Galvanizzato dalla vittoria per 2-1 contro la capolista Napoli in un “Sinigaglia” strapieno di entusiasmo domenica scorsa, il Como 1907 si appresta a far visita ad una Roma in forma smagliante. Dopo un inizio di stagione nettamente al di sotto delle aspettative, infatti, la squadra di Claudio Ranieri è reduce da una convincente vittoria per 4-0 contro il Monza di Nesta, e si è notevolmente rilanciata in campionato. La sfida fra Roma e Como 1907 si è disputata in totale 26 volte, l’ultima delle quali ha visto la squadra lariana imporre una netta sconfitta per 2-0 ai giallorossi, con gol di Gabrielloni e Nico Paz nei minuti finali. È ormai nostra abitudine consultare il nostro archivio storico per offrirvi le storie di 5 grandi ex della partita:
5. Ottavio Bianchi
Abbiamo già incontrato il nome di Ottavio Bianchi nelle nostre esplorazioni di archivio in precedenza, precisamente come allenatore del Como per un’unica ma brillante stagione in Serie A nel 1984/85. Fra le diverse squadre allenate dal tecnico bresciano, i cui maggiori risultati restano indubbiamente il primo scudetto e la prima coppa continentale nella Napoli di Maradona nel 1987-1990, figura infatti anche la Roma, guidata nel biennio 1990-1992. L’esperienza in giallorosso non fu però particolarmente positiva per Bianchi, nonostante gli acquisti di Carnevale dal suo Napoli, di Pluto Aldair e di Thomas Haessler. Solo una Coppa Italia messa in bacheca, con un quinto ed un nono posto in campionato, oltre ad una finale di Coppa Uefa persa nel 1991 contro l’Inter.
4. Marco Cassetti
Da un bresciano all’altro: lanciato in Serie A nel 2000 dal Verona, la carriera del terzino classe 1976 ebbe una prima svolta nel 2003 con il passaggio al Lecce neopromosso in massima categoria nel 2004. Tre anni e 98 presenze dopo, complice l’insegnamento del maestro del calcio offensivo Zdenek Zeman, Cassetti venne acquistato dalla Roma, dopo essere stato il primo calciatore della squadra salentina a vestire la maglia della Nazionale Italiana. Con la maglia capitolina visse fra il 2006 ed il 2012 i suoi anni migliori, che ne consolidarono la presenza costante in Serie A, e che vennero coronati dalla vittoria di 2 Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana, oltre che da tre secondi posti e dall’esordio in Champions League. Terminata la sua esperienza alla Roma, Cassetti militò per due anni al Watford in Inghilterra, prima di chiudere la sua carriera al Como 1907, con cui ottenne una promozione in Serie B nel 2015. Appesi gli scarpini al chiodo, tornò nello staff della squadra lariana nel 2022, chiamato dal neo-allenatore Cesc Fabregas, e ricopre attualmente il ruolo di collaboratore tecnico del Como 1907.
3. Daniel Fonseca
Un nome cult per ogni appassionato di calcio anni ’90. Approdato in Italia dopo essersi messo in luce ai Mondiali del 1990, l’uruguaiano Daniel “El Tigre” Fonseca confermò le sue doti realizzative prima in Sardegna, poi (nel biennio 1992-1994) nel Napoli di Ranieri e di Lippi. Dopo 31 gol segnati in campionato in due anni, l’iconico attaccante (reso indimenticabile ai tifosi anche grazie alla sua imitazione ad opera di Teo Teocoli negli anni ruggenti di “Mai dire Gol” e della Gialappa’s Band) venne scelto da Carlo Mazzone come terminale offensivo della sua Roma, che spese quasi 13 miliardi di Lire dell’epoca per acquistarlo. Nonostante un calo della vena realizzativa, Fonseca riuscì a guadagnarsi un posto speciale nel cuore dei tifosi giallorossi, anche grazie ad un suo gol segnato in un derby contro la Lazio vinto per 3-0. Dopo 28 reti segnate in tutte le competizioni nel suo triennio romano, l’attaccante sudamericano si trasferì alla Juventus, dove ritrovò Marcello Lippi ed ebbe modo di arricchire il suo palmarès personale con uno Scudetto ed una Supercoppa Italiana. In mezzo ad una carriera così ricca di soddisfazioni (cui è da aggiungersi la conquista della Coppa America del 1995 con il suo Uruguay), forse non tutti ricordano il suo breve passaggio nel Como 1907, dove a 35 anni e dopo due sole presenze decise di chiudere la sua esperienza con il calcio giocato, nel 2003.
2. Andrea Belotti
Oltre che al Torino e con la maglia della Nazionale, la cresta del “Gallo” Belotti (dal nome della sua caratteristica esultanza) ha avuto modo di fare bella mostra di sé anche con le maglie giallorossa ed azzurra. Dopo gli esordi al Palermo e gli anni ruggenti trascorsi in granata, con 113 gol totali messi a segno in 251 presenze e la fascia di Capitano, dopo la conquista dell’Europeo nel 2021 Belotti si trasferì alla Roma di Mourinho, con la quale venne impiegato regolarmente, facendosi notare principalmente per le 6 reti mese a segno in Europa League. Dopo una breve e poco fortunata parentesi alla Fiorentina, l’attaccante bergamasco decise, nell’estate del 2024, di accettare l’offerta dell’ambizioso Como 1907, neopromosso in massima serie, e di supportare il rilancio della squadra, tornata in Serie A a distanza di 21 anni dall’ultima apparizione. Impiegato in alternanza con Patrick Cutrone nel ruolo di punta centrale, Belotti ha avuto modo di farsi notare nell’attacco della squadra azzurra, con due reti segnate contro il Verona (quest’ultima decisiva per il successo per 3-2 dei lariani) ed il Venezia. Nella finestra invernale di mercato è stato ceduto in prestito ai portoghesi del Benfica, con i quali ha già avuto modo di realizzare il primo gol.
1. Antonio Tempestilli
Il difensore di Campli (TE) merita indubbiamente il podio di questa nostra speciale classifica, considerata la sua lunga militanza tanto in azzurro quanto in giallorosso, e l’affetto suscitato nei cuori ei tifosi. Acquistato dal Como 1907 nel 1981 dopo aver esordito in Serie A con l’Inter, Tempestilli ha indossato la maglia dei lariani 167 volte in campionato, contribuendo alla promozione in Serie A del 1985 e alle comode salvezze dei successivi due anni e facendosi un nome come roccioso marcatore in campo e come leader silenzioso nello spogliatoio. Nel 1987 fu acquistato dalla Roma, dopo aver rifiutato il trasferimento al Napoli di Maradona e Bianchi (suo ex allenatore proprio a Como) e alla Juventus, spinto dal desiderio di avvicinarsi a casa. Rimase in giallorosso fino al 1993, totalizzando 161 presenze e 7 reti fra campionato e coppe, e diete il suo contribuito alla conquista della Coppa Italia del 1991. Dopo aver fatto in tempo a diventare un beniamino dei tifosi grazie al suo attaccamento alla maglia e ad assistere all’esordio di un giovane Francesco Totti, Tempestilli abbandonò il calcio giocato nel 1993 ed entrò nello staff giallorosso prima come allenatore delle squadre giovanili ed in seguito come team manager. In questa veste ebbe modo di consolidare la sua fama come presenza costante a supporto della squadra, accompagnando le sorti della sua Roma fino al 2006. Lui stesso ha recentemente considerato Como 1907-Roma come “la sua partita”, a causa del legame affettivo con le squadre e le città che hanno segnato la sua carriera.