imperdibile e in questo senso è evidente come la Premier League sia per il calcio quello che l’NBA rappresenta per il basket. La distanza siderale che separa i campionati dell’Europa Continentale da quanto accade in Inghilterra appare ancora più lampante se confrontiamo alcune cifre riferite ai singoli club, infatti le prime quattro classificate della Premier 2020/2021 hanno incassato mediamente circa 175 milioni di euro, l’ultima classificata con “soli” 105 milioni ha guadagnato poco meno del doppio della vincitrice della nostra Serie A. I dati che provengono dal calcio inglese dimostrano inoltre che in presenza d’impianti moderni e funzionali e di partite di grande livello si possano riempire in egual modo gli stadi quanto i divani del nostro salotto di casa!