25 tatuaggi per 25 calciatori. I più stilosi, i più assurdi e quelli più particolari.

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25 calciatori che hanno fatto dei tatuaggi una vera e propria ragione di vita. Dimmi che tatuaggio hai e ti dirò chi sei.

Da CFVB07 Apr 2021

Memphis Depay, un leone al giorno toglie il medico di torno

L’attaccante del Lione e della nazionale olandese è ormai noto per il suo maxi-leone sulla schiena. Tatuaggio che dice di aver fatto perché si sente così, un leone cresciuto in mezzo a una giungla e che è sempre rimasto in piedi nonostante tutto. Per realizzarlo ci sono volute quasi 24 ore. Cuor di leone.

Matteo Politano e il volto del ghepardo

L’ex Inter e Sassuolo, che veste ora la maglia numero 21 del Napoli, si è reso protagonista sui social non per un goal, ma per il suo nuovo tatuaggio. Un enorme faccia di ghepardo che ricopre tutta la schiena. Quanto ci è voluto per realizzarlo? Ben 8 ore di lavoro. Opera d’arte.

Bruno Peres, amore incondizionato

Per il terzino giallorosso ex Torino un tatuaggio che dimostra tutto il suo amore per la città di Roma. Sul braccio destro ha tatuato il Colosseo con un bambino che tiene in mano un pallone e che indossa il cappellino del Brasile. La scritta “fratelli”, infine, alza il livello ad un piano superiore. Eterno.

Daniele De Rossi, attenzione ai Teletubbies

L’ex giocatore della Roma entra nella nostra speciale classifica principalmente per due opere a inchiostro. La prima, decisamente opinabile, raffigura due Teletubbies sul braccio destro, mentre la seconda esalta un cartello di pericolo sul polpaccio destro. “Niente entrate pericolose sulle caviglie. Grazie”.

Alessandro Diamanti, ridi che ti passa

Un talento fuori dal comune, una fantasia introvabile e un carattere incontenibile. L’ex centrocampista del Bologna e della nazionale italiana si è fatto notare con un tatuaggio sul polpaccio che raffigura una faccina sorridente. Emoji 2.

Uros Vitas, finchè morte non ci separi

L’ex difensore serbo è conosciuto più per il suo tatuaggio che per la sua carriera. Il disegno incriminato, di dubbio gusto estetico ma di grande romanticismo, si trova sul fianco destro e ritrae il volto della sua fidanzata. Innamorato.

Mario Balotelli contro il razzismo

Dopo gli scontri scoppiati in America, anche l’attaccante del Monza ha voluto dare il suo contributo contro il razzismo. Infatti, Mario si è tatuato sopra l’occhio destro “Black Power”. Black Lives Matter.

Samu Castillejo e la lingua morta

Finito a terra in uno scontro di gioco, l’attaccante del Milan, ha fatto intravedere un tatuaggio scritto in una lingua quasi morta: lo Yaghan. Frase molto difficile da tradurre ma che dovrebbe significare: “guardarsi l’un l’altro, sperando che uno dei due si prodighi a fare qualcosa che entrambe le parti desiderano molto fare, ma che nessuno ha la volontà di iniziare". Romantico.

Patrick Cutrone, un esordio scritto

Alcune date non si scordano mai. Lo sa bene Cutrone, ex attaccante del Milan, che si è tatuato sul braccio il suo esordio in serie A con la maglia rossonera, club che lo ha lanciato nel grande calcio. La prima volta non si scorda mai.

Artur Boruc e quella scimmia irriverente

Uno dei tatuaggi più incredibili, per non dire brutti, della storia del calcio. L’ex portiere della Fiorentina e con un passato anche in Premier, sfoggia uno dei tattoo più assurdi di sempre. Una scimmia di spalle, collocata proprio sull'ombelico a simulare una scena che non avremmo mai voluto né vedere, né ricordare. 

Nicolas Otamendi e quella dipendenza dalle serie tv

L’ex difensore del Manchester City si è fatto ispirare da 3 serie tv per il suo tatuaggio. Su tutta la schiena ci sono i volti di Ragnar Lothbrok, protagonista di "Vikings". Sulla parte destra il viso di Walter White, celebre personaggio della serie "Breaking Bad". Sotto il professore si trova anche il tatuaggio di Thomas Shelby, gangster protagonista di "Peaky Blinders". Netflix and chill.

Marco Materazzi e la scala del calcio

Non nuovo al mondo dei tatuaggi, l’ultimo capolavoro di Matrix è San Siro. Non di facile interpretazione, tanto che il calciatore lo aveva dovuto spiegare personalmente. Si possono notare: il verde del campo, le scalinate e il cielo. Stilizzatore!

Roberto Firmino, un momento indimenticabile

Dopo la finale di Champions League conquistata con il Liverpool, Firmino si è tatuato sulla schiena l’esatto momento in cui alza al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Autocelebrativo.

