I segreti del Bologna e il sogno Champions League

Dire oggi che il Bologna è la squadra rivelazione del campionato di Serie A 2023/24 è un po’ come affermare che l’acqua è bagnata: insomma, una verità lapalissiana! Non è altrettanto scontato che i Felsinei possano coronare il grande sogno di questa stagione: la qualificazione in Champions League. Ma sono lì, nei quartieri nobili della classifica e in piena lotta con squadre sulla carta più attrezzate. E quando succede che “piccole” realtà arrivano a questi livelli, vuol dire che si è lavorato bene e che la fortuna, sempre sia lodata, è dalla propria! Entriamo nel dettaglio e scopriamo i segreti e i maggiori punti di forza che rendono questo Bologna una serie candidata a giocarsi l’approdo alla Coppa dalle Grandi Orecchie!

Credere nei sogni (im)possibili!

Sembrerà ovvio, ma il primo passo per costruire grandi imprese è crederci, credere che l'(im)possibile possa diventare realtà. E in ogni partita che gioca, il Bologna suda sette camicie e dà sempre l’impressione di non mollare mai. Del resto, il traguardo alla fine della corsa è l’Europa che conta, terra di conquista dei club più importanti del mondo: per i rossoblù, arrivarci, significa tornare a disputare una competizione europea dopo la Coppa Uefa del 1999/2000; all’epoca furono eliminati nei sedicesimi di finale per mano del Galatasary.

Una squadra alla riscossa

Quando diciamo che il Bologna 2023/24 è una compagine che non si arrende mai, ci riferiamo soprattutto a un dato specifico: oltre a vincere le partite in cui passano in vantaggio per primi, i rossoblù sono anche capaci di ribaltare e condurre in porto quelle in cui vanno inizialmente sotto. E ci riescono meglio e più di tutte le altre squadre di Serie A (in questa speciale classifica sono primi). Prova del nove che la squadra ci crede, ha fame di successi e uno spirito di sacrificio fuori dal comune.

Il miglior attacco è la difesa… e il possesso palla

Di solito, le squadre che in Italia vincono gli scudetti sono quelle che hanno reparti difensivi compatti e quasi impenetrabili. L’equazione vincente è: meno reti al passivo uguale a più chance di successo finale. E, guarda caso, la difesa del Bologna spicca tra le migliori in assoluto del campionato. Questa impermeabilità nelle retrovie si abbina però a un’altra caratteristica vincente: un “possesso palla basso”, come lo ha chiamato Gasperini, che attrae gli avversari vicino all’area rossoblù e poi li “buca” con ripartenze fulminanti.

Thiago Motta sale in cattedra

Se il Bologna lotta per qualificarsi in Champions League, parte del merito è del suo allenatore. Dopo aver vinto tanto come giocatore con il Barcellona, l’Inter e il PSG, Thiago Motta sembra essersi avviato a una nuova brillante carriera in qualità di tecnico. I moduli che preferisce sono il 4-3-3 e il 4-2-3-1, ma, cosa più importante, sembra votato a un calcio offensivo la cui costruzione, palla a terra, ha inizio dalle retrovie. Se dovesse continuare così, si confermerebbe una regola non scritta che vede tanti ex centrocampisti, più o meno avanzati, trasformarsi in allenatori di successo. Qualche nome per rendere l’idea: Ancelotti, Guardiola, Zidane, Conte…

Ferguson e Zirkzee, i primi della classe

Lo sappiamo: la chiave del successo di una squadra è (anche) l’allenatore, ma i giocatori non sono da meno. Il Bologna ne ha almeno due che stanno facendo faville: l’olandese Joshua Zirkzee e lo scozzese Lewis Ferguson. Il primo, giovanissimo, ha gli occhi di mezza Europa addosso, ma il Bayern Monaco, ex proprietario del cartellino, può esercitare la recompra a 40 milioni. Il secondo è uno dei preferiti di Motta per le sue capacità di collegare centrocampo e attacco rendendo più fluida la manovra offensiva; e poi, cosa che non guasta, è un centrocampista con il vizietto del gol. Insomma, le giocate decisive per la Champions dovrebbero passare dai loro piedi.

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