La Top 11 di sempre: Napoli vs Barcellona

Calciatori Ignoranti

Napoli-Barcelona, storia di campioni: chi passa il turno questa sera?

Calciatori Ignoranti24 Feb 2022

Giovedì scorso al Camp Nou per la seconda volta nella sua storia il Napoli ha sfiorato l’impresa, arrivando molto vicino a strappare una vittoria che ben avrebbe fatto al morale della truppa di Spalletti. 
La gara di andata in Catalogna, valevole per lo “spareggio” di Europa League che consegnerà il pass per gli ottavi di finale, è terminata infatti con il punteggio di 1-1, risultato comunque positivo pur non essendo più valida la regola dei gol in trasferta. 
All’iniziale vantaggio firmato Zielinski, oltre ad un’ottima prima frazione giocata dagli azzurri, ha risposto nella ripresa dal dischetto Ferran Torres, quest’ultimo protagonista di almeno altre tre occasioni nitide per ribaltare il risultato mancate clamorosamente. 
Quella tra Barcellona e Napoli è stata una partita divertente, figlia del modo di intendere calcio dei suoi due allenatori. 
I blaugrana stanno attraversando una fase di transizione, dovuta ad un netto ricambio generazionale, ma rimangono comunque temibili, grazie soprattutto al talento dei propri canterani (su tutti Pedri e Gavi) ed alla solita filosofia di gioco impressa da colui che il tiki taka l’ha reso universale, Xavi. 
In attesa del match di ritorno del Maradona, siamo andati a pescare la Top 11 all-time di Napoli e Barcellona, due squadre formidabili dal valore inestimabile.
Eccole:  

Napoli Top XII (3-4-3)

Portiere: Dino Zoff

Zoff arriva al Napoli a 25 anni, gioca 5 stagioni senza praticamente mai lasciare il terreno di gioco, disputa in totale 143 incontri, nel mezzo vince l’Europeo con l’Italia e si consacra come il portiere più forte in circolazione. 
Con i partenopei perde una finale di Coppa Italia e non riesce a vincere lo Scudetto, risultando però protagonista indiscusso dei risultati della squadra. 
È il miglior estremo difensore passato agli azzurri, perché semplicemente è complicato trovare qualcuno che incarni il ruolo meglio di Dino Zoff.

Difensori: Ciro Ferrara, Ruud Kroll, Kalidou Koulibaly

2 Scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa UEFA vinta grazie ad un suo gol decisivo nella gara di ritorno contro lo Stoccarda. 
Il palmares di Ciro Ferrara, napoletano e tifoso del Napoli, parla chiaro e racconta perfettamente il periodo d’oro vissuto dai partenopei a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90
Nel suo periodo al Napoli risulterà essere grande protagonista, riconoscendosi come uno dei più forti difensori italiani di quella generazione. 
Accanto ecco Ruud Kroll, difensore olandese mente pulsante del gioco “totale” dei lancieri dell’Ajax. 
Dopo aver contribuito a vincere tutto in compagnia di Cruyff, scelse prima Vancouver e poi la piazza di Napoli alla ricerca di nuovi stimoli. 
Terzino, libero, centrocampista difensivo, il suo arrivo sotto le pendici del Vesuvio fu accolto con un entusiasmo fuori dal comune, mentre la squadra azzurra sfiorò lo Scudetto, classificandosi terza. 
Terzo slot è invece dedicato a Kalidou Koulibaly, perno inossidabile e apparentemente insuperabile dell’ultimo decennio partenopeo. 
Arrivato nel maggio 2014 per soli 8 milioni di euro, il senegalese ha alzato sempre più il livello delle proprie prestazioni, facendosi largo nelle gerarchie fino a diventare il vicecapitano della squadra. 
Con Sarri segnò quel clamoroso gol di testa allo Stadium, illudendo Napoli di tornare a vincere lo Scudetto, poi perso all’ultima giornata. 
È cittadino onorario e giocatore più rappresentativo, amato e rispettato da tutta la tifoseria. 