Neymar e quella passione per i figli dei fiori

Fermo ai box per infortunio, la stella del PSG rimane sempre al centro dell’attenzione. Sui social, infatti, ha pubblicato le foto dei suoi nuovi tatuaggi. Il primo è un’aquila gigante sul petto che guarda una partita di calcio. Il secondo tatuaggio è l’iconico pulmino della Volkswagen, icona dei “figli dei fiori”. Artista.

Mauro Icardi, prima di tutto la famiglia

L’attaccante del PSG nel 2017 si è fatto un tatuaggio mozzafiato sul petto. Un leone che ricopre tutto il petto con due leoncini ai lati. In alto e in basso ci sono tatuati i nomi delle due figlie Francesca e Isabella. Alpha.

Davide Moscardelli, un tifoso con la barba

Diventato famoso più per l’iconica barba che per le reali giocate sul rettangolo verde, Moscardelli ha spiegato il perché del suo tatuaggio. Tifosissimo della Roma e di Daniele De Rossi, l’ex attaccante del Pisa lo ha voluto dimostrare a modo suo, tatuandosi il Colosseo e DDR 16. Cuore pulsante di Roma. 

Zlatan Ibrahimovic, il ruggito del leone

Trascinatore e leader del Milan di Pioli, non poteva non avere un tatuaggio di un Leone su tutta la schiena. L’opera su pelle rappresenta la forza, il coraggio e la virtù d’animo. Al posto del naso del leone c’è un simbolo buddhista che lo protegge da malattie, pericoli e sventure. Immortale.

Marcelo Brozovic, mano nella mano

Il centrocampista dell’Inter è solito esultare alla “epic brozo”. Le due dita sul volto e quell’espressione dubbiosa, ricordate e riconosciute da tutti grazie alla faccina risoluta da chat, è stata la protagonista del suo tatuaggio sulla mano. Esultanza che è diventata talmente famosa, che Brozovic l’ha resa il marchio della sua linea di abbigliamento.

Arturo Vidal, un corpo che parla da solo

L’ex Juve, ora centrocampista dell’Inter, è da sempre appassionato di tatuaggi. Il tattoo sulla schiena è un’opera d’arte: sono disegnati i nomi dei figli Alonso ed Elisabetta, una grossa croce, tre stelle con delle iniziali, alcune scritte, dei tribali e due rose. Pittore.

Gabriel Barbosa, una speranza del calcio

Altro tatuaggio per un ex interista. Gabigol si è fatto disegnare sulla schiena il volto dei genitori, la sua esultanza e la scritta “Hope”.  Un murales da pelle d’oca. 

Diego Perotti, ti copro ma non ti cancello

L’ex romanista e attuale centrocampista del Fenerbahçe, è famoso per il suo tatuaggio sul collo. Perotti ha coperto il vecchio con il nuovo, dal bacio della sua ex fidanzata, a una scarpa da calcio che colpisce un pallone. Rancoroso.

Lionel Messi, abbiamo finito l’inchiostro

Il fenomeno argentino si è colorato la gamba sinistra dal ginocchio fino alla caviglia. Tatuaggio che ricorda un calzino. Nel mezzo della rappresentazione il 10, numero di maglia della pulce. Stile Borriello.

Sergio Ramos, sulla ruota di Madrid

Il capitano e leader del Real Madrid, ha tatuato sulla mano quattro numeri importantissimi per la sua carriera. Il 35 e il 32 sono i suoi due primi numeri di maglia indossati nel Siviglia, la sua prima squadra. Il 19 è il numero con il quale ha debuttato in Nazionale spagnola. Mentre il 90+ è in ricordo del gol segnato all’Atletico Madrid nella finale di Champions che è valso La Décima. Campione.

Vedran Corluka, un maghetto a Mosca

Oltre ad essere stato difensore del Tottenham e del Manchester City, è ricordato per il tatuaggio sul polso sinistro, in omaggio del film “I doni della morte” della saga di Harry Potter. Dopo essere diventato capitano della Lokomotiv Mosca non si è fatto mancare nulla e la matrioska sul polpaccio è uno dei tanti ricordi indelebili della sua carriera.

Ricardo Quaresma, una lacrima sul viso

Il mistero delle lacrime di Quaresma tatuate sullo zigomo rimarrà per sempre nel cassetto chiuso a chiave, un po’ come la ricetta delle lasagne della nonna. Le lacrime sono in genere associate a una lunga pena scontata in carcere, omicidi commessi oppure tentati. Un’altra ipotesi potrebbe essere rappresentata da una passione nascosta per il cantante italiano Bobby Solo, ma chissà. A noi poco importa, lo ricorderemo per sempre come Trivela, e anche qui i doppi sensi si sprecano, ma non le lasagne, quelle sono finite come la nostra raccolta dedicata ai tatuaggi nel mondo del calcio.