Le 3 Storie Mondiali più Ignoranti di Sempre

Calciatori Ignoranti

Dalla Mano de Dios al gol di Tshabalala, passando per momenti catastrofici, la lista è davvero infinita.

Calciatori Ignoranti27 Nov 2022

Il Mondiale, si sa, è spesso accompagnato da storie leggendarie. Eventi unici nel loro genere, gesta impresse nell'immaginario collettivo, gol e azioni spettacolari impossibili da dimenticare. Un mese di amore verso il calcio, verso la propria Nazionale tifata a squarciagola fino all'ultimo secondo dell'ultima partita. Racconti di gioia, felicità, lacrime e amarezza. È un momento speciale, che dura appena 30 giorni e, come una stella, impatta nel nostro quotidiano ogni 4 anni.
Ma ci sono state anche storie assurde, episodi eccezionali perchè assolutamente irripetibili. Ignoranti, curiosi, strani. Andiamo qui a scoprirne 3 davvero ma davvero incredibili:

1982, Francia-Kuwait: l'intervento dello sceicco

In campo c'è Platini, la Francia e il girone D, sfida valevole per la seconda giornata. Opposti ai transalpini i modesti mestieranti del Kuwait, già campioni della Coppa d'Asia nel 1980. Sul rettangolo verde tutto sembra improntato alla classica sfida tra top e vittima sacrificale, e difatti i primi 45 minuti terminano con un insindacabile 2-0 francese. 3 minuti dal fischio della ripresa, il copione non cambia: Platini assiste e arriva il terzo gol. Un errore difensivo riaprirà poi la partita, ma solo nel risultato, perchè nulla sembra mettersi di traverso nella vittoria dei transalpini. Succede, però, al 79° uno dei fatti più clamorosi della storia dei Mondiali.
È ancora LeRoi a trovare il passaggio vincente per Giresse, che con un siluro di destro spedisce la palla sotto la traversa. È il 4-1, ma qualcosa non va: i difensori del Kuwait protestano con forza, accerchiando l'arbitro affermando di aver sentito un fischio prima della conclusione del bomber francese e di essersi fermati. Il direttore di gara, Stupar, indica con fermezza la validità della rete indicando il centro del campo. A quel punto, però, ecco il fattaccio: lo sceicco Fahad Al Ahmed, presidente della Federcalcio locale e del Comitato olimpico kuwaitiano, dagli spalti dello stadio di Valladolid indica ai giocatori della propria Nazionale di uscire dal terreno di gioco. È lui, poi, a scendere in campo, facendosi largo tra la Guardia Civil spagnola, con una misteriosa valigietta in mano e la scorta personale. Nell'incredulità generale, lo sceicco fa leva sulla sua autorità arrivando dall'arbitro e obbligandolo ad annullare il gol.
Sul campo, fotografi immortalano un momento storico, perchè Stupar, clamorosamente, acconsentirà. 7 minuti surreali di interruzione dopo, la Francia si troverà così con un gol in meno senza un apparente motivo.

1978, il fischietto anticipato

Recentemente successo in Coppa d'Africa durante Tunisia-Mali con protagonista l'arbitro Sikazwe (attore principale in negativo anche durante Belgio-Canada di questi Mondiali) il caso di Clive Thomas fu uno dei più clamorosi ed ignoranti di sempre.
Siamo in Argentina e si sta giocando Brasile-Svezia, seconda partita del girone. Ultimo corner del primo tempo, minuto esatto 45:08, Edinho batte il corner per i verdeoro, e Zico incorna di testa. Gol? Macché, perchè il direttore di gara ha fischiato la fine delle ostilità con la palla ancora in volo, prima che il funambolo insaccasse. Un errore tanto assurdo quanto clamoroso, il quale alla fine costò anche la partita al Brasile, pareggiata 1-1. La protesta fu veemente, e lo comprendiamo altrettanto bene.

2010, il mito di Tshabalala

Immaginate un Mondiale nella culla dell'umanità, l'Africa. Immaginate il primo Mondiale in Africa, per la precisione in Sudafrica. Immaginate il match di apertura, una festa senza fine con le odiatissime (poi) vuvuzela ed il folklore tipico del continente. Immaginate il Soccer City Stadium di Johannesburg, un imponente colosso da quasi 100 mila posti, impazzire nello stesso momento in cui un mancino imperioso di Tshabalala si insacca, ad incrociare, all'incrocio dei pali, portando in vantaggio il Sudafrica nel match d'apertura.
L'esultanza, una danza sfrenata che in quel momento sprizzava l'energia di tutto un popolo, riuscendo ad unire un continente così tanto diviso. Un calciatore della seconda divisione sudafricana, sconosciuto ai più, entrò nella leggenda segnando uno dei gol più belli di sempre.
Che la partita finì in pareggio poco importa, che nella carriera di Tshabalala non abbia poi fatto chissà quali grandi cose ancora meno. È, e rimarrà, un mito ricordato nei secoli dei secoli.