Centrocampisti: Salvatore Bagni, Marek Hamsik, Diego Maradona, Antonio Juliano

Interdizione, costruzione e recupero: Salvatore Bagni è stato il polmone d’acciaio del Napoli di Maradona. Antonio Juliano vertice basso e Marek Hamsik lo assistono, quasi 1000 presenze in due, mix perfetto di quantità e qualità in mezzo al campo. 
Il primo ha fatto 17 anni di onesta militanza, tra Serie A e Serie B, una carriera a tinte azzurre iniziata dalle giovanili. 
Lo slovacco è invece il calciatore partenopeo con più presenze, 520, e simbolo del Napoli che da neopromosso è tornato a lottare per la vittoria del campionato. 
Un nuovo corso che l’ha visto protagonista, motore del centrocampo e goleador all’occorrenza, capace di oltrepassare la soglia delle 100 reti in A.  
Vertice alto dell’ipotetico rombo in mezzo al campo se lo prende tutto il calciatore forse più forte di ogni epoca: Diego Armando Maradona. 
No, non servono argomentazioni né tantomeno spiegazioni sulla scelta. 
D10S è qualcosa che, almeno calcisticamente, sta al di sopra di ogni giudizio e non può essere paragonato a nessun altro: l’impresa di Napoli è unica a livello di storia.
Leader carismatico di una squadra raccolta dalla miseria e trascinata all’Olimpo. 
Un marziano, semplicemente. 

Attaccanti: Dries Mertens, Careca, Lorenzo Insigne 

Un po’ per amore, un po’ per dare equilibrio al tridente offensivo, Dries Mertens e Lorenzo Insigne hanno segnato positivamente l’ultimo decennio azzurro. 
Il belga, arrivato da signor nessuno, è divenuto presto il figlio adottivo, rinominato “Ciro”, capace di diventare il miglior marcatore di sempre della storia del Napoli. 
Insigne lascerà la sua città a giugno, da capitano: un rapporto coi tifosi comunque sempre idilliaco, lui che il San Paolo (ora Maradona! l’ha tatuato e l’ha amato fin dal primo momento.
Come bomber abbiamo lasciato in panchina mostri sacri come Cavani e Higuain optando invece per Careca, punto di riferimento offensivo del magico trio “Ma. Gi. Ca” con Maradona e Bruno Giordano. 
Goleador implacabile degli anni d’oro di Napoli, considerato tra i più forti numeri 9 della storia brasiliana e capace di segnare in ogni modo: un rapace dell’area di rigore che contribuì in modo indelebile ai successi della storia partenopea.

Barcellona Top XII (4-3-3)

Portiere Marc-André Ter Stegen 

Nella lunga lista dei migliori, ci sentiamo di scegliere l’estremo difensore attuale.
Marc-André Ter Stegen è senza dubbio uno dei più solidi portieri mai apparsi nel panorama calcio. 
Da ormai 8 anni in pianta stabile a difendere la porta blaugrana, si è distinto negli anni per la mole di incredibili parate compiute e dei tanti trofei vinti, campione di tutto con Barcellona e Germania (pur da secondo di Neuer).

