L’uomo di Napoli – Hellas Verona: Claudio Garella

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Garella love story: tra i vari contendenti il cuore resta a Verona...

La Redazione20 May 2021

Questo fine settimana, precisamente domenica 23 maggio 2021, si concluderà il campionato di Serie A e l’Hellas Verona dovrà affrontare allo Stadio Diego Armando Maradona il Napoli, andando a disputare una delle ultime partite del torneo, alle ore 20:45. Nell'attesa, desideriamo regalarvi una piccola chicca che abbiamo ritrovato tra le curiosità che legano queste due squadre. in particolare, ripercorremo la carriera calcistica del giocoliere dei pali Claudio Garella, soprannominato "Il portiere senza mani”.

Chi è Claudio Garella

Portiere torinese classe '55 inizia a farsi le ossa nelle giovanili del Torino fino ad esordire con la prima squadra nel 1972. Esordio che sarà anche l’unica partita del portiere nel Toro, poiché l’anno seguente verrà ceduto in Serie C allo Juniorcasale. Dopo tre anni in Serie B, passando anche per Novara, ritorna in Serie A con la Lazio partendo da secondo portiere, per poi diventare titolare, con 29 presenze. Presenze che hanno lasciato un po' di amaro in bocca nei tifosi biancocelesti, che nonostante le sue capacità, lo hanno soprannominato “Paperella”, dati i numerosi errori tra i pali. Per questo motivo, Garella tornerà in Serie B con la Sampdoria nel 1978 fino al 1981, totalizzando 113 presenze, per poi passare all’Hellas Verona, il club con cui ha giocato più tempo nella sua carriera e dove ha lasciato il cuore.

Anche i tifosi veronesi ricorderanno bene Garella poiché ha fatto parte dell’armata dello scudetto, nella stagione 1984/85, diventando un punto chiave della squadra gialloblù, realizzando 119 presenze in 5 anni.  Nel 1985 viene ingaggiato dal Napoli, sotto raccomandazione dello stesso Maradona, e, caso vuole, che questo portiere si rileverà un vero asso nella manica del club napoletano supportandolo a vincere il primo scudetto e la Coppa Italia nella stagione 1986/87. Sfortunatamente, dopo alcuni screzi con l’allenatore Bianchi, verrà ceduto nel 1988 all’Udinese che militava in Serie B, per poi essere venduto all’Avellino dopo soli due anni, fino al 1991, anno che segna il termine della sua carriera da portiere.

“Garella è il più forte del mondo. Senza mani, però”

Queste le parole di Gianni Agnelli quando gli chiesero un parere su Claudio Garella. Una battuta che può sembrare un’accusa o uno sfottò, ma al contrario l’avvocato Agnelli aveva descritto perfettamente la maestria di Garella nella gestione della sua presenza tra i pali. Un portiere senza particolari doti tecniche raffinate, ma che, in un modo o in un altro, parava. “L’importante è parare, non importa come” così Garella, ricordando le parole di Italo Allodi, manager ai tempi del Napoli, rispondeva alle domande dei giornalisti, incuriositi delle sue modalità poco ortodosse di difendere la propria porta. 

La sua collocazione ideale resta comunque il Verona con l’Hellas, dove ha dimostrato la sua creatività innata nel parare qualsiasi tiro, sia con le mani che con i piedi, perché l'importante era non far passare la palla!  Riuscì a guadagnarsi il rispetto che meritava, tanto che un giornalista veronese cambiò il suo soprannome in “Garellik”, un nomignolo che lo accomunava ai mitici supereroi dei fumetti. Per tifosi gialloblù, Garella è stato davvero un portiere prezioso che con le sue parate galattiche è stato in grado di portare la squadra a strappare lo scudetto, guadagnandosi un posto nei cuori dei suoi tifosi veronesi.