Il 352 può davvero svoltare la stagione del Napoli?

“Tutto quello che è successo fino ad adesso è solo mia responsabilità”, ammetteva Aurelio De Laurentiis lo scorso 29 dicembre dopo il pareggio contro il Monza. “Proprio per questo, devo in qualche modo chiedere scusa ai napoletani e, soprattutto, ai tifosi se siamo dove siamo in classifica.” Un’assunzione di colpe decisa e forse inaspettata, che lascia tuttavia qualche dubbio sulla sincerità del criptico presidente napoletano. Dopotutto, come suggerito da Antonio Corbo di Repubblica, l’effetto cercato e ottenuto è stato quello di catalizzare su di sé l’attenzione senza effettive conseguenze pratiche sulla società.

Lasciate stare calciatori e allenatori, prendetevela con me: così l’ambiente si placa e le parole scivolano via senza colpo ferire. Le solite vane promesse. O forse no: “Il campionato è lungo e quindi ci muoveremo sul mercato per cercare di recuperare il tempo perduto”, ha poi aggiunto ADL, incaricandosi del più difficile tra gli obiettivi a breve termine. Il Napoli, infatti, si trova di fronte a un bivio: tappezzare la rosa qua e là con innesti di buona prospettiva confidando nel valore dei calciatori stessi oppure architettare un mercato mirato, efficace, che favorisca la transizione al 3-5-2 più congeniale al gioco di Mazzarri.

Se provassimo a intraprendere la seconda strada, gli ostacoli più grandi sarebbero essenzialmente due. Primo: l’abolizione del Decreto Crescita, che renderà più complicate molte trattative. Secondo: l’assenza di uno staff competente, autoritario e prestigioso – uno staff che sappia seguire le orme di Cristiano Giuntoli, per intenderci. Quest’estate, l’accoppiata Meluso-Micheli ha sperperato più di 50 milioni per l’acquisto di Lindstrøm, Natan e Cajuste; sarà difficile, in un mese, fare peggio. Ma, allo stesso tempo, per i motivi appena citati, non sarà semplice fare meglio. Proviamo, quindi, a fare un po’ di speculazione.

Innanzitutto, nell’ottica di una difesa a tre, Natan, Juan Jesus e Rrahmani non bastano di sicuro, considerata anche la quasi certa (e poco comprensibile) cessione di Østigård. Vero è che Di Lorenzo potrebbe tranquillamente adattarsi a braccetto di destra (un’evoluzione in tal senso è plausibile per il proseguo della sua carriera, considerata età, caratteristiche tecniche e intelligenza tattica), ma servirebbero comunque almeno due innesti. Un centrale alla Scalvini, per esempio, che quest’anno sta facendo molta fatica ma per fisico e impostazione rappresenta una prospettiva sicura.

Sfumato Kiwior, quindi, assume sempre più logica il nome di Martin Vitík, 2003 ceco dello Sparta Praga. Corporatura possente (un metro e novantatré per ottantatré chili), personalità frizzante, buon senso della posizione e persino un discreto fiuto del gol. Al centro della difesa, opportunamente educato, potrebbe
farsi valere. Da braccetto sinistro, invece, una proposta inedita: Riccardo Calafiori. Thiago Motta lo schiera da centrale, Nunziata da terzino: una via di mezzo sarebbe ideale per il ventunenne romano che tanto bene sta facendo a Bologna, sia difensivamente che come proposta di gioco in fase di costruzione.

Inutile, poi, girarci troppo attorno. Lazar Samardžic è il perfetto sostituto di uno spento Zielinski, che dopo quasi otto anni a Napoli sembra ormai pronto a fare le valigie. Del polacco ricalca la vocazione offensiva, la qualità nel palleggio, l’abilità nel dribbling – il tutto potendo contare su otto anni di meno sul groppone. E, soprattutto, potrebbe riportare un fondamentale che da un paio d’anni sta mancando parecchio: il tiro da fuori. Appena 6 le reti così segnate nelle ultime due stagioni (erano state 13 nel 21/22). Non dimentichiamo quanta importanza rivestissero tanto tempo fa le conclusioni di Gökhan Inler e Blerim Džemaili.

Un altro investimento intelligente sul medio-breve termine in dirittura d’arrivo è l’acquisto di Pasquale Mazzocchi. L’esterno nato a Napoli potrebbe rilanciarsi nella squadra della sua infanzia, proprio in ottica di quell’alternanza sulla fascia destra che consentirebbe a Di Lorenzo di arretrare o, addirittura, di rifiatare. Il “quinto” è un ruolo che conosce bene – e poi, da Salerno, la strada non è molta. Giusto un appunto sulla questione portiere: Meret starà fuori un mese e mezzo; Gollini e Contini sono due riserve affidabili, ma serve un nome per l’estate e un certo Juan Musso sembra in cerca di un posto da titolare.

Ultimo, ma non per importanza, il famoso vice-Osimhen. Simeone non ha mai veramente rappresentato un’alternativa credibile, tanto che Garcia prima e Mazzarri poi lo hanno messo dietro a Raspadori nelle gerarchie. E allora un po’ di sano fantamercato (senza dimenticare che a giugno tornerà Cheddira): Luis Muriel, in scadenza di contratto con l’Atalanta e lontano dal rinnovo, sarebbe un colpo che – almeno sulla carta – farebbe oggettivamente gasare. Lui che è abituato a incidere a partita in corso, potrebbe ritrovare forma e vitalità, e creare con Kvara un duetto piuttosto fantasioso.

A proposito di Kvara: il passaggio al 3-5-2, o all’occorrenza al 3-4-2-1, gioverebbe tanto al georgiano quanto a Lindstrøm e Raspadori. Al primo verrebbe concessa ampia libertà di svariare su tutto il fronte offensivo, riguadagnando quell’imprevedibilità che a inizio anno sembrava offuscata; gli altri due si ritroverebbero finalmente a occupare una posizione a loro più confacente, centrale, sulla trequarti, garantendo fantasia e dinamicità. Gennaio può essere un mese di grandi cambiamenti in casa Napoli: quando ADL tornerà a parlare (a detta sua, il 24 o il 25 di gennaio, dopo la Supercoppa) potrebbe essere di tutt’altro umore.

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