Difensori: Dani Alves, Carles Puyol, Ronald Koeman, Jordi Alba 

Partiamo dalla fascia destra con Dani Alves, il più vincente e recentemente rientrato al Camp Nou per chiudere la carriera nella squadra che l’ha reso grande. 
Il brasiliano è stato gigantesco protagonista dell’epopea guardiolana, fluidificante a tutta fascia re di assist e giocate funamboliche con i piedi ben piantati sulla linea laterale. 
Spregiudicato in zona offensiva quanto grezzo in quella difensiva, ha rappresentato un’arma tattica non indifferente per tutti gli anni di militanza in Spagna. 
Al centro della difesa due mastini tutta tecnica e sostanza quali Carles Puyol e Ronald Koeman: il capitano spagnolo guida la retroguardia, mentre “Rambo” detta i tempi del gioco, grande protagonista della prima Coppa dei Campioni sollevata dal Barcellona (contro la Sampdoria di Mancini) nel 1992. 
A completare la retroguardia ecco l’altro mestierante reso grande da Guardiola prima e da Luis Enrique poi: quel Jordi Alba che, dotato di tre o quattro polmoni più di un qualunque essere umano, cavalca la fascia mancina per novanta minuti avanti e indietro. 
Le doti nell’inserimento con palla filtrante servita da Messi ha rappresentato uno schema quasi infallibile per diverso tempo, garantendo una percentuale di successo molto alta. 

Centrocampisti: Xavi Hernandez, Andres Iniesta, László Kubala

Nella zona nevralgica del rettangolo verde spiccano senza ombra di dubbio le nobilissime arti di Xavi e Iniesta, il binomio leggendario e più vincente della storia del calcio spagnolo. 
Lettura del gioco, direzione dello spartito blaugrana, percentuale quasi irrisoria di passaggi giunti a destinazione e una vagonata di talento incanalata nei piedi. 
Pallone sempre vicino allo scarpino, genio e intuizione, controllo della sfera al limite del paranormale. 
Il 6 e l’8, campioni di tutto e capaci di scrivere pagine inarrivabili di storia calcistica. 
Al loro fianco, per una maglia da titolare se la spartivano Johan Cruyff e László Kubala.
Il 14 è un mito e non ha certo bisogno di presentazioni, seppur al Barcellona abbia impresso maggiormente il proprio marchio da allenatore, mentre il secondo è stato il primo a cui fuori dal Camp Nou è stata dedicata una statua. 
Un calciatore totale, proprio come l’olandese, in grado di ricoprire con la medesima efficacia più ruoli offensivi, dalla punta alla mezzala. 
Negli anni 50, quando il grande Real Madrid dominava in Spagna ed in Europa, l’ungherese è stato jolly del Barcellona, tecnica nei piedi e stazza non indifferente ne hanno fatto un vero e proprio baluardo e simbolo di una squadra che affrontava senza paura i colossi in maglia Blanca.

Attaccanti: Lionel Messi, Samuel Eto’o, Ronaldinho

Di scelte, in attacco, ce ne erano in abbondanza. 
Dalla MSN, tridente più prolifico della storia, fino a Maradona e centravanti del calibro di Ronaldo e Romario, che benché avessero fatto semplicemente una “toccata e fuga” in terra catalana hanno senza dubbio lasciato un segno indelebile impresso nei tifosi. 
La scelta, dunque, ricade in un trio che ha anche giocato insieme, destinando spettacolo in quel del Camp Nou. 
Messi, il più forte e decisivo giocatore mai apparso in Catalogna, agisce sul fronte destro, proprio dove aveva iniziato la carriera, salvo poi accentrarsi a suon di carezze al pallone, trovando col mancino il giro giusto per infilare la sfera in fondo al sacco.  
A sinistra Ronaldinho scalza giocatori del calibro di Stoichkov perché, senza ombra di dubbio, nei suoi anni di dominio è stato qualcosa di sublime e forse mai visto nella storia del calcio. 
Un poeta del rettangolo verde capace di riscrivere da solo intere pagine di estro e talento a suon di doppi passi e colpi di genio visionari. 
Una parabola vincente conclusasi con un paio di stagioni buie, ma che di certo non possono cancellare quanto di incredibile realizzato in precedenza. 
Al centro dell’attacco mettiamo il camerunense Samuel Eto’o, 130 gol in 199 partite e 2 Champions League vinte da indiscusso protagonista. 
Veloce, tecnico, letale, aggressivo, riconosciuto da una leggenda della misura di Paolo Maldini come uno dei giocatori più difficili da marcare al pari di Maradona o Ronaldo. 
La miglior investitura per ricevere la maglia numero 9 di questo Barcellona all-time.