I 3 Ritiri Estivi storici della Serie A

Calciatori Ignoranti

Scopri gli storici ritiri estivi della Serie A

Calciatori Ignoranti12 Jul 2022

C’era una volta il ritiro, storico momento pre-stagione dove attaccare la spina dopo il mare e le vacanze, ricominciando a correre tra le catene montuose di Alpi ed Appennini. Ed era proprio così che i club catalizzavano in piccoli paesini di montagna una grossa attenzione mediatica ed un riversarsi di tifosi giunti da ogni angolo della valle per ammirare da vicino i propri idoli. Due, talvolta tre settimane, dove l’energia del pubblico e della gente sostentava il turismo del paese di turno, dove qualche squadra di provincia sconosciuta ai più poteva misurarsi in amichevoli con i campioni del grande calcio. Prima delle tournée internazionali, del desiderio di business e rilevanza extra-europea, della Cina e degli USA, i ritiri rappresentavano un ponte di unione con le persone, un qualcosa oggi così tanto lontano.

La mappa di questi luoghi è tutt’oggi non dimenticata, eppure noi vogliamo qui ricordarne 3 in particolare che furono mete di molte squadre, o di una in particolare, nel corso degli anni.

Villar Perosa

Feudo della famiglia Agnelli e sede dove si abbracciano le radici, il cuore e l’anima della Juventus. Alle porte dell’inizio della nuova stagione, ai primi di agosto, il piccolo comune della Val Chisone ospita dall’ormai lontanissimo 1959 la consueta partitella in famiglia tra Juventus A e Juventus B, succeduta dal grande numero di tifosi giunti a sostenere i colori bianconeri. Ma tracce di juventinità a Villar Perosa si possono ritrovare già nel settembre 1931, quando la Vecchia Signora si impose 5-0 sulla Pro Vercelli in occasione di un amichevole per celebrare i 25 anni di attività della “Riv”, azienda fondata in paese dal senatore Giovanni Agnelli.
Due anni dopo, causa restrizioni dovute alla pandemia, la Juventus tornerà quindi a Villar Perosa, e lo farà a seguito della tournée americana della seconda metà di luglio.

Mostrare ai tifosi nuovi acquisti e graditi ritorni nella casa di sempre, un auspicio per tornare a lottare per lo Scudetto nella prossima stagione.

Riscone di Brunico

Ci spostiamo in Trentino Alto-Adige, precisamente in Val Pusterla, provincia di Bolzano. Qui, tra escursioni, piste da sci e passeggiate, è iniziato il cammino dell’Inter del Triplete, nel 2010. Non soltanto, perché Riscone di Brunico è stato quartier generale della Roma per oltre un decennio dalla fine degli anni ‘70, quando sulla panchina dei giallorossi sedeva Nils Liedholm, e nei primi anni di gestione americana.

Una meta spesso caldeggiata da José Mourinho ma anche da squadre estere come Rubin Kazan e Sparta Praga.

Castel del Piano

È il 1984 a Castel del Piano, paese toscano da 5 mila abitanti alle pendici del Monte Amiata. In mezzo a quei castagni secolari si allenava, quell’estate, il Napoli e, tra le sue fila, per la prima volta metteva piede in Italia proprio lui, il Diez, Diego Armando Maradona.
Si diceva, ai tempi, che per assistere agli allenamenti dei partenopei gran parte delle persone dormivano di notte fuori dal centro sportivo in dei sacchi a pelo. Si diceva, ai tempi, che il numero di tifosi giunti in Toscana sfiorava i 30 mila. È qui che l’argentino giocò con gli azzurri la sua prima partita in assoluto, un’amichevole ad agosto contro il Neania Castel del Piano, vinta con il roboante punteggio di 13-1 e condita da ben 4 gol, di cui uno in rovesciata. 

Una leggenda iniziata proprio in ritiro, sotto la guida di Rino Marchesi, storico allenatore che del paese divenne cittadino onorario e portò, negli anni a venire, anche Avellino e Inter.